di NICOLA CIPOLLA
Nei giorni scorsi La Repubblica e altri
organi di stampa hanno dato grande rilievo all’iniziativa del sindaco di
Lampedusa, Giusy Nicolini, di sostituire con energie rinnovabili al 100% gli
idrocarburi necessari per la viabilità e
l’elettricità dell’isola e delle altre isole Pelagie sulla base del PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) approvato.
Quasi come una risposta su La Sicilia di
domenica 25 ottobre esce subito una presa di posizione nettamente in contrasto
per realizzare un accordo di programma tra la Regione Siciliana, il Ministero
dell’Ambiente e il Ministero dello Sviluppo
Economico attraverso cui TERNA, l’Eni e l’Enel possano investire
centinaia di milioni (naturalmente con il contributo dello Stato) per collegare
con nuovi cavi le isole di Vulcano, Lipari e Salina (le Eolie) con la centrale
elettrica di Pace del Mela da alimentare con il metano proveniente dalla Libia,
sconvolta dalla guerra civile, o dalla
Russia di Putin o addirittura dal Kazakistan o Azerbaigian, che senza questo apporto
dovrebbe chiudere così come è stata chiusa la raffineria di Gela liberando la
popolazione dalla diffusione di cancri, malattie respiratorie e malformazioni
genetiche.
Questa contrapposizione fa parte di una
dialettica a livello internazionale che si riflette sulla preparazione della
Conferenza sul clima di Parigi che dovrebbe,
superando i limiti dell’accordo di Kyoto, ridurre la percentuale di ossido
di carbonio e di altri inquinanti nell’atmosfera che, come ha denunciato, tra
il 2013 e il 2014, l’IPCC Intergovernmental
Panel On Climate Change) dell’ONU nel suo V Rapporto ha anticipato al 2030 il raggiungimento di
due gradi centigradi di riscaldamento dell’atmosfera oltre il quale il disastro
ambientale diventerà irreversibile. Si potrebbe chiudere, cioè, una fase della
vita sulla terra caratterizzata dalla presenza umana: l’Antropocene. Ogni
giorno che passa si delinea sempre più chiara la tesi sostenuta dai grandi
monopoli delle energie fossili e dei settori industriali “energivori” (auto, chimica, etc.).
Durante la visita negli Usa di Papa Francesco, accolto da Obama per
illustrare assieme il contenuto verde dell’enciclica “Laudato sii”, era
scoppiato, a cura dell’agenzia EPA (United States Environmental Protection
Agency) l’agenzia dipendente dal Presidente, lo scandalo della Volkswagen colta in “peccato
mortale” per avere truccato con sofisticati apparecchi quasi 500 mila auto diesel contro i limiti
vigenti e con ripercussioni gravissime sull’ambiente e sulla salute delle
popolazioni. Lo scandalo aveva messo in
rilievo che in Europa, per intervento della Merkel e dei governanti di altri
paesi come la Francia e soprattutto l’Italia era stata
rinviata al 2017 l’approvazione di una legge analoga, anche se di portata
inferiore, a quella USA per limitare i danni atmosferici. E’ stato, a questo
fine, convocato il 28 ottobre il Comitato tecnico della UE per cercare di
eliminare questa mancanza. Invece, come afferma il titolo di La Repubblica del
29 ottobre u.s. pag. 8: “Gas, vincono i produttori raddoppia la tolleranza…”,
rappresentanti dei governi della Germania, dell’Italia, della Francia ottengono
una maggioranza per modificare in peggio
la stessa proposta della Commissione Esecutiva che pure era stata molto
criticata dal Gruppo Verde al Parlamento Europeo e dalle forze ambientaliste.
Restano in minoranza i paesi del nord
Europa: Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda che hanno già programmato
l’uscita totale dalle energie fossili attraverso dei piani nazionali con
scadenze dal 2030 al 2035 utilizzando risorse alternative disponibili nei loro
territori. L’Idroelettrico, l’eolico, i boschi e le foreste, l’utilizzazione
dei rifiuti e il risparmio energetico. Lo sviluppo della tecnologia e la
riduzione dei costi per l’istallazione di energie rinnovabili e l’introduzione
di pratiche di risparmio energetico permetterebbe entro pochi anni, prima del
2030, di raggiungere in tutta la UE,con particolare riferimento all’area
mediterranea, la completa liberazione dai
costi monetari e ambientali
derivanti dal sistema delle energie fossili. Questo porterebbe alla chiusura
totale di tutti i giacimenti, le raffinerie, i gasdotti, metanodotti,
elettrodotti, finanziati dal sistema bancario
europeo ed internazionale, che potrebbero portare al fallimento quelle
imprese del settore auto e delle energie fossili che preferiscono mantenere un
sistema feudale di rendita, che prima o poi deve finire perché porta ad un
disastro ambientale in cui anche loro saranno travolti, invece di farsi
promotrici della trasformazione con la
III Rivoluzione industriale di Rifkin che può portare allo sviluppo
dell’economia e dell’occupazione e soprattutto all’introduzione di una nuova
civilizzazione.
Le condizioni che hanno permesso a Lampedusa di programmare l’uscita dalle
energie fossili esistono per tutta la
Sicilia, per tutto il Mediterraneo e il Medio Oriente. Sulla base dei Piani
energetici comunali, sui tetti degli
edifici pubblici e privati e sulle altre aree idonee della Sicilia il sole, il
vento possono generare, gratis e senza chiedere tangenti, ogni giorno più di quanto viene consumato oggi in Sicilia. Il surplus, a
costo infimo, può essere, perciò, destinato ad imprese grandi, medie, piccole e artigianali che assicurino una nuova
fase di sviluppo. L’ARS, tanto e giustamente criticata, quando è stata
sollecitata da un movimento come quello per l’acqua pubblica, che ha mobilitato
Consigli comunali e popolazioni ed ha presentato un progetto di legge di
iniziativa popolare, è riuscita ad approvare una legge che in gran parte ne accoglie alcuni principi fondamentali. Partendo dai
Piani Energetici Comunali che sono stato
approvati dalla stragrande maggioranza dei Comuni siciliani, ora occorre una
nuova mobilitazione per una nuova legge
di iniziativa popolare che elimini i blocchi operati dalla legislazione
nazionale e regionale, di Renzi e di Crocetta, e assicuri, anche attraverso un
Fondo di Rotazione, i mezzi per avviare
una vera e propria “rivoluzione” non solo economica ma anche sociale e
politica.
Nicola
Cipolla
Presidente del CEPES
Associazione rosso-verde fondata da
Pio La Torre
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