Tonino Russo, segretario della Flai di Palermo, spiega i loro diritti ai lavoratori che vendemmiano |
Palermo 22
settembre 2015 – Alle 5,30 del mattino una delegazione della Cgil nella
piazza di Alcamo per constatare come vengono reclutati i lavoratori migranti
per la vendemmia. “Caporali”, ma anche “caporalesse”, con le loro
macchine si accostano in Corso 6 aprile, o agli angoli bui della villetta di
piazza pittore Renda, e intavolano una trattativa col singolo lavoratore.
Un vero “mercato delle braccia” in cui se uno è fortunato e viene
preso e lavora in nero altrimenti resta seduto a terra appoggiato allo zaino. E
in tanti restano “disoccupati”. Alle 6,30 il reclutamento è già finito.
Continua il viaggio del sindacato di strada della Flai e della Cgil nelle
campagne tra la provincia di Palermo e Trapani per la raccolta delle uve.
Stamattina una delegazione sindacale della Cgil di Palermo e di Trapani si è
recata nel territorio di Alcamo, in paese e lungo la strada del vino Alcamo Doc
che si addentra fino a Calatafimi, per parlare con i migranti impegnati
nelle vigne e per distribuire materiale informativo multilingue, anche in
arabo, sui diritti dei lavoratori, e cappellini rossi col logo della Flai.
All’alba, ad aspettare in piccoli gruppi sparsi, centinaia di migranti,
senegalesi, nigeriani, ghanesi e del Gambia, marocchini e
tunisini. “Abbiamo constatato come avviene la tratta delle braccia nella
piazza di Alcamo e la differenza nell’impiego, tutto in nero, tra italiani e
migranti. Questi ultimi consegnano i loro documenti e nel caso di
controlli devono dichiarare di essere in prova. Spesso si accontentano
anche di 25-30 euro per otto, dieci ore di lavoro. La sera dormono nei
centri di accoglienza, ma anche in macchina o a terra, sotto gli alberi della
piazza - dichiara il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo – Il
tutto nella totale assenza di controlli. Oggi abbiamo visto solo in lontananza
una macchina dei carabinieri. Si tratta di una filiera povera, con piccoli
proprietari di appezzamenti di terra che portano uva all’ammasso, il cui
prezzo rimane misterioso. E c’è un vero scontro tra poveri per
raccoglierla, tra magrebini e lavoratori dell’Est”.
“Nella
quasi totalità è lavoro nero. Nessun datore di lavoro usa i voucher. Chi
chiede di essere messo in regola, per usufruire di assegni familiari e
disoccupazione, deve pagare 15 euro sottraendoli alla paga per i contributi.
Riteniamo che in giro per le campagne ci sia bisogno di maggiori controlli -
aggiunge il segretario della Flai Cgil di Palermo Tonino Russo-
Sollecitiamo tutti gli enti, Inps, Inail, carabinieri e finanza:
dovrebbero unire le loro forze in un coordinamento. E al governo
regionale, come si fa in altre regioni, chiediamo una legge per il reclutamento
che preveda liste di prenotazione negli uffici del pubblico impiego, per porre
un freno al caporalato e al reclutamento in piazza. Ai lavoratori abbiamo detto
di venire nelle nostre sedi.”.
Della delegazione, composta da una dozzina di persone, hanno fatto
parte anche il segretario della Cgil di Trapani Filippo Cutrone, la segretaria
della Flai Cgil di Trapani Giacometta Giacalone, Bijou Nzirirane, neo
responsabile del coordinamento migranti della Cgil di Palermo, che ha svolto il
ruolo di interprete, e un gruppo di rappresentanti sindacali della
Flai.
Alcune
storie raccolte. Fai Mustafà, 27 anni, senegalese: “Sono un rifugiato
politico. Abito a Cagliari. Ho saputo che qui c’era lavoro nelle campagne e
sono venuto in Sicilia per la vendemmia. In genere guadagno 40 euro
al giorno, per circa 7 ore di lavoro, 5,70 euro l’ora. Ci chiedono i documenti
ma non per fare il contratto: dobbiamo dire che siamo in prova”. Samuel, 19
anni, è del Ghana. “Faccio il bracciante. Se abbiamo il padrone buono ci
trattano bene altrimenti ci trattano male. Lavoro anche 10 ore al giorno, ho il
permesso di soggiorno. Al cibo e all’acqua dobbiamo pensare noi. La paga?
Dipende da chi incontri: possiamo guadagnare da 25 euro a 40 euro per una
giornata”. Amìd, 39 anni, tunisino: “Ci mettono in regola? Alcuni datori
di lavoro, se lo chiediamo, ci rispondono che ci danno la paga ma che
15 euro li dobbiamo sottrarre per versare noi i contributi.
Sono qui dal ’92. Raccolgo uva, olive, pomodori. Lavoro anche nelle case in
paese. Le cose non cambieranno mai. Sempre come gente di colore ci
considereranno”.
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