Eppure i termini della questione, tutti documentati con
note ufficiali dell’avvocato di fiducia del comune Stefano Siragusa e del
sindaco Lea Savona, sono emersi abbastanza chiaramente nel dibattito consiliare.
Non è stato un incidente la mancata costituzione di parte civile, ma una precisa
scelta del legale, comunicata con nota dell’8 ottobre, condivisa dal sindaco e,
a quel che scrive il primo cittadino nel comunicato stampa del 20 ottobre, letto
in aula nella seduta dello stesso giorno, condiviso anche dalla giunta nella
riunione del 9 ottobre. Perché questa scelta? Per quanto possa sembrare
ridicola e incredibile, la motivano così: da colloqui ufficiosi tra l’avvocato
e il giudice, pare che quest’ultimo abbia detto che non era certo della possibilità
di potere ammettere come parte civile il comune di Corleone. Allora, per non
correre il rischio di… non essere ammessi come parte civile, l’avvocato, il
sindaco e la giunta hanno scelto di non presentare nemmeno l’istanza. Così hanno
avuto la certezza. Incredibile, ma vero, come emerge dai documenti che
pubblichiamo allegati a questo articolo.
Costituirsi parte civile non è un obbligo di legge, ma
una scelta etica e politica. Sindaco e giunta di Corleone hanno scelto di non
costiutuirsi, facendo oggettivamente, al di là ci auguriamo della loro stessa volontà,
un grosso favore alla mafia e ai mafiosi coinvolti nel processo, che così
avranno una parte in meno da fronteggiare. È normale? Riteniamo di no. Corleone
sta tornando davvero indietro. C’è da essere preoccupati. (dp)
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