Paolo Borsellino |
La
bellissima lettera dei PM di Marsala a Paolo Borsellino. Da leggere e
rileggere, certo. E poi da rileggere ancora. Un grande uomo e un grande
magistrato Paolo Borsellino
“Carissimo Paolo, al di là dei saluti
ufficiali, anche se sentiti, un momento arrivato, un colloquio fra noi. Non
tutti siamo qui a Marsala con Te fin dal Tuo arrivo, ma ognuno di noi porta nel
suo cuore un pezzetto di storia da raccontare sul lavoro a Marsala, nella
Procura che Tu hai diretto. Ci piacerebbe ricordare tante situazioni
impegnative o tristi o buffe che ci sono capitate in questa esperienza comune,
ma l’elenco sarebbe lungo e, allo stesso tempo, insufficiente”. “Possiamo
comunque dirTi di avere compreso appieno il significato di questo periodo di
lavoro accanto a Te e le possibilità che ci sono state offerte: l’esperienza
dei «pentiti», i rapporti di un certo livello con la polizia giudiziaria, sono
situazioni rare in una Procura di provincia, e la Tua presenza ci ha consentito
di giovarci di queste opportunità. Abbiamo goduto, in questi anni, di una
autorevole protezione, i problemi che si presentavano non ci apparivano
insormontabili perchè ci sentivamo tutelati”.
“Qualcuno ci
ha riferito in questi giorni che Tu avresti detto, ironizzando, che ogni Tuo
Sostituto, grazie al Tuo insegnamento «superiorem non recognoscet». Sai bene
che non è vero, ma è vero invece che la Tua persona, inevitabilmente, ci ha
portati a riconoscere come superiore solamente chi lo è veramente. Ci sono
state anche le incomprensioni, e non abbiamo dimenticato nemmeno quelle: molte
sono dipese da noi, dalle diversità dei caratteri e della natura di ognuno;
altre volte, però, è stata propria la Tua natura a vedere ogni cosa da una Tua
personale angolazione, insuscettibile di diverse interpretazioni. Tuttavia,
anche in questo sei stato per noi un «personaggio», Ti sei arrabbiato, magari
troppo, ma con l’autorità che Ti legittimava e che mai abbiamo disconosciuto”.
“Anche nel
rapporto col personale abbiamo apprezzato l’autorevolezza e la bontà, mai
assurdamente capo, ma sempre «il nostro Capo». E poi Te ne sei andato, troppo in
fretta, troppo sbrigativamente, come se questo forte rapporto che ci legava
potesse essere reciso soltanto con un brusco taglio, per non soffrirne troppo.
Il dopo – Borsellino – non Te lo vogliamo raccontare: pure se uniti fra noi, in
tantissime occasioni abbiamo sentito che non c’eri più ed in molti abbiamo
avvertito il peso, talvolta eccessivo per le nostre sole spalle, di alcune
scelte, di importanti decisioni. E adesso il futuro, il Tuo, ma anche il
nostro”.
“Noi Ti
assicuriamo, già lo facciamo, siamo all’erta, sappiamo cosa vuol dire
«Giustizia» in Sicilia ed abbiamo tutti valori forti e sani, non siamo stati
contaminati, se è vero che «chi ben comincia» – con ciò che ne segue – siamo
stati tutti molto fortunati. Per Te un monito: è un periodo troppo triste ed è
difficile intravederne l’uscita. La morte di Giovanni e Francesca è stata per
tutti noi un pò la morte dello Stato in questa Sicilia. Le polemiche, i
dissidi, le contraddizioni che c’erano prima di questo tragico evento e che,
immancabilmente, si sono ripetute anche dopo, ci fanno pensare troppo spesso
che non ce la faremo, che lo Stato in Sicilia è con
tro lo Stato e che non puoi fidarti di nessuno. Qui il Tuo compito personale, ma sai bene che non abbiamo molti altri interlocutori. Sii la nostra fiducia nello Stato”.
4 luglio 1992 .
tro lo Stato e che non puoi fidarti di nessuno. Qui il Tuo compito personale, ma sai bene che non abbiamo molti altri interlocutori. Sii la nostra fiducia nello Stato”.
4 luglio 1992 .
I pm di Marsala
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