Il pellegrinaggio nell'eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano di Quisquina |
Per lei il padre aveva pianificato un futuro degno delle sue nobili origini. Tra i dodici ed i quattordici anni scappò di casa non volendo sposare il principe che i genitori avevano scelto quale marito, e per dodici anni (1150 - 1162) si era nascosta in una piccola grotta riparata dal fitto bosco della Quisquina, in provincia di Agrigento. La grotta in questione era stata una scelta ben precisa, visto che la Serra Quisquina apparteneva a suo padre, e lei sapeva che essendo circondata da una fitta vegetazione, era adatta a nasconderla, “Rosalia decide di lasciare gli agi e le ricchezze per cercare Dio nella solitudine e nella preghiera”. Dopo questo periodo di penitenza alla Quisquina, Rosalia decise di tornare a Palermo, dove le fu concesso dalla regina Margherita (moglie del re di Sicilia Guglielmo I), commossa dalla vocazione religiosa della giovane, di trasferirsi in una grotta sul monte Pellegrino dove continuò a vivere in preghiera e in solitudine fino alla morte.
Don
Salvatore Falzone ha officiato
la Santa Messa nella chiesa
dell’Eremo, successivamente il gruppo è partito per Palazzo Adriano (PA),
dove sono stati accolti dagli amministratori locali e da Don Giuseppe
Sepa, parroco della chiesa di Piana degli Albanesi. Palazzo Adriano per la
sua tipicità, è stato scelto da molti registi quale set per i loro film, tra
cui ricordiamo: “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani con Giuliano
Gemma; “Nuovo Cinema Paradiso” (premio oscar 1991) di Giuseppe Tornatore e “La
siciliana ribelle” di Marco Amenta.
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