Il sindaco Orlando alla cerimonia della Favorita |
Davide Licari, sindaco di S. Giuseppe Jato |
Giuseppe è
stato ricordato anche a San Giuseppe Jato nell’aula multimediale “Pio La Torre” dell’ex Casa del
Fanciullo. Il coordinamento di Libera Palermo e
l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Davide Licari, hanno
organizzato la giornata dal titolo “C’era un volta un bambino che amava i
cavalli”. “L’esercizio della Memoria è per la comunità di Libera un pilastro
fondante – ha dichiarato il coordinatore provinciale di Libera, Giovanni Pagano
– non un rito da celebrare in date prefissate, ma una pratica di impegno
quotidiano. Questo significa che il piccolo Giuseppe va ricordato ogni
giorno e il nostro impegno è rendere vivo e accessibile il Giardino della
Memoria, superando le numerose difficoltà, come le condizioni della strada, che
lo rendono quasi inaccessibile. In tal senso siamo certi che l’impegno profuso
in questi anni dall’Amministrazione Comunale consentirà di risolvere queste
difficoltà”.
Nella Chiesa
Madre è stata celebrata una messa in ricordo di tutti i bambini vittime di
violenza, mentre nell’aula multimediale l’artista Martino Lo Cascio ha
interpretato in forma recitata uno scritto su Giuseppe Di Matteo e i volontari
di Libera del comprensorio della Valle dello Jato hanno espresso una
testimonianza sulla tragica storia del bambino. La giornata ha visto la
partecipazione dei volontari, del sindaco Licari, del sindaco di Monreale
Piero Capizzi, del capitano dei carabinieri Guido Volpe, del tenente colonnello
dei carabinieri Mauro Carrozzo, della dottoressa Orietta Mongiovì della
Prefettura di Palermo, di autorità civili e di numerosi cittadini.
“Ricordare
la tragica storia del piccolo Giuseppe Di Matteo e di tutte le vittime
innocenti delle mafie, farne memoria e impegno costante, è il miglior modo per
incitare tutti i liberi cittadini a fare la loro parte nella lotta contro le
mafie – hanno detto i volontari di Libera – una lotta che vuole affermare la
legalità come normalità, a partire dalla comunità jatina dove nelle prossime
settimane verrà ufficializzata la costituzione di un presidio di Libera. La
storia di Giuseppe rappresenta una deflagrazione dell’identità mafiosa e fa
apparire Cosa Nostra per quella che è realmente: un’organizzazione barbara e
violenta, contro tutti e tutto, pur di garantire i propri interessi”.
“Vent’anni
fa la mafia uccideva con orribile barbarie un bambino rivelando tutta la sua
mostruosa natura – ha detto il sindaco Licari – i mafiosi che hanno
ammazzato Giuseppe Di Matteo non potranno essere mai più riabilitati come
cittadini di San Giuseppe Jato, nessuno dei miei concittadini ha dimenticato
questa triste storia o intende farlo. La commemorazione del piccolo Giuseppe,
organizzata grazie alla preziosa collaborazione di Libera, trova valore
nella partecipazione dei giovani jatini a cui è chiesto di alimentare la
cultura della legalità per il bene e il futuro di San Giuseppe Jato”. "La
società civile è più attiva e va verso la liberazione dalla mafia", ha
aggiunto Licari.
Sul permesso concesso a
Brusca, killer che uccise il piccolo Di Matteo ed ex boss di San Giuseppe Jato,
Licari risponde ai cronisti: "E' un fatto che ci rammarica. A San Giuseppe
Jato vedere il ritorno di certi personaggi che si sono macchiati di efferati
delitti non è tollerabile. La comunità non vuole il ritorno di personaggi
mafiosi e come istituzione faremo di tutto per evitarlo". Torna anche a
parlare del Giardino della memoria, opera simbolica importante della lotta alla
mafia, ma che si trova in una strada impraticabile, che la rende
irraggiungibile. "Come amministrazione comunale ci siamo impegnati a
recuperare i fondi per il recupero della strada - fa sapere Licari -,
attraverso un progetto approvato dall'Esa. Attendiamo il trasferimento delle
risorse e speriamo di realizzare i lavori entro aprile".
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