Gli arrestati dell'operazione Eden. Da sx: Giorgio Proven- zano, Alessandro Rizzo, Domenico Amari, Michele Musso |
L’intervento costituisce la prosecuzione dell’attività
“EDEN 2” che, nel 2014, aveva accertato il diretto coinvolgimento delle famiglie
mafiose di Castelvetrano e Corso dei mille di Palermo nella rapina ai danni di
un deposito della ditta di spedizioni di Campobello di Mazara (TP) rientrante
nel patrimonio aziendale della società A.G. trasporti, sottoposta a sequestro
nell’ambito del procedimento di prevenzione ai danni dell’imprenditore palermitano
Cesare Lupo, prestanome dei fratelli Graviano. L’operazione si era conclusa con
l’emissione di un provvedimento cautelare a carico di 14 indagati, tra cui
Girolamo Bellomo, cognato di Francesco Guttadauro e nipote acquisito del
ricercato trapanese Matteo Messina Denaro.
I recenti approfondimenti investigativi, anche
sulla scorta delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia,
hanno valorizzato gli elementi raccolti nell’indagine precedente sul
coinvolgimento degli attuali indagati nella pianificazione ed esecuzione della
citata rapina, e confermato la sua riconducibilità al quadro di un generale
accordo tra le principali articolazioni di cosa nostra per la gestione di
progetti delittuosi comuni, predisposto dai capi detenuti e latitanti.
In
tale contesto è emerso, in particolare, il ruolo di Giorgio Provenzano,
esponente di spicco del mandamento di Bagheria, il quale, su richiesta di Ruggero
Battaglia, già tratto in arresto nella precedente operazione “EDEN 2” e
nipote di Vernengo Ruggero, uomo d’onore della famiglia di Corso dei
mille, si è adoperato al fine di:
- coinvolgere, per il tramite
di Francesco Guttadauro, la famiglia mafiosa di Castelvetrano nella
realizzazione della citata rapina al deposito di Campobello di Mazara (TP);
- reperire le
autovetture e le pettorine recanti la scritta “polizia”, da utilizzare nel
corso della attività criminosa;
- definire le modalità di
spartizione dei proventi della rapina a favore delle famiglie mafiose di
Bagheria, Castelvetrano e Corso dei mille.
Il provvedimento colpisce, inoltre, due esponenti del
gruppo di rapinatori che avevano partecipato alle fasi organizzative ed
esecutive della rapina (Michele Musso e Domenico Amari), nonché
il soggetto incaricato della vendita della merce trafugata (Alessandro Rizzo).
L’indagine ha confermato le complessive acquisizioni
emerse nel corso dell’attività “EDEN 2” e rappresenta un ulteriore e
significativo intervento nel quadro della manovra finalizzata all’arresto di
Matteo Messina Denaro, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti di
riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio.
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