di GIUSEPPE LO BIANCO
CORLEONE (PALERMO) – Di Marco? ''Pensavo fosse un chiaccherone, ora scopro che è il capomandamento''. La mafia a Corleone? ''C'e' stata e ci sarà sempre''. Le infiltrazioni al Comune? ''Non ho una scrivania, che segna una distanza, ma un tavolo rotondo e stringo tante mani: ma sono serena: amo fare luce su queste vicende''. A 24 anni dalle stragi e dopo due decenni di impegno antimafia Corleone rischia di tornare ai tempi del Padrino di Coppola, che non a caso si chiamava Vito Corleone, paese simbolo di Cosa Nostra che adesso il Viminale si prepara a sciogliere per mafia. Se accade lei sarà il primo sindaco ad essere cacciato con il marchio mafioso, lo Stato non ci riusci' neanche ai tempi di Ciancimino.
Che cosa prova? Magra, bruna, giovane, scattante, con due occhi verdi, e una tuta da ginnastica Leoluchina Savona, risponde decisa: ''Mi volevo suicidare''. Poi ci riflette, e precisa: ''Politicamente''. Avverbio che spiega anche la sua assunzione all'Ato idrico, dove la volle Nicolò ''Ciccio Nicolosi'', suo predecessore vecchio leone Dc della Prima repubblica, uscito indenne da piu' d'una vicenda giudiziaria che lo trascinò anche agli arresti. Oggi il sindaco ha dovuto cedere una stanza del palazzo di città a due funzionari della Prefettura al lavoro a caccia di appalti truccati e infiltrazioni del nucleo di Cosa Nostra scoperto dal terzo troncone dell'inchiesta Grande Passo, condotta dai carabinieri del gruppo di Monreale che hanno portato in carcere vecchi e nuovi boss, vicinissimi alle famiglie Riina e Provenzano: il capomandamento, Antonino Di Marco, è il fratello dell'autista di Riina, Vincenzo, ripreso dalle telecamere del Ros in via Bernini il giorno prima dell'arresto; lui è stato sorpreso mentre entrava nella segreteria politica del deputato regionale Udc Nino Dina. E a telefono, oltre a vantarsi di avere un filo diretto con il capo dell'ufficio tecnico che lo avrebbe tenuto al corrente dei nuovi appalti, faceva pressioni su alcuni assessori per fare assumere il nipote di Provenzano, Grizzafi. ''Sono andata immediatamente dai carabinieri'' – si difende il sindaco che stamattina si presenta a Palermo, davanti la commissione antimafia regionale, per spiegare anche perchè non si è costituita parte civile contro il boss: ''In aula è venuto l'avvocato Siragusa – attacca Dino Paternostro, consigliere dell'opposizione del Pd – a dire che siccome gli era stato detto che non sarebbe stata accolta, la costituzione non è stata presentata. Ma che logica è? Aristotele ed Hegel si rivoltano nella tomba''. Lei conferma, e precisa, con una punta di imbarazzo: ''Il pm ha detto all'avvocato che il comune non era persona offesa, per questo non si è costituito''. Nessun imbarazzo, invece, nella visita al caseificio realizzato con i fondi europei insieme con il fratello Giovanni, che agli investigatori offre l'impressione di essere ''intraneo'' a Cosa Nostra e che a telefono si vantava: ''per mia sorella ci penso io''. Stava mediando l'affare con un pastore interessato a rilevarlo per conto di un gruppo di imprenditori romani, Vincenzo Pellitteri, poi arrestato per mafia e sospettato di avere compiuto un omicidio: ''A quel caseificio – si difende il primo cittadino - ho portato decine di persone, persino danesi, e quel giorno c'era anche Salvatore Tosto, direttore del distretto regionale lattiero caseario, in rapporti con mio fratello, che è allevatore'', dimenticandosi, però, di aggiungere che Tosto è anche fratello di Sebastiano, condannato per mafia perche' ritenuto vicino a Totò Riina. Per le opposizioni la misura è colma e il 28 gennaio prossimo si discuterà la mozione di sfiducia presentata il 30 dicembre scorso da 10 consiglieri. Per passare ha bisogno di altri tre voti e il clima non è dei piu' sereni, visto che la Savona è stata denunciata per falso anche dal suo vice sindaco, Mario Lanza: aveva dichiarato di essere laureata, ma dal curriculum è venuto fuori che non è vero. E l'altro ieri, racconta un consigliere dell'opposizione, ha riunito la sua maggioranza, manifestando fatalismo: ''ci scioglieranno – ha detto – e sarà una persecuzione''.
Il Fatto Quotidiano, 20 gennaio 2016
4 commenti:
Caro Consigliere ho la percezione che Lo Bianco sia oltre che un giornalista del fatto quotidiano anche un suo amico , questa considerazione la faccio leggendo l' ultimo articolo da lei pubblicato...ritengo che lei rispetto ad alcuni articoli scritti su alcune testate lei possa essere una fonte giornalistica di riferimento , tenuto conto della sua conoscenza del territorio , delle persone , e della politica del corleonese...ma in quanto fonte ricca di contenuti ha fatta ha analisi circa il suo ruolo espletato in questa nostra amata città. ..Non ritiene opportuno informare le fonti giornalistiche che il custode Antonino Di Marco Capomandamento di Corleone fosse anche fratello di un ex autista di Riina e che è stato durante la sua Presidenza alla polisportiva Corleone custode del campo sportivo dove lei curava la squadra? o forse questo particolare insieme al fatto che e' stato anche autista del Sindaco Cipriani le è sfuggito..? Inoltre non sarebbe corretto informare i cittadini della nostra città che lei oltre ad essere consigliere comunale , presidente della scuola calcio ,segretario dalla CGL sino a poco tempo fa e dipendente ASP , ha usufruito di un contributo del comune per la squadra di calcio ed e' stato anche incompatibile per i suoi ruoli ? Rispetto alle ingerenze politiche lei è sicuro che che in Asp o al 118 non ha mai beneficiato dell' interesse di qualche vecchio politico DS ....? Caro Direttore di città nuove non le sembra incoerente , parlare di legalità e antimafia , quando poi si fa fotografare davanti il busto di Bernardino Verro insieme a me durante la manifestazione del 3 novembre 2015 , visto il suo pensiero , sospetto e insinuazioni su me e la mia famiglia ? Grazie per aver pubblicato il mio commento , a domani , Lea Savona....
Sindaco, per il bene della comunità e di tutti,dimettiti.
Anonimo per il bene della comunità abbi il coraggio di metterci la faccia presentando il tuo nome e poi mi spieghi perché mi dovrei dimettere , con un confronto leale...
Io penso che non ci sono più dubbi sul fatto che il Sindaco si deve dimettere. Mi meraviglio di gente come Mario Lanza, Enzo Macaluso, toto' Sorisi ad altri che reggono una situazione imbarazzante. Non sapete che rischiate di non potervi più candidare.
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