La delegazione del Comitato "No Povertà" che ha presentato le firme raccolte all'Assessorato EE.LL. |
Per la prima volta nella storia
della Sicilia, un cartello di associazioni di volontariato, sindacali e
datoriali ha presentato all’Ars una proposta di legge di iniziativa popolare
per l’integrazione al reddito delle famiglie in povertà assoluta. I faldoni con
i testi della proposta e le oltre 15 mila firme raccolte in meno di due mesi
sono stati consegnati stamane all’assessorato regionale degli Enti Locali, il
minimo previsto dalla legge per la presentazione del ddl di iniziativa popolare
è di diecimila firme. A settembre la proposta sarà esaminata dall’Ars.
Promotore dell’iniziativa è il Comitato "No Povertà" formato da uno
schieramento di associazioni mai così trasversale: Centro Pio La Torre, Anci Sicilia,
Cgil, Cisl, Uil, Libera, Confindustria Sicilia, Caritas, Comunità di S.Egidio,
Erripa, Comitato lotta per la casa "12 luglio" e Terzo settore.
«La proposta di legge punta a
sostenere le famiglie che, com'è noto, sono le prime e spesso le sole a farsi
carico delle situazioni di disagio, così come già avviene con misure quali la
social card - spiega il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco -.
Il riferimento è la soglia di povertà assoluta, cioè la “spesa mensile minima
necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi” considerati essenziali».
Si punta pertanto a fornire alle famiglie povere la differenza tra
l'insufficiente reddito di cui esse dispongono e la soglia di povertà assoluta.
Sarebbe astrattamente preferibile fare riferimento alla povertà relativa.
Tuttavia, l'integrazione fino alla soglia della povertà assoluta, in una
situazione di ristrettezza delle risorse, è l'unica che può garantire
l'irrinunciabile riconoscimento del beneficio a tutti i bisognosi, come diritto
di cittadinanza pieno ed esigibile. La prescrizione dell'effettuazione della
richiesta della carta acquisti presso un centro di assistenza fiscale o un
patronato è volta a far pervenire all'amministrazione regionale istanze in
genere corredate della documentazione necessaria e da soggetti pienamente
titolati, così da ridurre enormemente il nuovo carico di lavoro relativo
all'espletamento di tali pratiche.
"Mi sento di esprimere
tutto il mio apprezzamento - sottolinea il direttore della Caritas di Palermo,
Sergio Mattaliano - a quella parte della chiesa che attraverso l'impegno di
parroci e dei parrocchiani è riuscita a partecipare attivamente alla raccolta
delle firme per la legge d'iniziativa popolare che vuole contrastare la povertà
assoluta". "La povertà in Sicilia, in tutte le sue sfaccettature, è
una grave piaga che attanaglia tutta l'Isola. Il comitato stop povertà a cui ha
deciso di aderire la Caritas ha permesso attraverso l'unione trasversale di più
forze insieme, ecclesiali e non, di portare avanti una battaglia comune per
dare respiro a tutte quelle famiglie che soffrono un grave disagio
sociale". "Se si riuscirà a rispondere ai bisogni dei nuclei sociali
più disagiati in povertà assoluta, sarà un grande passo avanti - conclude-.
Ognuno di noi ha fatto la sua parte e adesso toccherà alla regione valutare la
proposta di legge popolare per poi portarla a compimento".
Va ricordato che l'Unione Europea
considera l'intervento sulla povertà e l'inclusione sociale come una componente
essenziale delle politiche di sviluppo e coesione. Pertanto, il finanziamento
anche tramite fondi comunitari è possibile e per di più ne consentirebbe un
effettivo e pieno impiego. Per coprire i costi della legge si stima serviranno
100 milioni il primo anno e 70 negli anni successivi che potranno essere
attinti dai fondi comunitari Fse, Fesr e Fears, Sie, Pac e Fondo di sviluppo e
coesione.
Centro Pio La Torre
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