Rosario Crocetta e Fausto Raciti |
In definitiva, il Nazareno è per il pollice verso, ila
segretaria del Pd ed il gruppo parlamentare, invece, finora stanno dall’altra
parte. La sensazione è che possa aprirsi uno spiraglio a favore di Crocetta.
Raciti vuole che sia il Pd a governare la Sicilia e non il cerchio magico di
Crocetta, cui addebita i guasti che hanno condotto alla crisi e, segnatamente,
all’esplosione del caso Tutino, con la nomina di manager non condivisi dal
partito. La intercettazione “incriminata” rimane tuttavia sullo sfondo, perché
le smentite della Procura della Repubblica sull’esistenza dell’intercettazione
non ammettono repliche, e non c’è finora notizia che altre Procure
possiedano la registrazione della minaccia a Lucia Borsellino da parte del
medico di Crocetta, Matteo Tutino.
Raciti e Ingroia sono stati ospiti di Radio Anch’io, ed hanno illustrato con chiarezza
le loro posizioni. Ingroia è vicino a Crocetta, presiede una società
partecipata regionale ed è il leader di un movimento, Azione sociale, che si
presentò, senza fortuna alle consultazioni regionali e nazionali.
L’ex pm ha posto l’accento sulle smentite della
Procura di Palermo e sui silenzi delle altre procure, che potrebbero avere
l’intercettazione incriminata, ricordando che all’appello del Ministro
degli Interni, Angelino Alfano, perché “chi sa parli”, non ha risposto
nessuno. È lecito perciò, conclude Ingroia, che l’intercettazione non
esiste e che l’Espresso si trovi in mano qualcos’altro. Che però è stato
visto ed ascoltato da più cronisti, non solo dai due giornalisti dell’Espresso,
che hanno fatto “l’impresa”.
Quanto alla valutazione politica, il giudizio di
Ingroia su Crocetta non è negativo, anche se critico verso i risultati ottenuti
dal governo. Contraddittorio? Sì, è possibile. Ingroia ricorda che Crocetta non
ha potuto contare su una maggioranza solida, ed i risultati deludenti non
possono essere addebitati solo a lui, tutt’altro.
Molto articolata l’analisi di Fausto Raciti. “Ogni soluzione è possibile, per
come stanno le cose”, ha detto il segretario regionale del pd siciliano.
“Crocetta non è né un santo né un demonio. E’ stato l’uno e l’altro in queste
ore, a seconda degli eventi. La caratura antimafia è stata la cifra principale
della sua atività di governo, e questa non è bastata… Il Pd ha ottenuto con lui
il 35 per cento dei voti, da questo bisogna partire… Ma la sua caratura
antimafia è stata messa in discussione da Manfredi Borsellino, non possiamo
ignorarlo. Il nostro compito è dare un giudizio politico…”
Quale sarà? Verrà invitato a dimettersi o potrà
proseguire fino alla fine del mandato?
“Abbiamo più volte sottolineato i limiti di questa
esperienza”, risponde Raciti, “in Sicilia oggi c’è un dibattito sulla Sanità
che ci vede protagonisti, in prima fila. Voglio ricordare che nelle nomine dei
manager della sanità solo il Pd si è messo di traverso, e alla luce di quanto è
avvenuto, ha fatto bene a dissentire. C’erano delle forzature e delle logiche
non convincenti. Le intercettazioni rese note in queste ore, che vedono
protagonisti proprio i manager, pongono l’accento proprio su quel momento del
conflitto fra il Pd e il governatore. La responsabilità delle forzature va
attribuita proprio al circuito ristretto in cui Crocetta compie le sue scelte e
ci si serve di una pesante retorica antimafia…”
Come si esce dall’empasse?
“Il problema, spiega Raciti, non è farlo dimettere, ma
è costruire il percorso politico futuro. Un problema che coinvolge gli alleati
del Pd. Noi non ci ritiriamo certo a vita privata dopo le dimissioni… Ci siamo
opposti al cerchio magico, che ogni leadership ormai porta con sé. Ed è questo
il punto vero del conflitto…”
Difendete il governatore a spada tratta?
“No, nemmeno per idea. Ho difeso Crocetta dopo la
pubblicazione della notizia perché la Procura è stata chiara,
quell’intercettazione non c’è. Il Procuratore è un magistrato che ha un alto
senso sdelle istituzioni. Fra Lo Voi e il direttore dell’Espresso ho il dovere
di credere a Lo Voi…”
L’Espresso ribadisce che è tutto vero e che sono stati
fatti controlli incrociati. Potrebbe trovarsi nei fascicoli di un’altra
Procura…
“Per ora, risponde Raciti, prendo atto che non esiste,
mi devo occupare di politica. Emerge in modo incontrovertibile la interferenza
di Matteo Tutino nelle vicende della Sanità siciliana. Una interferenza
indebita, che non ha niente a che vedere con la salute di Crocetta. La
direzione del Pd ha chiesto al governatore di rispondere ai rilievi formulati
da Lucia Borsellino nella sua lettera di dimissioni… Ma il punto vero resta il
cerchio magico: o c’è il cerchio magico o c’è il Pd”.
Siciliainformazioni.com,
20 luglio 2015
Nessun commento:
Posta un commento