"Questo riconoscimento è un
motivo d'orgoglio ed è una grande gioia per Palermo e i palermitani, ma anche
per tutti i siciliani. L'inserimento dell'itinerario arabo normanno,
nell'elenco dei siti Unesco che sono considerati patrimonio mondiale
dell'umanità, con ben sette monumenti su nove a Palermo, è la conferma
internazionale della bellezza e grandezza culturale, artistica e storica di
questa città, patrimonio di tutti e di ciascuno e sarà certamente volano di sviluppo
turistico e nuova economia per Palermo e per tutta la Sicilia". È quanto
afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presidente del Comitato di
pilotaggio del sito "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e
Monreale" e capo della delegazione italiana presente a Bonn, appena
appresa la notizia dell'inserimento del sito nella World Heritage List
dell'Unesco.
"Esprimo la mia soddisfazione, a nome dell'intera Amministrazione
comunale, che ha lavorato alacremente e per diversi mesi per raggiungere questo
prezioso risultato - ha aggiunto il primo cittadino -. Continueremo ad
impegnarci per proteggere e custodire questo patrimonio, affinché possa essere
tramandato intatto alle generazioni future. Questo riconoscimento, se è
possibile, è ancora più significativo e importante, proprio in un momento in
cui il fondamentalismo islamico compie stragi e vorrebbe portarci ad uno
scontro di civiltà, perché ci ricorda che culture e religioni diverse, come
quella araba, normanna e bizantina, possono convivere insieme, influenzandosi e
contaminandosi reciprocamente, così come accadeva nel passato, e così come
accade oggi a Palermo, città della pace e del dialogo fra i popoli e dove lo
scorso marzo abbiamo firmato la Carta di Palermo, al termine del convegno
internazionale 'Io sono persona, dalla migrazione come sofferenza alla mobilità
come diritto'. Le istituzioni comunitarie riflettano sul profondo messaggio che
scaturisce da questa scelta dell'Unesco"."È un riconoscimento alla storia e all'arte dell'isola, che può rappresentare una grande opportunità per le eccellenze produttive del territorio - afferma Aurelio Angelini, direttore dell'Unesco Sicilia - ma è anche il riconoscimento a un modello antesignano di convivenza tra popoli e religioni diverse. La Sicilia è sempre stata una terra che ha aperto le braccia allo straniero, al contrario di quei paesi che, oggi, si scontrano sulle quote di accoglienza e preferiscono ergere muri e steccati a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dai disastri ambientali".
L'itinerario arabo-normanno, che ha avuto il riconoscimento Unesco, è costituito da nove monumenti, di cui sette solo a Palermo, come il Palazzo Reale con la cappella Palatina, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti e quella di Santa Maria dell'Ammiraglio (nota come chiesa della Martorana), la chiesa di San Cataldo, la cattedrale di Palermo, il palazzo della Zisa, ponte dell'Ammiraglio. Gli ultimi due sono le cattedrali, con i rispettivi chiostri, di Cefalù e Monreale.
Fanno parte del Comitato di pilotaggio, che martedì si riunirà a Palermo per affrontare le tematiche legate al piano di gestione dei siti, i Comuni di Palermo, Monreale e Cefalù, l'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, la Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, la Fondazione Sicilia, la Fondazione Federico II, l'Assemblea regionale siciliana, il Ministero dei Beni e delle attività culturali del turismo, il Ministero dell'Interno fondo edifici di culto - prefettura di Palermo, le Arcidiocesi di Palermo, Monreale e Cefalù, l'Eparchia di Piana degli Albanesi.
Lunedì, alle ore 11, presso la sala conferenze della Galleria d'Arte Moderna, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Leoluca Orlando, si terrà un incontro con i giornalisti.
DOSSIER DI CANDIDATURA per l’iscrizione nella WHL del sito
seriale “PALERMO ARABO-NORMANNA E LE
CATTEDRALI DI CEFALÙ E MONREALE”
Un progetto promosso dalla Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e
dell’Identità siciliana, con i contributi della Fondazione di Sicilia e dei
Comuni di Palermo, Cefalù e Monreale; degli arcivescovati delle diocesi di
Palermo, Cefalù, Monreale e dell’Eparchia di Piana degli Albanesi.
PALERMO, CEFALÙ E MONREALE
Ad un visitatore che volesse apprezzare il fascino di
Palermo e del suo patrimonio storico, monumentale e artistico, dal nucleo
fenicio-punico al Liberty, la città si dispiegherebbe attraverso strade e
antichi greti, fino alle acque della Cala, testimonianza dell’antico porto che
in epoca greca diede il nome Panormos all’insediamento. Il suo percorso attraverserebbe la città arabo – normanna, la chiaramontana, la tardo –
gotica, la rinascimentale e barocca, fino a raggiungere gli episodi del Liberty
passando per la Palermo neoclassica. Colpirebbero il visitatore la
poliedricità, la varietà multicolore, la stratificazione materiale e culturale
che ancora oggi permea il cuore della città, i muri e le strade, tra le voci
multilingue che animano i mercati storici.
Se tra i tanti possibili itinerari, dovessimo sceglierne
uno solo, pur consapevoli di mettere da parte significativi livelli di
stratificazione, la nostra preferenza favorirebbe certamente lo “strato” arabo- normanno. Viaggiatori e cronisti dell’età araba e normanna, fra X e XII
secolo hanno descritto l’organismo urbano, gli edifici sacri (chiese e
moschee), i palazzi lussuosi e giardini, dando testimonianza della loro
sontuosità, della ricchezza delle essenze botaniche, dell’abbondanza delle
fontane d’acqua, della varietà di culture, etnie e religioni. Questa varietà
multiforme, che di fatto costituisce la specificità dello strato culturale arabo – normanno, capace di assorbire in sé
diversi patrimoni di civiltà, l’arabo, il latino, il greco, l’ebraico,
all’insegna dell’apertura e della tolleranza, non poteva non riflettersi
nell’urbanistica, nell’edilizia e nelle manifestazioni artistiche in genere.
Dal Palazzo Reale di Palermo, monumento principe per la manifestazione della
ricchezza e del potere politico e culturale del regno normanno, al Duomo di Monreale, che al suo
interno custodisce la più vasta decorazione a mosaico dell’intera produzione
del bacino Mediterraneo; dalla chiesa di Santa Maria
dell’Ammiraglio, simbolo della purezza del
genio bizantino ortodosso, adorna di mosaici bizantini tra i più stupefacenti
nel panorama della produzione di epoca comnena, al Palazzo della Zisa, che con le
sue peculiarità costruttive e le sue forme cristalline rifrange le luci
dell’architettura Ifriqena. Nel centro, come ago di bilancia, splende la Cappella Palatina il più
sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano ed eseguito da mani
di artista (Guy de Maupassant). In questo
sito seriale risulta impensabile trascurare il Duomo di Cefalù, custode di mosaici che studiosi
di arte bizantina come Viktor Lazarev classificarono eccellenti fra tutti ed
egregiamente conservati.
La committenza normanna favorì forme di appropriazione
culturale, divenendo allora ambasciatrice di un linguaggio nuovo, capace di
combinare l’elemento bizantino e islamico con quello romanico d’oltralpe. Il
risultato è un unicum che i visitatori come Goethe e Guy de Maupassant e i viaggiatori
del Grand Tour hanno
esaltato e reso noto nei loro resoconti e attraverso i diari di viaggio,
sovente arricchiti da pittoresche raffigurazioni che prima dell’esordio della
fotografia restituirono un’immagine fascinosa, dal carattere sensibilmente
esotico, del capoluogo siciliano.
La produzione di epoca normanna appare come un ibrido che
nell’ambito della storiografia artistica italiana sfugge ad ogni tentativo di
classificazione. In realtà essa costituisce un endemismo peculiare, una summa originale, una sinfonia di stili
innovativa e autentica, che ha stimolato notevolmente la produzione critica.
Tra tutti monumenti arabo-normanni presenti, ai fini della
candidatura UNESCO, ne sono stati selezionati nove che preservano in modo
pressoché integrale le componenti architettoniche e decorative e che, in virtù
delle particolari attenzioni rivolte ad essi da parte delle istituzioni, si
presentano in buono stato di conservazione. Tali monumenti inoltre beneficiano
di adeguate misure di tutela da parte degli organi preposti. Si tratta infatti
delle opere più rappresentative e artisticamente rilevanti nelle quali è possibile
riconoscere inequivocabilmente i tratti salienti dell’arte arabo - normanna in tutte le sue componenti e
sfaccettature.
L’elenco dei monumenti proposti
per la costituzione dell’sito seriale arabo-normanno, comprende:
1. PALAZZO
REALE E CAPPELLA PALATINA
2. CHIESA DI SAN
GIOVANNI DEGLI EREMITI
3. CHIESA DI SANTA
MARIA DELL’AMMIRAGLIO (CHIESA DELLA MARTORANA)
4. CHIESA DI SAN
CATALDO
5. CATTEDRALE DI
PALERMO
6. PALAZZO DELLA ZISA
7. PONTE
DELL’AMMIRAGLIO
8. LA CATTEDRALE DI
CEFALÙ
9. LA CATTEDRALE DI
MONREALE
Si è scelto di non candidare tutto il centro storico,
perché l’Unesco non accetta più interi complessi urbani, ma si punta su un sito
seriale tematico arabo-normanno che partendo da Monreale, con il suo celebre
Duomo e il chiostro, raggiunga il capoluogo siciliano fino nel cuore del centro
storico coinvolgendo in particolar modo i giardini e i monumenti annessi: il
Palazzo Reale detto dei Normanni, la Cappella Palatina, la Chiesa di Santa
Maria dell’Ammiraglio (Chiesa della Martorana), la Chiesa di San Cataldo, la
Cattedrale, il Palazzo della Zisa, il Ponte dell’Ammiraglio, la Chiesa di San
Giovanni degli Eremiti. Un sito seriale che, infine, si concluda con il Duomo
di Cefalù e il chiostro.
I monumenti sopra menzionati costituiscono, in un’ideale
catalogazione, di monumenti che per i loro requisiti d’integrità, autenticità e
condizioni di conservazione e fruizione, così come definiti necessari
dall’UNESCO perché un bene possa essere iscritto alla World Heritage List – il
vero e proprio sito seriale candidato a Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il grande patrimonio storico-architettonico e
monumentale di Palermo, si compone di altri monumenti che, pur presentando il
carattere di autenticità, al contempo soffrono di problemi in ordine alla loro
conservazione e fruizione. Tali monumenti necessitano di interventi di natura
gestionale e di azioni di intervento infrastrutturale. Si auspica che in
futuro, intervenendo in merito a tali problematicità, il’sito seriale UNESCO
arabo-normanno possa ampliarsi ricomprendendo anche tali monumenti:
1. CASTELLO A MARE
2. LA CUBA
3. CASTELLO DI MAREDOLCE E IL PARCO
DELLA FAVARA
4. CHIESA DI SANTA MARIA DELLA
MADDALENA
5. CHIESA DELLA MAGIONE
Infine, Palermo presenta numerosi complessi
architettonici che hanno caratteristiche e tracce arabo normanne ma che, per il
complesso degli elementi in essa presenti, non hanno i requisiti richiesti
dall’UNESCO e che quindi non rientrano formalmente nel sito seriale UNESCO, si
tratta di tutti quei monumenti che, pur non essendo ammissibili a causa della
perdita di elementi di originalità, sono comunque importanti e storicizzati e
che andranno comunque valorizzati, nell’ambito dei progetti che riguarderanno
il sito seriale UNESCO:
1. LA CUBA SOPRANA (VILLA NAPOLI) E LA PICCOLA CUBA
2. CAPPELLA DI S. MARIA L’INCORONATA
3. SAN GIOVANNI DEI LEBBROSI
4. CHIESA DI SANTO SPIRITO (CHIESA DEI VESPRI)
5. CHIESA DI SANTA CRISTINA LA VETERE
6. USCIBENE
8. QANAT DI PALERMO
7. BAGNI DI CEFALÀ
Il sito seriale di Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e
Monreale è costituito dalla selezione delle più significative realizzazioni,
espressione di un sincretismo socioculturale che, durante il periodo di
dominazione normanna, tra l’XI e il XII secolo, dette vita ad uno straordinario
patrimonio edilizio unico al mondo. Gli elementi selezionati come
“gruppo”, si basano sulle loro ottimo stato di conservazione (e questo è un
caso eccezionale in cui gli edifici del periodo non si sono degradati al
livello di archeologia) e sulle particolari variazioni dello stile “sincretico”
che ciascuno di essi ha assunto. Infatti, benché ogni edificio è parte di un
tutto organico, essi singolarmente assumono delle caratteristiche uniche che,
in ognuno dei casi, si coniugano in modi nuovi e diversi, ognuno riflettendosi
autonomamente sulle tradizioni culturali di questo luogo, da quella islamica
alla bizantina, la tradizione romana, e quella latina.
Dichiarazione di valore
universale eccezionale che ne giustifica la candidatura
“L’insieme degli edifici
costituenti l’sito seriale arabo normanno rappresentano un eccezionale valore
universale come esempio di convivenza e interazione tra diverse componenti
culturali di provenienza storica e geografica eterogenea (sincretismo
culturale).
Tale fenomeno ha generato uno stile architettonico originale in
cui sono mirabilmente fusi elementi bizantini, islamici e romanici, capace di
volta in volta di prodursi in combinazioni uniche, di eccelso valore artistico
e straordinariamente unitarie”.
Criteri
per i quali si riconosce il “Valore universale eccezionale” del sito seriale
proposto
Sulla base dell’analisi comparativa di
seguito riportata e dell’intera documentazione prodotta, i monumenti
selezionati, riconosciuti quali opere autentiche e integre, rispondono alle
caratteristiche previste dai seguenti criteri indicati dall’UNESCO.
Criterio
(ii): mostrare un importante interscambio di valori umani, in
un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli
sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella
pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio.
Criterio
(iv): costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia,
di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri uno
o più importanti fasi nella storia umana;
L’elenco dei monumenti
proposti per la costituzione dell’itinerario arabo-normanno, comprende:
1. Il Palazzo dei Normanni/
Cappella Palatina
Palazzo
dei Normanni. Antico Castrum islamico eretto su
preesistenze di origine punica, dal 1072 diviene residenza dei sovrani
normanni. Il complesso monumentale comprende, oltre la Cappella Palatina, la
torre Pisana e la Torre della Gioaria. In quest’ultima si trovano la Sala dei
Venti e la cosiddetta ‘Sala di Ruggero’, caratterizzata da un raro rivestimento
musivo risalente al tempo di Guglielmo I (1154-1166).
La Cappella Palatina
di Palermo e il tesoro della Cappella. Fondata da Ruggero II nel 1130, la Cappella
Palatina presenta impianto basilicale a tre navate, presbiterio triabsidato e
cupolato, di impronta fortemente bizantina. Bizantini sono anche i mosaici che
ne decorano le pareti: risalgono ad epoca ruggeriana quelli che ricoprono le
superfici murarie della zona presbiteriale; sono invece databili agli anni di
Guglielmo I, quelli con storie del Nuovo e del Vecchio Testamento e dei Santi
Pietro e Paolo, che si trovano sulle pareti delle tre navate del corpo
longitudinale; a Guglielmo II (1166-1189), infine, si attribuiscono quelli
della parete occidentale. Appartengono all’edificio voluto da Ruggero II anche
i mosaici pavimentali in opus sectile e il soffitto ligneo a muqarnas
e dipinto, opera di maestranze islamiche.
La ‘Cappella
inferiore’ costituisce presumibilmente l’originario edificio sacro fatto
erigere subito dopo la presa di Paleremo (1072) per volere dei conquistatori
Roberto il Guiscardo e il conte Ruggero.
Il tesoro della
Cappella Palatina contiene numerosi oggetti sacri tra cui spicca in particolare
la collezione di cofanetti arabo-siculi in avorio, che include cofanetti
a decorazioni incise, cofanetti dipinti, cofanetti scolpiti e un eccezionale
esemplare di cofanetto a tarsie, detto “cassetta incrostata”, realizzato
presumibilmente da artigiani dell’Egitto fatimide (fine secolo XII).
2. Chiesa di San
Giovanni degli Eremiti
Il complesso
monumentale di San Giovanni degli Eremiti comprende la “sala Araba” a pianta
rettangolare, un brano di moschea araba del X secolo, e la chiesa con il
chiostro facenti parte del monastero fondato da Ruggero II nel 1132. Il
chiostro a pianta rettangolare è connotato dalla successione di colonnine
binate con capitelli a foglie d’acanto sormontati da archi a sesto acuto.
3. Chiesa di Santa Maria
dell’Ammiraglio
L’edificio fu fondato
dal Grande Ammiraglio del Regno, Giorgio d’Antiochia, negli anni ’40 del XII
secolo, e nell’impianto originario si fa interprete della cultura bizantina del
suo fondatore. La chiesa è la
Concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. E’ caratterizzato da una
pianta a croce iscritta in un quadrato e sormontata al centro da una cupola. L’interno
è decorato da mosaici realizzati da maestranze bizantine tra il 1143 e il 1148.
4. Chiesa di San Cataldo
La chiesa fu fatta
costruire dall’Ammiraglio Maione da Bari, nel periodo in cui detenne la carica
tra il 1154 e il 1161. L’edificio traduce in un linguaggio locale, improntato
su soluzioni islamiche, il modello pugliese della chiesa a tre navate con
cupole sull’asse centrale e semibotti sulle laterali.
5. Cattedrale di Palermo
La fondazione risale
a Gualtiero Offamilio, arcivescovo della città dal 1169 al 1190. L’edificio ha
conosciuto nel tempo vari rimaneggiamenti fino all’estesa ristrutturazione
tardo-settecentesca eseguita su progetto di Ferdinando Fuga. A questa data
risale anche la sistemazione dei sarcofagi imperiali e reali nelle prime due
cappelle della navata di destra, dove si conservano le spoglie di Ruggero II e
di sua figlia Costanza, dell'imperatore Enrico VI, di Federico II e della
moglie Costanza D'Aragona.
6. Palazzo
della Zisa e Cappella della Zisa
Il palazzo della Zisa
(dall’arabo al-Azīza, ovvero "la splendida") sorgeva fuori le mura
dell’antica città di Palermo, all’interno del Genoardo (dall’arabo Jannat
al-arḍ ovvero “giardino o paradiso della terra”). L’edificio è iniziato da
Guglielmo I nel 1165 e completato dal suo successore Guglielmo II. Il modello
per l’architettura è l’edilizia palaziale islamica dell’Africa settentrionale e
dell’Egitto. Ad arricchire il palazzo è la Sala della Fontana collocata al
piano terra del palazzo, impreziosita da mosaici e volte a muqarnas.
Oltre la peschiera
antistante faceva parte del complesso anche una piccola e preziosissima
Cappella, ragionevolmente coeva all’edificazione del palazzo.
7. Ponte
dell’Ammiraglio
Nei
pressi della Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, il Ponte dell’Ammiraglio fu
costruito nel 1113 da Giorgio Antiocheno, ammiraglio del conte Ruggero, e lega
la sua fama alla battaglia dei Mille di Garibaldi che vi si svolse nel maggio
1860. Ancora oggi nella piazza, denominata piazza Scaffa, rappresenta un simbolo
di collegamento tra il centro città e la zona periferica.
8. Duomo
di Cefalù e chiostro annesso
Fondato
nel 1131 da Ruggero II, era destinato a luogo di sepoltura per sé e i suoi
successori. La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da
eleganti bifore e monofore. L’interno, a
croce latina, è diviso in tre navate e sfoggia un transetto particolarmente
alto. La decorazione musiva che ricopre le pareti del presbiterio con la grande
abside centrale - dove campeggia l’imponente figura del Pantocratore - è opera
di maestri bizantini e fu realizzata entro il 1148. Annesso al duomo è
l’elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati. Esso
si presenta come uno dei più notevoli esempi di scultura romanica in Sicilia.
9. Duomo
di Monreale e chiostro annesso
La
costruzione del Duomo, dedicato a Santa Maria Nuova, fu voluta da Guglielmo II
nel 1172. Nel 1183, l’edificio viene elevato a sede arcivescovile. L’impianto,
alla stregua delle grandi cattedrali romaniche cistercensi e cluniacensi,
riprende in linea generale il modello del Duomo di Cefalù. All’interno si trova
un’imponente decorazione musiva, eseguita da maestranze bizantine con storie
vetero e neotestamentarie e il Cristo Pantocratore nel catino absidale mediano.
Sul fianco destro del presbiterio si trovano il sarcofago in porfido di
Guglielmo I e quello marmoreo di Guglielmo II.
Il
Duomo è affiancato dal chiostro dell’antico convento benedettino, dove per
volere di Guglielmo II risedettero i monaci provenienti da Cava dei Tirreni. E’
caratterizzato da un portico ad archi ogivali a doppia ghiera, sostenuti da
colonne binate, alternativamente decorate a mosaico. I capitelli invece sono
istoriati con scene bibliche.
Contenuti del Piano di Gestione
La prima fase di lavoro del Piano di Gestione UNESCO del
sito seriale “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, è
di analisi conoscitiva del patrimonio: partendo dall’acquisizione della
documentazione esistente circa gli elementi di interesse culturale, storico-architettonico
e naturalistico-ambientale presenti nell’area. Parallelamente, in questa prima
fase, si è prevista l’individuazione degli aspetti che caratterizzano
l’identità territoriale e socio economica; si tratta quindi di un momento di
valutazione delle risorse territoriali teso a definire l’importanza e il
posizionamento dei vari elementi sul mercato di riferimento.
Fondamentale è la parte dedicata alla definizione degli
obiettivi e delle strategie operative per un piano d’interventi e di azioni che
ponga in essere le direttrici strategiche e gli obiettivi di lungo periodo al
fine di assicurare l’integrità del sito, la tutela e valorizzazione del suo
patrimonio culturale ma anche, più in generale, paesaggistico, nell’ambito di
una strategia generale basata sulla sostenibilità e lo sviluppo durevole.
Tra questi, si possono citare a titolo di esempio: la
tutela e conservazione del patrimonio per le future generazioni, la definizione
di linee di sviluppo compatibile con la conservazione, la promozione di un
turismo consapevole e che induca benefici alla popolazione residente.
Si sono quindi individuati delle strategie e degli obiettivi
tematici che costituiscono l’articolazione dei piani di settore.
Il piano di azione perla
conoscenza, protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio, sviluppa le tematiche connesse con l’incremento della conoscenza
degli strumenti per la tutela e la pianificazione e la proposta dei necessari
correttivi
- Piano della conoscenza
- Piano della protezione
- Piano della conservazione
- Piano della valorizzazione del patrimonio
ambientale
- Piano della valorizzazione del patrimonio
culturale materiale e immateriale
Il piano di azione
per la ricerca e la valorizzazione sociale, culturale ed economica, individua le modalità per un processo di crescita di
consapevolezza da parte delle popolazioni locali sulla loro identità, espressa
dal sistema patrimoniale del territorio; individua inoltre le modalità per la
comunicazione all’esterno ditali valori, attraverso:
- Piano di azione per la ricerca
sociale
- Piano di azione per la valorizzazione
sociale
- Piano di azione per la ricerca culturale
- Piano di azione per la valorizzazione
culturale del patrimonio materiale e immateriale
- Piano di azione per la ricerca
economica
- Piano di azione per la valorizzazione
economica
- Piano della comunicazione e del marketing territoriale
Attuazione e Valutazione: la struttura organizzativa
Per assicurare l’effettiva attuazione e la piena
implementazione delle linee e delle disposizioni previste dal Piano di Gestione
UNESCO per il sito seriale “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e
Monreale” si è deciso di individuare gli strumenti operativi e gestionali in
grado di promuovere, seguire e valutare tutte le azioni previste, utilizzando
una struttura di gestione appositamente costituita, denominata Comitato di
Pilotaggio presieduto da un sindaco a turno.
Tale struttura si avvarrà per la parte esecutiva delle
attività della Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia - promossa dall’Assessorato
Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e dalla Commissione
Nazionale Italiana UNESCO - che ha, tra i suoi compiti istituzionali, la
gestione dei siti siciliani dichiarati Patrimonio dell’Umanità, anche dal punto
di vista della realizzazione delle azioni di tutela/valorizzazione progettate e
intraprese tra quelle previste nei Piani di Gestione, nonché del loro
monitoraggio.
Il Piano di Gestione elaborato intende, fornire uno
strumento che faccia uso del grande appeal dei monumenti e della loro rilevanza mondiale per promuovere lo
sviluppo sociale ed economico sostenibile attraverso la valorizzazione di tutto
il patrimonio materiale e immateriale che è diffuso sull’intera area,
coinvolgendo i numerosi enti pubblici e privati che hanno competenze e
interessi nell’area, per perfezionare, ampliare e realizzare le politiche di
conservazione e tutela relative al patrimonio paesaggistico e a tutti gli altri
beni culturali, materiali e immateriali, presenti nell’area.
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