La seduta del consiglio comunale |
CORLEONE – C’è voluto un secolo, ma adesso Bernardino
Verro, leader del movimento contadino siciliano e primo sindaco socialista di
Corleone, assassinato dalla mafia il 3 novembre 1915, ha nuovamente un busto
nella centralissima piazza Nascè, quella che una volta era la piazza del
mercato, dove teneva i suoi infuocati comizi contro la mafia e i suoi complici.
L’inaugurazione è avvenuta martedì mattina, alla presenza degli alunni di tutte
le scuole e dei loro insegnanti, di tanti cittadini e delle autorità. Ieri
mattina, invece, si è svolta la seduta solenne del consiglio comunale nell’aula
che dal 2003 è dedicata proprio a Verro, che è la stessa di quella dove venne
eletto sindaco nel luglio del 1914. E qui, nonostante la solennità del momento,
è scoppiata la polemica tra il sindaco Lea Savona e le opposizioni (Pd e lista
civica “Mi ci vedo”), che non hanno perdonato al primo cittadino la scelta di
non costituirsi parte civile nel processo “grande passo” contro Antonino Di
Marco, l’impiegato comunale accusato di gravissimi reati di mafia.
“Ci vuole grande coerenza tra quello che si dice e quello che si fa – hanno detto i consiglieri di opposizione, rivolti a Savona – e lei non l’ha dimostrata”, scegliendo di abbandonare l’aula per protesta appena ha preso la parola il sindaco.
“Ci vuole grande coerenza tra quello che si dice e quello che si fa – hanno detto i consiglieri di opposizione, rivolti a Savona – e lei non l’ha dimostrata”, scegliendo di abbandonare l’aula per protesta appena ha preso la parola il sindaco.
Oggi la città di Corleone sta vivendo un periodo di
grandi divisioni politiche, conseguenza anche della grave crisi economica e
sociale e dell’incapacità di fronteggiarla da parte degli amministratori
comunali. Le maggioranze e le minoranze si sono scomposte e ricomposte diverse
volte, dopo il voto amministrativo del maggio 2012, che ha visto Lea Savona,
candidata del centrodestra, prevalere per 19 voti sul candidato di
centrosinistra Pippo Cipriani. Un pezzo di maggioranza è diventato opposizione
e un pezzo di opposizione è diventato maggioranza, conquistando assessorati.
Ma, nonostante le alchimie politiche, i conti del comune non migliorano, tanto
che le tasse continuano ad aumentare e la Corte dei conti continua a
“bacchettare” i vertici amministrativi. L’anno 2015 ormai volge al termine e la
giunta non ha nemmeno approvato la bozza di bilancio di previsione da inviare
in consiglio comunale, nonostante dal primo ottobre non possa più spendere un
euro che non sia spesa obbligatoria. Fino a qualche anno fa, la lotta alla
mafia univa tutte le forze politiche, con passaggi significativi, come quando
l’intero consiglio pronunciò il suo “no” alla vendita dei beni confiscati e
disse che la presenza di Salvuccio Riina non era gradita in paese. L’ultimo
momento unitario fu il funerale di Stato per Placido Rizzotto del 24 maggio
2012. D’allora solo polemiche e contrapposizioni, che stanno sfiancando
l’intera comunità.
L'intervento del prof. Antonio Palazzo |
Era quello che a fine ‘800 e nei primi del ‘900 provò a
fare a Corleone e in Sicilia Bernardino Verro. Nel 1896 costituì la cooperativa
di consumo “Fratellanza agricola”, con
cui abbatté i costi dei prodotti di prima necessità per i contadini poveri. Mentre
nel 1906 costituì la cooperativa “Unione agricola”, con cui sperimentò le
“affittanze collettive”, affittando gli ex feudi degli agrari ed
estromettendone i gabelloti mafiosi. Sottolineature fatte da storici attenti
come il prof. Giuseppe Carlo Marino e docenti di diritto come il prof. Antonio
Palazzo, entrambi presenti alle manifestazioni, che hanno espresso il
convincimento che Verro ha avuto un ruolo fondamentale nelle lotte agrarie in
Sicilia.
Dino Paternostro
La Sicilia, 5 novembre 2015
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