Il testo della mozione dei consiglieri Pd |
Mario
Midulla
Corleone - Il
Consiglio comunale di Corleone contro gli incontri dei turisti con il figlio
del boss Bernardo Provenzano. Nell'ultima seduta, giovedì sera, è stata infatti
approvata all'unanimità una mozione presentata dal Pd per invitare
l'amministrazione comunale a verificare «se ci fossero le condizioni per
chiedere un risarcimento al tour operator Oat di Boston per i danni morali e
materiali provocati alla città di Corleone». Un voto che è arrivato nonostante
il parere di un avvocato che afferma che al momento non ci sono «elementi
sufficienti ad intraprendere alcuna azione legale». Era stato il sindaco Lea
Savona a rivolgersi al professionista palermitano.
Dal mese di
settembre dell'anno scorso numerosi turisti statunitensi, nel programma di
visite in Sicilia, hanno anche un incontro col figlio maggiore dello storico
boss di Corleone, Bernardo Provenzano. A professionisti ed intellettuali
americani Angelo Provenzano racconta - in inglese e dopo una breve introduzione
della storia della mafia fatta da uno degli organizzatori - la sua storia ed il
suo rapporto col padre, detenuto dal 2006 al 41 bis, dopo una latitanza
pluridecennale.
E risponde anche alle curiosità degli stranieri che cercano
soprattutto di capire le conseguenze ed il peso di essere il figlio
(incensurato) di un boss condannato, tra l'altro, per strage, omicidio ed
estorsione. Un'iniziativa che ha fatto storcere il naso a parecchi ma che ha
riscosso successo. «Per me - aveva dichiarato nei mesi scorsi Angelo Provenzano
- si tratta di un'opportunità lavorativa importante in un settore, quello
turistico, nelle cui potenzialità ho sempre creduto».
Ma in Consiglio
comunale questa attività ha suscitato dissensi. La mozione di protesta del
gruppo consiliare del Partito Democratico, firmata dal capogruppo Dino
Paternostro e dall'intero gruppo consiliare, è stata presentata qualche tempo fa, ma è stata discussa soltanto
adesso. Ci si interroga, nel documento, sull'opportunità che è stata concessa
al figlio del boss di «intrattenere i turisti americani che arrivano a Palermo,
raccontando la vita e le gesta del padre».
Il sindaco,
in un'aula con molti consiglieri assenti, ha letto la missiva di un legale a
cui è stato dato il mandato di pronunciarsi «sulla presunta lesione di immagine
subita dal comune di Corleone». Dalla lettura è emersa, a giudizio
dell'avvocato, la mancanza di elementi tali da arrecare concretamente un danno
alla città da parte del figlio di Bernardo Provenzano, perché non c'é
l'evidenza di alcuna condotta tesa ad una condivisione e ad una apologia delle
«gesta del padre». Nella stessa lettera, si richiama il diritto/dovere al
lavoro come bene costituzionalmente garantito che non può essere limitato e si
sottolinea la «piena capacità di intendere e volere degli utenti del tour
operator».
Il
presidente del Consiglio comunale, Stefano Gambino, dopo l'approvazione della
mozione, ha invitato l'amministrazione ad approfondire l'operato del figlio di
Provenzano e del tour operator americano. (*MAMID*)
"Giornale
di Sicilia" di sabato 11 luglio 2015
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