Iniziativa 8
luglio presso l’ex Fonderia Oretea alle ore 9,30
Palermo 3
luglio 2015 - Si terrà mercoledì 8 luglio, alla Real Fonderia Oretea, alle
9,30, l'iniziativa che ogni anno la Fillea Cgil di Palermo mette in
cantiere per commemorare i fatti che nella giornata dell’8 luglio 1960 coinvolsero
tra gli altri due edili palermitani: Francesco Vella, di 49 anni, e
Andrea Gancitano di 19 anni, uccisi entrambi da colpi di arma da fuoco.
All’iniziativa, che sarà aperta con l’introduzione del segretario della Fillea
Cgil di Palermo Francesco Piastra, intervengono Emanuele Macaluso (in
collegamento telefonico), il presidente del centro Pio la Torre Vito Lo Monaco,
il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo, il docente di Diritto del
Lavoro Alessandro Bellavista, il sindaco Leoluca Orlando. Presiede Piero
Ceraulo, della segreteria Fillea di Palermo e conclude Walter Schiavella,
segretario nazionale della Fillea Cgil.
Quella mattina, per risposta ai fatti di Reggio Emilia e a seguito della
proclamazione dello sciopero generale della Cgil, il centro di Palermo di buon mattino
fu presidiato dalla polizia, al fine di disturbare la manifestazione. Il
corteo fu caricato brutalmente dalla celere con le jeep spinte a velocità
contro la folla. I lavoratori si difesero come poterono con sassi e
bastoni. Le ragioni che portarono allo sciopero generale e agli scontri di
piazza erano quelle della difesa di una democrazia ancora giovane, offesa
dall’apertura del governo Tambroni ai post- fascisti. Con lo
sciopero generale dell’8 luglio la protesta contro il governo Tambroni assunse
una dimensione nazionale e la Cgil si pose alla guida del
malcontento e della mobilitazione popolare, contro la deriva autoritaria
del governo. Il clima che portò alla tragedia era quello di un
grande fermento sociale, frutto di una condizione generale di arretramento che
a Palermo e in Sicilia era rappresentato dal perdurare del caporalato,
dai ritardi nella ricostruzione degli scempi della guerra, dall’arretramento
dei lavoratori nelle campagne e nelle realtà industriali palermitane. La
realtà di quegli anni è fatta di diritti negati, di non lavoro,
di lavoro precario, di gabbie salariali ( gli operai palermitani
guadagnavano il 60 per cento di quanto guadagnava un operaio genovese), di
sconfitte e di repressioni.
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