di Giovanni Impastato
Il 7 settembre inizieranno le riprese
per la realizzazione di un film tv dedicato alla figura di mia madre. Noi come
Casa Memoria e come famiglia Impastato abbiamo approvato questo grande
progetto, proposto da Rai1 e prodotto dalla Casa di Produzione "11
Marzo" di Matteo Levi. Si ripete per noi, ma in maniera diversa,
l'esperienza vissuta precedentemente con il film "I Cento Passi"di
Marco Tullio Giordana, film di grande successo, girato a Cinisi nel 1999 con il
coinvolgimento di buona parte della nostra comunità e che è servito a
promuovere il nostro territorio e a far conoscere la figura di Peppino
Impastato in tutto il mondo, con grande rispetto per il lavoro politico di
denuncia, di impegno sociale e culturale portato avanti precedentemente dalla
famiglia, da compagni di militanza e dal "Centro Impastato"di
Palermo. Noi, come familiari prima e come "Casa Memoria" poi, abbiamo
sempre dato il nostro sostegno a chi, con progetti di varia natura, offre un
tributo, e un contributo, alla storia di Peppino e a quello che questa
rappresenta ancora oggi; abbiamo sostenuto molti lavori, anche e
soprattutto, dal basso portati avanti con pochi mezzi economici e di grande
valore come nel caso di Antonio Carella e Gregorio Mascolo, che purtroppo non
hanno avuto la visibilità sperata.
La stessa cosa vale per alcuni
documentari realizzati da Giovanni Minoli come "La storia siamo noi",
da Pippo Crapanzano o da Carlo Lucarelli che al contrario hanno avuto un grande
successo e sono stati trasmessi dalle reti Rai nazionali. Anche Canale 5
produsse, negli anni 80, un bel lavoro sulla storia di Peppino, il primo in
assoluto :"I cinque delitti Imperfetti" , tratto dal famoso libro di
Claudio Fava e diretto da un grande regista come Marco Risi, poi trasmesso in
prima serata con un altissimo numero di telespettatori. Purtroppo qualche altro
importante progetto non è andato in porto, come nel caso del
famoso regista Gillo Pontecorvo, autore di grandi capolavori
cinematografici, che voleva chiudere la sua carriera nel 1982 con un film
diverso sulla mafia, lontano dai soliti stereotipi. Proprio un suo amico,
l'attore Gian Maria Volontè, gli aveva consigliato di dedicarsi alla storia di
Peppino che lui, come militante politico di estrema sinistra, conosceva
benissimo. Forse i tempi non erano ancora maturi ed abbiamo trovato delle
grandi difficoltà e parecchie resistenze, ma per noi é stata una vera emozione
conoscere ed ospitare questo grande maestro del Cinema.
È dunque innegabile che il nostro
rapporto con il Cinema sia stato positivo e sicuramente ha contribuito
tantissimo alla nostra crescita dal punto di vista dell'impegno sociale e
culturale, permettendoci di raggiungere, con la nostra storia, il grande
Pubblico. Non ci saremmo mai riusciti con i nostri poveri mezzi.
Purtroppo questo modo di gestire il rapporto con il Cinema e i Mass-media,
negli anni, ha scatenato nei nostri confronti delle pesanti critiche e in alcuni
casi accuse vergognose che ci portiamo fino ad oggi, anche da parte di alcuni
compagni che forse si sono sentiti espropriati di qualcosa che pensavano in
maniera sbagliata appartenesse solo a loro, cercando di ingabbiare la figura di
Peppino all'interno della sua ideologia.
Altre accuse sono arrivate da chi, in
malafede, sosteneva che per i soldi ci siamo venduti Peppino, compresa mia
madre. Noi abbiamo sempre avuto un grandissimo rispetto per le sue idee
politiche che sono sempre state condivise e mai nascoste soprattuto quando
parliamo nelle scuole ai giovani studenti, anzi ne abbiamo fatto tesoro
cercando di trasmettere alle nuove generazioni il suo grande messaggio di
rottura, di impegno civile, di militanza politica e di lotta alla mafia, i
ploclami rivoluzionari fatti di chiacchiere e "Tabacchieri di
lignu", come diceva mia madre, non servono più a nulla. I protagonismi e
gli "eccessi di coerenza" portati avanti fino all'ossessione senza un
progetto di impegno politico e culturale, in mancanza di una vera alternativa e
senza una presenza attiva con proposte concrete finalizzate alla difesa della
memoria di Peppino non ci portano da nessuna parte. Lo studio, l'analisi, la
ricerca, la denuncia, la memoria, debbono camminare assieme con l'umiltà e la
concretezza, solo in questo modo possiamo raggiungere obiettivi importanti.
Infatti, in mancanza di tutto questo, non si fa altro che attaccare e criticare
il lavoro degli altri, non producendo (e non facendo produrre) niente di
concreto, ma causando le, ormai tipiche, rotture di sinistra che dividono
invece di unire, anche se si ha un fine comune.
Su "I Cento Passi" si é
detto di tutto, si sono fatte tante inutili puntualizzazioni, addirittura é
stato reso pubblico l'elenco delle scene vere e quelle ritenute false,
fino al punto di arrivare a contare i passi per verificare se
corrispondevano a cento o se fossero qualcuno di meno o di più. Anche sui
dialoghi, in particolare quello sulla bellezza, abbiamo assistito a delle
ridicole ed inutili polemiche portate avanti da persone che forse non si sono
resi conto che la sceneggiatura é stata scritta e tratta da alcune
pubblicazioni e dal racconto dei familiari e di qualche compagno di Peppino e
che tutto non poteva essere preso alla lettera, considerando il fatto che il
Cinema ha delle precise esigenze. O semplicemente che grazie a questo lavoro
cinematografico, che nulla toglie all'impegno politico di mio fratello, Peppino
adesso é riconosciuto come un simbolo della lotta alla mafia, una figura di
riferimento, in cui riconoscersi, un esempio da seguire in un momento storico
in cui ne siamo carenti. Dobbiamo pure riconoscere che alcuni rischi di
strumentalizzazione sulla sua figura ci sono stati, fino al tentativo di
costruire il Mito o l'icona con l'obiettivo di congelare tutto e far passare in
secondo piano i veri contenuti che stanno dietro la storia di Felicia e
Peppino.
In questo caso dobbiamo ringraziare
chi ci ha aiutato a respingere queste forme di provocazioni, in particolare
Umberto Santino ed Anna Puglisi, che hanno difeso fino in fondo la sua memoria.
Nello stesso tempo non siamo affatto d'accordo quando veniamo accusati di
organizzare "processioni e pellegrinaggi" a Casa Memoria solo per
contare "I Cento Passi" e che la gente viene soltanto per vedere i
luoghi dove é stato girato il film. Non é affatto così e solo chi é
entrato in quella casa e ha sentito la nostra storia ( e non sono affatto
pochi!) può testimoniarlo. E' veramente offensivo nei nostri confronti
pensare e sostenere una cosa del genere, pensiamo che questo "Nove
Maggio" ha smentito in parte queste teorie ma in merito non ci sembra il
momento di aggiungere altro o di parlare del nostro lavoro
quotidiano. Sicuramente non saremo risparmiati da altre pesantissime accuse
per quanto riguarda questo film su mia madre. Dire che ci siamo abituati
non mi sembra affatto giusto, é opportuno tenere conto delle critiche
costruttive che ci aiutano a crescere, il confronto per noi é stato sempre
importante, aprire un dialogo con culture e realtà diverse dalla nostra ci ha
aiutato tantissimo, con evidenti risultati concretizzatesi giorno dopo giorno
con il lavoro e la presenza attiva di Casa Memoria, che , in continuità con
" il lavoro" estenuante portato avanti da mia madre, mantiene viva la
memoria di Peppino, con il contributo determinante del Centro Impastato. Se non
ci fosse stata la presenza attiva del Centro Impastato a partire dagli anni 70,
ancora prima dell'assassinio mafioso di Peppino, sicuramente la nostra storia
avrebbe preso una piega diversa. Non penso che saremmo qui a parlare della
prima manifestazione nazionale contro la mafia, dei depistaggi, dei processi
con le sentenze di condanna contro i suoi assassini, della famosa relazione
della commissione Antimafia e forse anche di Cinema e di tutto il resto che fa
parte della nostra storia e che in molti conoscono.
Per concludere, mi sembra giusto
ringraziare queste persone che fra qualche giorno con la loro troupe,
invaderanno le strade del nostro paese: tecnici, operatori, attori,
scenografi, sceneggiatori, fotografi e registi, persone che ho conosciuto
e che stanno vivendo con emozione ed entusiasmo questo momento importante.
Tutti si sono legati alla figura di mia madre e ognuno di loro, da quello che
ho potuto notare, cercherà di dare il massimo. Per quanto riguarda il film non
vogliamo anticiparvi nulla. Vi diciamo soltanto che l'attrice che
assumerà il ruolo di Felicia mia madre sarà Lunetta Savino, molto brava e
conosciuta dal pubblico italiano. Il Regista sarà Gianfranco Albano, autore di film
tra i più impegnati per la televisione, come " Brancaccio " a
"il Figlio della Luna". La sceneggiatura é stata scritta da Monica
Zappelli e da Diego De Silva.
Noi ci auguriamo che questo lavoro
possa servire a rendere sempre viva la figura di mia madre Felicia, che ha
lottato con il suo grande dolore, non chiudendosi in esso, come imponeva la
consuetudine mafiosa, ma trasformandolo in forza e desiderio di giustizia,
sempre alla ricerca della verità, spesse volte condannata e lasciata sola per
le sue scelte coraggiose. Un vivo ringraziamento da parte nostra a RAI 1 e al
produttore Matteo Levi che ha creduto fino in fondo a questo progetto. Grazie a
tutti e buon lavoro.
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