Palermo
2 ottobre 2015 – Un appello ai cittadini e alle forze politiche e sociali
democratiche di Bagheria per manifestare domenica, tutti insieme, dalle 10 alle
12, solidarietà ai lavoratori in sciopero di “Gelato In” di Bagheria, che
protestano per salvaguardare il posto di lavoro. Lo firmano: il Centro
Studi Pio la Torre, Adimed, l’associazione antiracket antiusura del
comprensorio bagherese, l’associazione Agape, Casa dei Giovani, Caritas della
parrocchia San Giovanni Bosco, la Camera del Lavoro Bagheria, la
Filcams Cgil di Palermo, la Cgil di Palermo, Padre Giovanni Mendola
Chiesa-Madrice.
Lo sciopero è stato proclamato dalla Filcams Cgil Palermo e dalla Cgil di Palermo. I 9 dipendenti della gelateria in amministrazione giudiziaria dal 13 novembre del 2014 protestano da mercoledì, con un’ora di sciopero al giorno, dalle 9 alle 10, per sensibilizzare i cittadini sui disagi che stanno vivendo sul luogo di lavoro. Primo tra tutti: la mancata erogazione degli stipendi di luglio, agosto, settembre, della quattordicesima, e del saldo del mese di marzo. Motivo? Gli incassi insufficienti, anche se i fornitori vengono regolarmente pagati.
L’altra contestazione riguarda l’assenza di un piano produttivo per tenere in
vita la gelateria, che era pienamente produttiva e che è entrata in crisi anche
per via della riduzione dell’orario di lavoro, scattata da quando
l’azienda è in amministrazione giudiziaria. “Il bar prima era aperto
dalle 5 del mattino, per consentire ai pasticceri di iniziare il lavoro.
Adesso apre alle 6,30 assieme al laboratorio. Quindi siamo pronti molto più
tardi. E la sera in estate stavamo aperti fino alle 2 e mezza di notte.
Adesso alle 21, 30 già dobbiamo rientrare i tavolini. Siamo una gelateria: in
estate avremmo potuto lavorare tanto. Abbiamo perso moltissimi clienti. In questi
giorni stiamo ricevendo grande solidarietà dalla gente”, dicono i dipendenti,
che attraverso la Cgil e la Filcams chiedono un confronto con
l’amministratore unico Roberto Pagano e l’amministratore giudiziario
Roberto Nicola Santangelo.
Sabato pomeriggio ci sarà un volantinaggio in centro. E
domenica, davanti a Gelato In, alle 10, si terrà un’assemblea di
due ore. Nell’appello firmato dalle associazioni, con l’adesione di due
Chiese che rivolgeranno l’invito a partecipare all’assemblea di solidarietà
durante la messa, si chiede alla gente di sostenere “l’azione
antimafia dei lavoratori con un consumo consapevole e solidale”. Il consumo di
un gelato, o di un caffè; per la legalità.
La mancanza di un serio confronto sulle politiche di rilancio del Bar sta
mettendo in crisi il lavoro fatto per il ripristino della legalità all’interno
di un’azienda dove i rapporti di lavoro dei 9 dipendenti sono tutti regolati
dal contratto nazionale di lavoro. “Chiediamo la solidarietà della gente per
salvaguardare l’attività del bar e chiediamo all’amministrazione giudiziaria di
garantire la produttività del bene, per evitare che i dipendenti perdano il
posto di lavoro”, dicono Laura Di Martino, della Filcams Cgil e Vito Lo Monaco,
del centro Pio La Torre, tra i promotori dell’appello. “Più
volte abbiamo cercato un confronto costruttivo con l’amministrazione
giudiziaria, a cui va indubbiamente il merito di avere ripristinato una
condizione di legalità all’interno del pubblico esercizio soprattutto con la
corretta applicazione del Ccnl di categoria – affermano Monja Caiolo,
segretario generale della Filcams Cgil di Palermo e Mario Ridulfo, della
segreteria Cgil di Palermo – Ma non si è riusciti ad affrontare i temi
fondamentali per l’individuazione di possibili interventi per lo sviluppo
dell’attività commerciale di Gelato In, che versa in non buone condizioni,
nonché per un serio piano di rientro per le spettanze arretrate. Le richieste
di incontro, sinora, non hanno trovato il giusto riscontro, motivo per cui si
teme per la salvaguardia occupazionale dei dipendenti”. La protesta sfocerà nell’assemblea di domenica, negli spazi antistanti la
gelateria. Assemblea “che – spiega la Cgil - non vuole essere di ostacolo
all’attività giudiziaria”, ma è stata indetta “per l’aggravarsi del
disagio avvertito dai lavoratori” per coinvolgere la collettività
bagherese, le istituzioni locali e le associazioni.
La
Filcams e la Cgil nella lettera inviata all’azienda, e per conoscenza al
giudice delegato Mario Fontana della sezione misure di prevenzione del
Tribunale di Palermo, scrivono: “Siamo costretti a intervenire con forza
per la difesa dei diritti dei lavoratori anche perché è intenzione della Cgil,
organizzazione da sempre impegnata nella lotta contro la criminalità,
scongiurare una perdita di fiducia nei confronti dello Stato a seguito di
attese di cui non si conoscono i tempi”.
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