DINO PATERNOSTRO
E' composta da due funzionari della prefettura di Palermo, dai comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e dal dirigente della Polizia di Stato di Corleone la Commissione ministeriale che dovrà indagare sui pericoli di infiltrazioni mafiose al comune di Corleone. La compagine ispettiva si è insediata ieri mattina ed ha tre mesi di tempo per concludere le indagini con una relazione, in base alla quale il governo nazionale deciderà se sciogliere o meno il comune di Corleone. Il sindaco Leoluchina Savona ostenta sicurezza e serenità. "Se bisogna portare la comunità alla serenità, è questa la migliore occasione", ha dichiarato al Giornale di Sicilia, nell'articolo di Mario Midulla, che proponiamo integralmente.
E' doveroso, però, precisare che sono state le scelte politico-amministrative del primo cittadino, della sua giunta e della sua maggioranza a turbare la serenità dei corleonesi e ad umiliarli davanti al mondo intero con l'indagine per infiltrazioni mafiose. Non siamo stati noi, ma lei (Leoluchina Savona e i suoi sostenitori) a scegliere di non costituirsi parte civile nel processo "Grande Passo" contro Antonino Di Marco, dipendente comunale, accusato di essere un boss emergente della Cosa Nostra corleonese, che esercitava la sua attività criminosa nei locali del campo sportivo. Non siamo stati noi, ma lei (Leoluchina Savona) ad incontrare (con la mediazione di suo fratello, che addirittura si era offerto di far risparmiare qualche migliaio di euro) il Pellitteri (poi arrestato per mafia) nei locali del caseificio e nei locali del municipio, con l'obiettivo di arrivare ad un affidamento. Di fronte a questi episodi oggettivamente gravissimi è naturale che lo Stato abbia il sospetto di infiltrazioni e di contiguità con ambienti mafiosie e disponga delle indagini.
I cittadini onesti di Corleone (la stragrande maggioranza, cioè) a questo punto pretendono che sia fatta chiarezza, presto e bene. Pretendono di avere un municipio CASA DI VETRO. Pretendono di essere amministrati da persone che siano serie, competenti e oneste e che lo dimostrino sempre, comunque, in ogni circostanza. Gli atteggiamenti opachi e ambigui della classe dirigente che governa la città ha esposto invece Corleone a inquietanti sospetti, rischiando di ricacciarla indietro di 40 anni. Chiedere le dimissioni di questo sindaco è il minimo che si possa fare. Speriamo che l'appello venga accolto e che si possa così evitare la vergogna dello scioglimento per pericoli di infiltrazioni mafiose. Sarebbe un marchio a fuoco infamante, che le nuove generazioni di corleonesi, quelle che sognano e sperano un futuro di sviluppo e legalità, non ci perdonerebbero. Sarebbe un marchio a fuoco infamante, che minerebbe la stessa credibilità delle iniziative e delle manifestazioni antimafia. Per questo è importante la mozione di sfiducia presentata lo scorso 30 dicembre dai gruppi del Pd, Sicilia Futura e Mi ci vedo, che sarà discussa e votata il prossimo 28 gennaio. I firmatari della mozione sono 10 consiglieri, ma per essere approvata e determinare la caduta del sindaco ci vogliono 13 voti. Ci auguriamo che altri 3 o più consiglieri votino la sfiducia al sindaco insieme ai firmatari della mozione, per liberare Corleone da un incubo. (dp)
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