Anche l'Atletico Corleone, sebbene militi solamente nel campionato dilettantistico di 1° categoria, non sfugge alla cattiva consuetudine che vuoe l'esonero dell'allenatore in presenza di risultati negativi. Se l’obiettivo dato a Vito Streva all’inizio del campionato era il raggiungimento, almeno, della salvezza, come dichiaratomi dall’amico presidente Paternostro, si può dire certamente che, a guardare la classifica, la situazione è alquanto difficile, ma nulla ancora è compromesso definitivamente.
La testarda, ma altrettanto lodevole, coerenza dimostrata da Vito Streva nel volere una squadra formata solamente da giocatori locali, finora non ha dato risultati soddisfacenti, almeno nella valutazione della dirigenza. La tua convinzione, caro Vito, sono sicuro che è stata determinata certamente non da chiuso ed ottuso provincialismo, come qualcuno potrebbe pensare, quanto invece dalla volontà di offrire ai giovani corleonesi non solo l’opportunità di fare calcio e di mettersi in mostra ma, anche e soprattutto, di stare assieme, crescere, condividere progetti, ansie, fatiche, gioie, insomma di crescere sportivamente ed umanamente.
E questo lo hai fatto con dedizione, indiscutibile professionalità ed intensa passione e, cosa non meno significativa, se confrontata con il mercenarismo imperante, gratuitamente; per questo sento il bisogno, come semplice tifoso del Corleone, di esprimerti pubblicamente i sentimenti di profonda gratitudine.
Ritornando
al fatto tecnico, oggettivamente una squadra formata da soli giocatori locali
paga dazio, come si suole dire; ecco perché, l’inserimento nell’organico della
squadra di uno o, al massimo, di due giocatori non corleonesi, purchè bravi, in ruoli
mancanti di valide alternative locali, non avrebbe, affatto svilito la
tua convinzione--- che in anni di un passato non più recente è stata anche
mia---anzi l’avrebbe rafforzata perché avrebbe dato ai giovani corleonesi la
possibilità di crescere calcisticamente in modo più graduale ed armonico grazie
all’esperienza ed all’esempio di compagni più dotati tecnicamente e,
soprattutto, grazie all’entusiasmo che inevitabilmente sarebbe scaturito da
risultati più positivi.
Al caro
Maurizio Passiglia, che ho avuto il piacere di allenare fin da quando ha
cominciato a sgambettare su un campo di calcio, gli auguri più affettuosi di
buon lavoro.
Biagio
Bonanno
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