Michele Russo (in prima fila al centro con gli occhiali) |
Si è spento
giovedì scorso a Palermo Michele Russo. Politico, filosofo, epistemologo, uomo
libero e geniale, aveva 91 anni. Ebbe un ruolo fondamentale prima e dopo
l’invasione anglo-americana della Sicilia,
nella formazione di un gruppo di
giovani socialisti al Liceo Umberto a
partire dal 1938, sotto la guida di due professori socialisti Salvatore Russo e
Francesco Ghera che fecero conoscere ad un gruppo folto di allievi non solo Il
Manifesto di Marx ed Engels ma anche il pensiero di Antonio Gramsci (Salvatore
Russo aveva la collezione dell’Ordine Nuovo e naturalmente la copia de La
questione Meridionale: alleanza tra operai del nord e contadini del sud). Di
questo gruppo facevano parte Mario Mineo, Nino Sorgi (padre di Marcello), Enzo
Sellerio, Beppe Fazio e tutti e quattro i fratelli Russo: Nando, Pippo, Michele
e Franco, fondatore del WWF a Palermo, e
naturalmente io e mio fratello Calogero.
Numerose le compagne che ebbero un grande ruolo per porre non solo i problemi della democrazia ma anche quelli dell’emancipazione femminile e della scuola e che si proiettavano nelle campagne dove favorirono il formarsi di quadri femminili di origine contadine . Tra queste emergevano le due sorelle Elsa, che poi fu la compagna di una vita di Michele Russo, ed Elina Cavallaro, madre di Emilio Arcuri, ben noto ai compagni del Manifesto per avere partecipato alla costruzione del PDUP in Sicilia e oggi vice-sindaco della Giunta Orlando. Faceva parte anche del gruppo socialista Gaetano Lo Coco che però, dopo la crisi della Federazione, si dedicò esclusivamente alla sua carriera di magistrato senza, però, mai dimenticare o tantomeno rinnegare la sua esperienza all’Umberto. A questo gruppo si aggiunsero esponenti del Partito d’Azione come Gianni Guaita, fiorentino capitiniano, marito di Orietta Alliata di Salaparuta.
Questo gruppo
contribuì a fondare la Federazione socialista a Palermo e in Sicilia e si
assunse il compito di contrastare in collaborazione con democratici cristiani-unitari come Giuseppe Alessi e Salvatore Aldisio il
separatismo di Lucio Tasca e della mafia (Genco Russo, Calogero Vizzini,
Calogero Volpe, etc.) sostenuti da Poletti ex governatore di New York e
dall’Amgot e con un difficile rapporto con il PC allora diretto in Sicilia da esponenti settari della corrente
bordighiana maggioritaria alla scissione di Livorno. Con la liberazione di Roma
e la costituzione del governo Bonomi i socialisti, come Rocco Gullo, vice sindaco
di Tasca a Palermo, che avevano
costituito la Federazione socialista siciliana
aderente al Movimento per
l’Indipendenza, chiesero ed ottennero di rientrare nel Partito Socialista. Si determinò una lotta politica interna che
si concluse con l’espulsione di Rocco Gullo e dei suoi sodali dal Partito,
subito però reintegrati da Nenni e Saragat. Una parte di socialisti, con Mario Mineo in
testa, decisero di uscire dal Partito. Però nel frattempo dopo l’arrivo di
Togliatti in Italia e la costituzione
del governo di Unità Nazionale si era aperta anche in Sicilia un’azione, promossa da Girolamo Li
Causi, tendente a realizzare un’unità tra comunisti e socialisti partito
d’azione e tecnici di grande valore che poi portò alla costituzione vittoriosa, nelle elezioni
del 20 aprile 1947 dell’ARS, del Blocco
del Popolo (una specie di anticipazione di quella che sarà in Germania il
partito “Die Linke” formato dai social-comunisti della Sed dell’ex DDR e della
sinistra social-democratica di La Fontaine uscito dal partito social- democratico dopo l’allontanamento
di Wylly Brandt) Li Causi attirò nel PCI
la maggior parte di questi
giovani ex-socialisti affidando loro anche compiti di rilievo A me toccò,
assieme a Michele Russo che era rimasto nel PSI, di costituire la Confederterra
Regionale che promosse grandi lotte per l’attuazione delle leggi Gullo sulle
terre incolte prima e poi per la approvazione della Legge di Riforma Agraria
Siciliana contemporaneamente alla costituzione dell’Ente Siciliano
dell’Elettricità, primo ente pubblico per l’utilizzazione delle acque da
raccogliere in un grande piano di dighe necessarie per l’irrigazione e la produzione di
elettricità a cominciare dalla diga Ancipa di Troina (EN), a cui Michele dedicò
la sua attività in tutte le varie fasi di costruzione e realizzazione di questa
grande opera che ha trasformato in un giardino di agrumi la “piana della
malaria” della novella di Verga. Restò nel
partito anche Nino Sorgi che assieme a Michele ebbero un ruolo fondamentale per
far restare nel PSI, dopo la scissione saragattiana, capi contadini come, ad
esempio, Calogero Cangelosi a Camporeale, Epifanio Li Puma a Petralia e Placido
Rizzotto a Corleone, che mantennero l’unità tra socialisti e comunisti contro la
scissione saragattiana anche nel corso della tremenda campagna elettorale del
18 aprile ’48. Dice Pio La Torre nel suo libro “Comunisti e Movimento contadino in Sicilia” a pagina 25 “Avevo
cominciato la mia attività politica nella borgata dove sono nato. Dopo aver
costituito la sezione del partito e contribuito a crearne altre attorno, avevo
scoperto che c’era bisogno dell’organizzazione sindacale dei braccianti, e,
quindi, mi ero rivolto alla Federterra. Ricordo che nel gennaio del ’47 mi
recai in via Montevergini alla Federterra dove incontrai il segretario Michele
Russo, allora giovanissimo socialista, e gli posi il problema di aiutarmi ad
organizzare la lega dei braccianti nella borgata dove io ero cresciuto.
Russo mi
disse: “Come veniamo ad aiutarti? E’ evidente che tu devi venire a lavorare con
noi”. Venni ingaggiato, su due piedi, come funzionario della Federterra che in
quel periodo era in fase di espansione. Era la vigilia dei congressi di lega, e
venni mandato sulle Madonie, con una motocicletta e in compagnia di un altro
giovane per fare i congressi sostitutivi delle leghe bracciantili in numerosi
paesi di montagna. Questa fu la prima esperienza di funzionario a diciannove
anni”. Nel mio “Diario di un socialcomunista
siciliano” a pagina 131 dico: “Infine il terzo omicidio, quello di Calogero
Cangelosi. Il Comune di Camporeale era allora in provincia di Trapani ma molto
distante dagli altri comuni di quella provincia, invece era molto vicino a
Roccamena, San Giuseppe Jato, Sancipirrello in provincia di Palermo. La
Confederterra e la Camera del Lavoro diretta da Cangelosi erano sorte da poco
ma si erano molto rafforzate e noi della segreteria regionale della
Confederterra, specie attraverso il compagno Michele Russo, accompagnato da Pio
La Torre, avevamo seguito quasi direttamente lo sviluppo di questa organizzazione.
Camporeale era una roccaforte liberale ed era la prima volta che la sinistra
affrontava in forze una campagna elettorale in un comune dove Vanni Sacco non
aveva permesso, fino ad allora, il sorgere di un movimento analogo a quello dei
vicini comuni della provincia di Palermo”.
Dopo lo
scioglimento della Confederterra regionale Emanuele Macaluso, diventato
segretario regionale della CGIL,
volle Michele Russo come suo
principale collaboratore nella CGIL regionale.
Un’altra
parte, invece, con Mario Mineo ed altri diedero vita, assieme ad esponenti
della sinistra democristiana, a movimenti radicali (e perfino trotzkisti!) che
essenzialmente tendevano ad indebolire
l’azione che il Blocco del Popolo di Li Causi conduceva contro il governo Restivo. A queste
iniziative partecipò anche Giuliana Saladino giornalista dell’Ora, unica donna,
mentre tutte le altre compagne socialiste e comuniste mantennero la loro adesione
alla nostra lotta. Enzo Sellerio si dedicò essenzialmente, assieme alla sua
consorte, alla casa editrice e al suo lavoro di fotografo.
Michele Russo
perciò ebbe un ruolo di primo piano in tutta la fase iniziale della lotta
democratica in Sicilia anche dopo la caduta del governo Restivo per la
costituzione, con i cristiano-sociali di Milazzo, di un governo che escludeva i
democristiani . Egli continuò ad avere
una atteggiamento unitario in tutte e
cinque le legislature che compì all’Assemblea Regionale Siciliana.
Nella quinta
legislatura, infatti, si presentò come candidato eletto del PSIUP, nato, su
scala nazionale, dalla scissione a
sinistra avvenuta nel PSI in contrapposizione con l’avvento di Craxi
mentre nel PC di Enna sotto la duplice spinta dei miglioristi di Napolitano e
degli occhettani cominciò ad affermarsi l’egemonia di Mirello, ben noto alle
cronache della politica anche degli ultimi tempi.
Ricordare
Michele Russo e gli altri suoi compagni
di lotte nella fase iniziale della costituzione della democrazia in Italia è
importante oggi anche per contrastare l’azione di coloro che addirittura
criticano la riforma agraria (come Buttafuoco ma non solo) che, invece, è stata
determinante per far uscire la Sicilia, e soprattutto le zone agricole, allora
più popolate delle città, da una situazione di arretratezza (aratro a chiodo e
zappa, 80% di analfabeti privati perciò del diritto di voto) che rimasta tale
dall’unificazione sabauda fino alla caduta del fascismo e addirittura
sopprimere l’Autonomia Siciliana che proprio nelle ultime settimane ha dato
segno di grande vitalità, approvando, unica in tutta Italia, una legge di
iniziativa popolare proposta dal Forum dell’acqua pubblica e dei beni comuni,
che con tutti i suoi limiti ,afferma il carattere pubblico dell’acqua secondo i
principi del Referendum del 2011 che il governo Renzi vorrebbe rovesciare.
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