Pietro Ingrao ad Agrigento (sett. 1975) |
Vi sono uomini cinici e sleali che sono morti prima di morire. Vi sono
uomini liberi, inquieti e tuttavia coerenti con le Idee professate che restano
vivi anche dopo morti. Uno di questi è il compagno Pietro Ingrao.
Fra i
numerosi commenti sulla stampa nazionale nessuno ricorda il legame che Ingrao
mantenne con la Sicilia, con la provincia di Agrigento, con Grotte paese
d’origine della sua famiglia paterna. Rilevo tale mancanza non per
campanilismo, ma perché Ingrao ci teneva a questo legame, come sottolineato
nell'intervista che gli feci il 29 settembre 2001. Anche nel suo
libro autobiografico "Volevo la luna", Ingrao ricorda la Sicilia, i
siciliani, in particolare, Salvatore Di Benedetto (senatore e a lungo sindaco
Pci di Raffadali). Ricordo non casuale poiché Totò fu uno degli organizzatori
della Resistenza milanese e, in particolare, della grande manifestazione del 25
luglio 1943 conclusa con un discorso di Ingrao. Totò e Ingrao rievocarono
questa ed altre vicende in una bella giornata di mare che trascorremmo nell’incantevole
baia di Eraclea Minoa. In provincia di Agrigento, almeno fino ai primi anni
’80, il Pci, il suo gruppo dirigente s’ispirarono alle posizioni ideali e
politiche di Pietro Ingrao e di Enrico Berlinguer. Infine, una riflessione da
compagno a compagno, e con tutto il rispetto dovuto alla sua esemplare figura,
per dire che, probabilmente, con qualche suo dubbio in meno e qualche scelta
decisa in più, si sarebbe potuto evitare al Pci e alla sinistra un epilogo così
amaro. Ma non tutto è perduto. La sinistra, quella autentica, risorgerà, anche
nel nome del compagno Pietro Ingrao.
(Agostino
Spataro)
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