Sabato lavoratori, disoccupati, pensionati in piazza per la mobilitazione unitaria
siciliana di Cgil Cisl Uil. Concentramento e comizio dalle ore 9 in piazza
Verdi. La piattaforma di Palermo e i dati della crisi.Palermo 29 ottobre 2015 – Scendono in piazza sabato 31 ottobre i
lavoratori, disoccupati, pensionati, di Palermo per la mobilitazione
unitaria di Cgil, Cisl e Uil “Lavoro-Sviluppo-legalità”, per dire
no alla sfascio della Sicilia e chiedere una svolta
immediata contro lo stato di emergenza che si registra in tutte le 9 province siciliane.
Il concentramento è alle 9 a piazza Verdi. Sul palco il comizio sarà
aperto dal segretario Uil Gianni Borrelli. Seguiranno le testimonianze di
4 lavoratori di diverse categorie e di uno studente. Interverrà subito dopo il
segretario Cgil Palermo Enzo Campo. A seguire prenderanno la parola
3 lavoratori e un pensionato. Concluderà il comizio l’intervento
del segretario Cisl Sicilia Mimmo Milazzo. L’hastag della manifestazione
è #SiciliaInEmergenza.
“La Sicilia è in emergenza e Palermo è una città ridotta alla
crisi. Scendiamo in piazza compatti. Ci sarà chi il lavoro ce l’ha, chi
l’ha perso chi lo cerca, per reclamare a gran voce dal governo
regionale e da quello nazionale un cambio di passo in direzione degli investimenti
e dell’occupazione - dichiarano i segretari di Cgil, Cisl e Uil
Palermo Enzo Campo, Daniela De Luca, Gianni Borrelli - Ci sono tanti settori che potrebbero
dare un futuro a migliaia di giovani, nei quali siamo pronti ad avviare
vertenze strategiche con il Comune e con la Regione, dall’edilizia scolastica
alla messa in sicurezza del territorio, per frenare il dissesto idrogeologico e
progettare interventi nella manutenzione delle strade. Chiediamo
una programmazione con interventi straordinari per la soluzione di vertenze
ormai esplosive che attendono risposte da anni, per frenare la fuga delle
grandi industrie, per non subire più la condanna a un isolamento
infrastrutturale”.
“Gli enti locali – aggiungono i segretari di Cgil Cisl Uil
Palermo – sono in forte difficoltà per via dei trasferimenti ridotti,
la Regione continua a mostrare incapacità politica di concordare, fra diversi
livelli istituzionali, con Stato e comuni, strategie, soluzioni anticrisi e
politiche di crescita, che devono vedere la partecipazione di tutti”.
I sindacati manifestano portando in piazza a Palermo una
PIATTAFORMA con le emergenze della città. Si chiedono garanzie
occupazionali per i 10 mila lavoratori dei call center, lo sblocco della
vertenza Fiat e dell’indotto, il rilancio strutturale e occupazionale del
Cantiere Navale, il rilancio e la riconversione delle aree industriali di
Brancaccio, Carini e Termini Imerese, tutele del territorio attraverso la
giusta programmazione delle attività dei lavoratori forestali, un piano
straordinario per l’edilizia, a partire da quella scolastica, con la
progettazione, il finanziamento e lo sblocco delle opere cantierabili, il
riordino e il rilancio del sistema delle partecipate. E ancora: l’avvio di
interventi per le politiche attive del lavoro, un piano per il rilancio del
Commercio e del Turismo, una Sanità funzionante, il recupero e la
riqualificazione delle periferia, contrattazione sociale territoriale per
lavoratori, pensionati, disoccupati e migranti e la salvaguardia dei diritti
alla salute, allo studio, alla sicurezza, alla mobilità, all’accoglienza e a un
ambiente eco-sostenibile.
LA CRISI -
Un’economia sempre più fragile, quella palermitana, dove la disoccupazione
totale è salita dal 16,9 per cento al 23,16 per cento, aumentata di 3 punti di
percentuale nell’ultimo anno e dove la disoccupazione giovanile sfiora ormai il 60 per cento. Negli ultimi
quattro anni la crisi nera ~ha colpito i territori ~con 47 mila posti persi
solo nel capoluogo siciliano. Non
gode di buona salute nemmeno il turismo, settore di punta, dove si registrano
flussi in calo a Palermo nel 2014 del 3,1 per cento. Ben 65 mila
pensionati, fra invalidità , vecchiaia, superstite, percepiscono un importo
medio che si aggira attorno ai 503,23 euro, sotto la soglia di povertà. Bassa
la densità imprenditoriale: a Palermo, dove gli investimenti sono
crollati del 50 per cento, è di appena lo 0,84. Una Palermo
dove si assiste allo smantellamento delle aree produttive da una parte e
dall’altra alla nascita di una nuova classe operaia povera, che ha sostituito
tute blu ed edili: i lavoratori dei call center, 10mila dei quali solo in
provincia di Palermo, quasi tutti con contratti part-time e paghe
oscillanti tra 600 e 800 euro al mese. Una
delle conseguenze della crisi: la fuga, in specie dei giovani, dalle
città. Lo evidenzia il dato dell’ultimo rapporto Svimez, che vede
Palermo prima nella classifica delle città più colpite dal fenomeno delle
migrazioni dei suoi abitanti. La previsione 2010/2050 per Palermo è di
152 mila cittadini in meno.
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