Pippo Fava |
Era il 5 gennaio del 1984 quando Giuseppe Fava, detto Pippo, venne freddato da 5 colpi di pistola calibro 7,65. Proiettili non usati dalla mafia, dissero all'epoca. "La mafia a Catania non esiste", annunciarono le più alte cariche cittadine. Il delitto fu etichettato come passionale prima, per un movente economico poi. Il 5 Gennaio 1984 Catania ha perso un grande uomo. Il 5 Gennaio 2016, come ogni anno, la città continua a celebrare la sua memoria.L’assessore alla Legalità del Comune di Catania Rosario D’Agata oggi alle 10,30 una corona d’alloro in memoria di Giuseppe Fava davanti alla lapide della strada intitolata al giornalista ucciso dalla mafia trentadue anni fa. Oltre a D’Agata, che indosserà la fascia tricolore in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, alla cerimonia sarà presente anche l’assessore alla Cultura Orazio Licandro.
"La
città non deve dimenticare l’esempio di Giuseppe Fava - afferma l’assessore
alla Legalità - che nel 1984 era solo a non voltare la testa dall’altra parte e
denunciare che a Catania era arrivata la mafia. La nostra Amministrazione
continua a battersi perché la città percorra la strada della legalità e del
rispetto delle regole. Nel pomeriggio - annuncia D’Agata - interverrò alle
iniziative organizzate dalla Fondazione Fava e da altre associazioni, anche per
ricordare quella grande donna che fu Elena Fava, recentemente scomparsa".
Alle 12,15
anche il gruppo siciliano dell'Unci ricorderà il sacrificio del giornalista con
un minuto di silenzio e la deposizione di un omaggio floreale sulla lapide.
Successivamente sarà consegnato il tesserino di cronista onorario al
giornalista Riccardo Orioles, firma storica de I Siciliani. Interverranno il
vicepresidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales, i consiglieri nazionali
Elena Giordano e Giuseppe Lo Bianco, e il presidente regionale dell'Unci Andrea
Tuttoilmondo.
DAL CINEMA
ALLO SPORT
- Giuseppe Fava inizia la sua carriera giornalistica scrivendo di tutto.
L'esordio, dopo la laurea in giurisprudenza e collaborazioni minori,
all'Espresso Sera nel 1956, poco più che trentenne. La passione per il
giornalismo lo porta a Roma, dove conduce la trasmissione di Radiorai Voi e io,
e sempre nella Capitale collabora con il Corriere della Sera e con Il Tempo.
IL GIORNALE
DEL SUD
- Negli anni Ottanta torna a Catania, dove diventa direttore del Giornale
del Sud. Una redazione giovane, con cronisti ancora inesperti. Un giornale
coraggioso che denuncia Cosa Nostra, ma la permanenza di Fava è breve. La
gestione viene affidata a una nuova cordata di imprenditori e il giornalista
viene licenziato.
I SICILIANI - Rimasto senza lavoro organizza e
sviluppa un suo progetto: I Siciliani. Una rivista di inchieste e reportage.
Una rivista in cui il potere corrotto viene messo a nudo: attività illecite,
imprenditori venduti, amministrazioni comprate. Gli aspetti malati
dell'economia e della società sono denunciati con meticolosa analisi dalle
colonne de I Siciliani.
IL TEATRO - Ma c'è un'altra passione,
oltre al giornalismo, che anima tutta la vita di Pippo Fava e contraddistingue
anche la sua morte: l'amore per il teatro. Fava inizia a scrivere per il
palcoscenico fin da ragazzo. Il primo premio, per la prima opera, nel 1966, con
Cronaca di un uomo, da lì testi e tournée in tutta Italia, fino all'approdo sul
grande schermo. Anche nella morte di Fava si scorge il palcoscenico. Il
giornalista, quel 5 gennaio del 1984, poco dopo le 21 lascia la redazione del
suo giornale e sale in macchina per andare a prendere sua nipote, quella nipote
che aveva ereditato la sua stessa passione per il teatro, quella nipote che
recitava in Pensaci, Giacomino!, ma Pippo Fava non scenderà mai dalla sua
Renault 5, non da vivo.
CataniaToday,
5 gennaio 2016
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