I sindacati
bocciano la nuova pianta organica dell'Asp di Palermo. 204 posti in meno e un
taglio di risorse per 14 milioni. Aumentano medici e dirigenti. Si riducono
infermieri, fisioterapisti, tecnici della prevenzione, operatori,
amministrativi
Rischio
“malasanità” a Palermo. Cgil, Cisl, Uil Ugl e Nursing up hanno spiegato
stamattina, in una conferenza stampa, i motivi alla base della bocciatura
da parte delle sigle sindacali della dotazione della nuova pianta organica
dell’Asp di Palermo, che ha previsto 204 posti in meno e ha un taglio per i
servizi pari a 14 milioni. I sindacati hanno denunciato “forte
preoccupazione” per il rischio concreto di un peggioramento delle
condizioni di lavoro degli operatori sanitari e dell’assistenza sanitaria per
l’utenza di Palermo e provincia, che dovrà fare a meno di infermieri,
fisioterapisti, psicologi, amministrativi e tecnici della riabilitazione.
“Speravamo in un miglioramento di questa pianta organica e in un potenziamento dei servizi specifici che l’Asp deve garantire. C’è stato solo un peggioramento. Questa pianta organica non è adeguata a dare risposte alla salute dei cittadini e alla sicurezza degli operatori”, hanno denunciato stamattina, in una conferenza stampa in via La Loggia, le Rsu Mario Scialabba,per la Cgil, Gaetano Mazzola per la Cisl, Giuseppe Amato per la Uil, Giuseppe Pollina per il Nursing Up, Francesco Grassa per l’Ugl, assieme al coordinatore delle Rsu Maurizio Manzella e al presidente dell’assemblea Rsu Cosimo Russo.
Rispetto
all’annuncio di futuri concorsi pubblici, i sindacati prospettano una
realtà ben diversa. “La nuova pianta organica del’Asp di Palermo prevede solo
4.896 posti, con 204 posti in meno rispetto alla precedente. Si tagliano
operatori e non si spende nemmeno una parola sulla stabilizzazione non prevista
dei 700 contrattisti, molti dei quali sono precari anche da 26 anni. Così
come si continuano a esternalizzare servizi, creando di contro reparti fantasma
che esistono solo sulla carta, come la riabilitazione, la lungodegenza e i Cta
psichiatrici, impossibiliti a partire per mancanza di personale previsto”.
I NUMERI. La dotazione, osservano i
sindacati, è sbilanciata a favore di alcune figure professionali. I numeri
totali passano dai 5.100 posti della pianta organica precedente (nel 2007 i
dipendenti erano 7 mila) ai 4896 dell’attuale, con la soppressione di ben 204
posti. Crescono, in tale situazione, i medici (+10 direttori e +18
dirigenti) mentre si riducono gli infermieri (- 53), i tecnici della
prevenzione (-30), i fisioterapisti (-21), gli amministrativi (– 55), gli
operatori (-20). Le altre figure professionali del comparto si riducono
anch’esse e anche quando c’è qualche aumento come per gli operatori
sociosanitari (+20), si resta molto al di sotto delle necessità per poter
assicurare adeguata e qualificata assistenza con particolare riferimento alle
strutture territoriali (ad es. le RSA).
Tra le cause
che limitano la programmazione, il taglio ai finanziamenti deciso dalla
Regione, che ha ridotto l’importo di 14 milioni. Si è passati infatti da
un tetto di spesa di 292.644.milioni di euro agli attuali 278.690
milioni. Ne subiscono le conseguenze i SERT, i Consultori, i moduli di
salute mentale, le attività di neuropsichiatria infantile, assieme a tante
altre attività, fra cui l’attività di prevenzione e di riabilitazione, che
rischiano di essere ridimensionate o addirittura tagliate. L’attività di
riabilitazione, in particolare, diventa la cenerentola dell’azienda, con
la soppressione del dipartimento, con l’azzeramento degli organici dei reparti
ospedalieri, il ridimensionamento degli organici delle strutture territoriali e
di Villa delle Ginestre (che avrà 16 infermieri per 60 posti letto). E il
rischio di un ridimensionamento riguarda ospedali di punta per la provincia
come quelli di Corleone e Petralia.
Per quanto
riguarda le esternalizzazioni, i sindacati hanno chiesto un “monitoraggio” dei
servizi appaltati a ditte esterne tra cui il servizio di pulizia, di
giardinaggio ma anche diversi servizi sanitari che la Asp è tenuta a erogare
come i Cta psichiatrici e la riabilitazione ospedaliera che nella relazione
tecnica della direzione aziendale esiste ma non può essere attivata.
“Per noi la
partita non è chiusa. Denunceremo questa situazione in tutte le sedi. Non
intendiamo sentirci corresponsabili delle carenze dell’assistenza sanitaria a
Palermo”.
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