Da sx: D. Paternostro, G. Canzoneri, L. Vallone |
Amici, cittadini prizzesi, compagni, sono, già trascorsi
96 anni da quel 22 settembre 1919, giorno in cui, per mano assassina della
mafia del feudo, venne ucciso Giuseppe Rumore, segretario della camera del
lavoro di Prizzi e della sezione del Partito socialista. Di che cosa era colpevole
questo giovane? Di nulla! Colpevole soltanto di essere un giovane intelligente,
di essere stato un combattente per la patria e di essere ritornato vivo dal
fronte, dopo aver visto gli orrori della guerra; colpevole di aver preso
coscienza che, nel suo paese, Prizzi, esistevano ingiustizie, soprusi,
schiavitù, fame, povertà, arretratezza, colpevole di avere abbracciato sotto la
guida del grande maestro Nicolò Alongi, le idee del socialismo e soprattutto di
aver scoperto i giochi che tenevano schiavi i poveri contadini.
C’era allora a Prizzi una classe borghese, padrona dei
grandi feudi (Raia, Malfarina e Giardo), che deteneva non solo il potere
economico, ma anche quello politico e sociale del paese. I contadini erano
costretti a lavorare dall’alba al tramonto “a pane ed acqua”, per poche lire, senza
diritti e senza contratti, sorvegliati dai campieri, uomini senza scrupoli che
uccidevano pur di far rispettare gli ordini imposti dalla mafia. Giuseppe Rumore
,un giovane prizzese, a testa alta, un rivoluzionario, uno che capì che un uomo
senza lavoro non ha dignità, un capopolo che incoraggiò i suoi compagni a
serrare le fila, e a non cedere ai compromessi, perché la mafia li provò tutti:
ricatti, menzogne, attentati, discriminazioni, calunnie, e infine i colpi di
lupara.
Ai nostri giorni, i giovani, distratti dal consumismo,
sempre alle prese con le nuove tecnologie, si sono allontanati dalla politica,
dalla vita sociale, senza speranza, attratti da sogni vuoti e sterili. A loro
sembra fuori tempo ricordare, oggi, questa pagina della loro storia, questo
personaggio e i problemi di quel tempo. Ma io voglio dirvi cari amici, che si,
siamo in tempi diversi, ma abbiamo oggi gli stessi problemi del giovane Rumore.
A Prizzi e in tutto il mondo, oggi domina, come allora, il capitalismo e gli
interessi dei potentati. La disoccupazione oggi tocca un record altissimo,
l’emigrazione dei giovani svuota i paesi del sud come il nostro. Qual è la
differenza tra i tempi nostri e quelli di Nicolò Alongi e Giuseppe Rumore? Per
questo, amici, in questo giorno, il grande sindacato dei lavoratori, la Cgil,
ha sentito il bisogno di commemorare questi eroi del passato.
La Cgil è stato ed è il sindacato delle lotte per i
diritti del lavoro e dei lavoratori. Fondato a Prizzi da Nicolò Alongi, e
Giuseppe Rumore, fu sostenuto con coraggio e determinazione nel secondo
dopoguerra da Tano Canzoneri, Giuseppe e Antonino Leone, da Raimondo Ragusa,
sostenitori con Pio La Torre della seconda occupazione delle terre. La Cgil
oggi continua ad invitare tutti i giovani, i cittadini e ricorda che le camere
del lavoro sono sempre aperte e disponibili ad accogliere le istanze di tutti. Queste
case del popolo diventino, come nei tempi passati, luoghi di dibattito sui
problemi che affliggono i più deboli. Non scoraggiatevi, troveremo assieme le
soluzioni, i mezzi di lotta. Un invito alla politica, alle istituzioni: “aprite
le porte”!!! Mai come ora la gente si è sentita sola, senza guida, senza
speranza, assillata dai bisogni prioritari.
Gaetano Canzoneri
* Cgil Prizzi
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