I nipoti di Intili col sindaco di Caccamo e il segretario della Cgil di Palermo scoprono la targa della nuova tomba del sindacalista assassinato dalla mafia nel 1952 |
Palermo 7
agosto 2015 – “I particolari sulla storia di nostro nonno li abbiamo appresi
solo adesso. Ora, a 51 anni, ho realmente capito perché viviamo a
Pisa e perché la nostra famiglia tanti anni fa è dovuta scappare via da
Caccamo. Mio padre, che era un contadino come il nonno, dopo la sua uccisione
non trovava lavoro. La mafia non lo faceva lavorare”. Così Filippo
Campisi, 51 anni, ha ricordato oggi la figura di Filippo Intili, contadino e
dirigente della Cgil di Caccamo, ucciso dalla mafia il 7 agosto del 1952,
commemorato per la prima volta dalla Cgil di Palermo con una celebrazione al
cimitero del paese.
La figlia Santa Raia e il segretario della Cgil di Palermo rendono omaggio alla tomba del sindacalista di Casteldaccia |
La Cgil in questi mesi ha ripreso i contatti con la famiglia, che vive in
Toscana. E ha organizzato la giornata del ricordo alla presenza di una
rappresentanza dei familiari. Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco
di Caccamo Andrea Galbo, la scrittrice Vera Pegna, il segretario della
Cgil di Palermo, Enzo Campo, il responsabile Legalità per la Cgil
Dino Paternostro. Il frate domenicano padre Giovanni Calcara ha tenuto
una benedizione davanti alla lapide, presso la quale sono state deposte le
corone di fiori dei familiari, della Cgil e del Comune.
Questa mattina anche un altro dei nipoti, per la prima volta in paese per
l’anniversario di Intili, Giuseppe Gullo, 55 anni, ha raccontato di
aver provato le stesse sensazioni: “Non avevo mai saputo niente. I miei
genitori ci avevano solo raccontato che il nonno era stato ucciso. Forse
volevano tenerci all’oscuro di una storia così dura e triste. Poi, da quando su
Internet è comparsa una foto di Filippo Intili, ho appreso che era un
sindacalista della Cgil, e ho trovato la sua storia su Google. Assieme agli
altri cugini, abbiamo così aperto su facebook la pagina “Nipoti di nonno
Filippo Intili”. Intili fu fatto a pezzi in una montagna sopra il paese a colpi
di ascia.
GUARDA L'ALBUM DELLA CERIMONIA PER FILIPPO INTILI
GUARDA L'ALBUM DEL FORUM "ANDREA RAIA: UNO - DUE - TRE
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Il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo ha chiesto scusa alla famiglia
di Filippo Intili, e a quella di Andrea Raia, il primo sindacalista
ucciso dalla mafia, ricordato il 5 agosto, dopo 71 anni dalla morte, alla
presenza della figlia 89enne Santa Raia. Raia è stato
commemorato due giorni fa a Casteldaccia e oggi con un convegno su Rifiuti ed
ecomafie si conclude la tre giorni di iniziative in suo ricordo. “La
Cgil chiede scusa per i troppi anni in cui questi due martiri italiani, della
Cgil e del Pci, non sono stati ricordati – ha dichiarato il segretario della
Cgil Enzo Campo - Intili e Raia non erano eroi solitari ma erano a
capo di movimenti dei lavoratori e combattevano per il lavoro che mancava e per
le terre. Sono stati tra i sindacalisti meno citati, nella lunga strage
dei dirigenti siciliani del sindacato uccisi. Oggi vogliamo rendere loro
omaggio e strappare il loro ricordo dall’oblio. Il loro esempio dimostra
che le collusioni tra potere e mafia si potevano combattere e vincere. E
la loro storia ci spinge a continuare a lottare per quei valori di solidarietà,
emancipazione, libertà e giustizia che ci hanno trasmesso”.
“Con la commemorazione di Calogero Cangelosi, ucciso il 1° aprile del
1948 a Camporeale, di Filippo Intili e di Andrea Raia è iniziato il
viaggio della memoria che la Cgil sta percorrendo per ricordare tutti i suoi
martiri, colmando un ritardo e per riaffermare una delle più belle storie
d’Italia, che non è storia di parte – ha aggiunto Dino Paternostro –
Oltre a questo calendario della memoria, presto a Palermo diverse strade
saranno intitolate ai sindacalisti uccisi”.
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