Palermo 6 ottobre 2015 - A partire dal 15 ottobre, presso tutti gli sportelli zonali della Cgil e del Patronato Inca, si effettuerà la raccolta delle richieste di restituzione delle somme versate dai cittadini immigrati, a titolo di contributo aggiuntivo, per il rinnovo e il rilascio del permesso di soggiorno. La Corte di Giustizia Europea ha emesso a settembre una sentenza che definisce il contributo da 80 a 200 euro, che dal 2012 è richiesto in Italia per ottenere il permesso di soggiorno, “sproporzionato e di ostacolo” alle finalità di integrazione e accesso ai diritti da parte dei cittadini stranieri previste dalle norme europee.
La sentenza è stata salutata come un importante riconoscimento per Inca e
Cgil, che a Roma hanno presentato ricorso contro il decreto
304/2011 che nel 2012 ha dato inizio alla “tassa sullo straniero”.
“E’ una tassa che definiamo odiosa. Riteniamo auspicabile anche una
mobilitazione del mondo politico a sostegno di questa battaglia e chiediamo che
il governa intervenga con adeguati provvedimenti di modifica, abrogando il
decreto ed eliminando gli importi chiesti ai cittadini stranieri a titolo di
ulteriore contributo – dichiarano il responsabile dell’Inca di Palermo Giuseppe
Guarcello e la responsabile del coordinamento stranieri Bijou Nzirirane – Nel
frattempo noi offriremo tutela individuale ai cittadini che si rivolgeranno
agli sportelli predisponendo le richieste di risarcimento in attesa
dell’abolizione del decreto o di un nuovo intervento del legislatore”.
Il Tribunale amministrativo del Lazio adesso dovrà
esprimersi sulla richiesta di annullamento del provvedimento di legge, tenendo
conto del parere contenuto nella sentenza dell’organo di giustizia europeo
dello scorso 2 settembre. E il governo deve intervenire per sanare una
situazione “priva di base giuridica”. Il 2 ottobre Cgil e Inca hanno chiesto,
con una lettera al ministro dell’Interno Angelino Alfano e al ministro
dell’Economia Pier Carlo Padoan, che il governo abolisca questo
balzello.
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