di RICCARDO LO VERSO
Prelevati i documenti di alcuni appalti banditi
dall'amministrazione del paese in provincia di Palermo.
PALERMO - I
carabinieri sono arrivati di buon mattino al Comune di Corleone e sono andati via con le carte
dell'appalto per la ristrutturazione del campo sportivo. Dopo il blitz "Grande passo 3" di venerdì scorso, il nuovo
capitolo investigativo punta a chiarire le eventuali infiltrazioni di Cosa
nostra nella macchina amministrativa. I militari del Nucleo investigativo di
Monreale sono partiti dalle intercettazioni telefoniche. Antonino Di Marco, considerato un pezzo grosso della mafia di Palazzo
Adriano, che del campo era il custode, prima di finire in cella, aveva a
cuore le sorti di Carmelo Gariffo, nipote di Bernardo Provenzano. Era stato
scarcerato e Di Marco voleva trovargli un lavoro in uno dei cantieri finanziati
dal Comune. Gariffo, che aveva un gran bisogno di soldi, alla fine non fu
assunto, ma adesso si indaga su altre pressioni nei cantieri. Non solo quello
per la ristrutturazione, ancora in corso, della struttura sportiva. Così come
si indaga sull'influenza che i mafiosi potrebbero avere esercitato tramite
Giovanni Savona, fratello del sindaco di Corleone, Leoluchina, considerato a
loro vicino.
LiveSicilia, martedì 24 Novembre 2015
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