L'intervento conclusivo di Susanna Camusso |
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“Sono una lavoratrice atipica da 7 anni e mi occupo di arredamento da Mercatone Uno. Guadagno una percentuale di quello che vendo. Ma lavoro come i colleghi a tempo indeterminato e, al contrario di loro, io non metterò su mai famiglia. Non avrò mai un lavoro vero”, ha raccontato Giusi Di Maria. Serafino Biondo, delegato Fiom del Cantiere Navale, ha spronato il sindacato: “Da delegato di fabbrica, registro una situazione disperata, a perdere, anche tra i nostri colleghi dell’ex Fiat e dell’indotto, che nemmeno riescono a percepire le mensilità degli ammortizzatori sociali. Fincantieri non rinnova i carichi di lavoro e la politica, che doveva stanziare i fondi per realizzare i bacini, è assente”.
A
lanciare l’allarme sul futuro della realtà produttiva palermitana è stato il
segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo. “Quando le grandi aziende
nazionali pubbliche devono fare dei tagli, tagliano nel Mezzogiorno,
soprattutto in Sicilia e a Palermo. Vedi Ansaldo Breda, che ha venduto le sue
aziende ai cinesi ma ha lasciato al suo destino lo stabilimento di Carini, la
Fiat a Termini Imerese, e siamo preoccupati per il Cantiere Navale, che a metà
giugno ha già chiuso la prima officina – ha detto Campo - Quando invece si
tratta di fare investimenti nazionali, ci prendono in considerazione solo per
le grandi emergenze. Come ha fatto l’Anas, dopo il crollo del viadotto
sulla Palermo-Catania. Le Ferrovie dello Stato da 25 anni non investono nella
nostra regione e adoperano solo la tecnica del disservizio, per poi procedere
al taglio dei rami secchi. Il trasporto si è trasferito così sul gommato: ci
sono cinque famiglie potenti in Sicilia che con le loro autolinee si
spartiscono 165 milioni della Regione”.
Una
Sicilia dove si assiste allo smantellamento delle aree produttive da una parte
e dall’altra alla nascita di una nuova classe operaia povera,
che ha sostituito tute blu e operai edili: i lavoratori dei call center, 10mila
dei quali solo in provincia di Palermo, con i loro contratti
part-time e paghe oscillanti tra 600 e le 800 euro al mese. “Sono
loro oggi il prototipo del lavoro povero, precario e con poche tutele, esposti
alle delocalizzazioni e quindi alla perdita di questo misero lavoro”, ha ribadito
Campo, ricordando che a Palermo si sono persi, tra il
2008 e il 2014, 47 mila posti di lavoro, in Sicilia 156 mila e nel Mezzogiorno
576 mila.
Un’economia sempre più fragile, quella palermitana, dove la disoccupazione
totale è salita da 16,9 per cento al 23, 2 per cento, i disoccupati sono
passati da 74 mila a 95 mila, gli investimenti sono crollati del 50 per cento.
“Eppure – conclude il segretario Enzo Campo - ci sono tanti settori che
potrebbero dare un futuro a migliaia di giovani, nei quali siamo pronti
ad avviare vertenzialità strategiche con il Comune e con la Regione,
dall’edilizia scolastica a pezzi alla messa in sicurezza del territorio, per
frenare il dissesto idrogeologico e progettare interventi nella
manutenzione delle strade”.
Un appello, quello del segretario della Cgil di Palermo, raccolto da Susanna
Camusso. “Credo che la Sicilia, come tanta parte del Mezzogiorno, si senta
abbandonata. Penso che tutte le regioni meridionali debbano interrogarsi se
hanno fatto ciò che si poteva fare per utilizzare significativamente i fondi
strutturali. Ritengo inoltre che il tema sia una diversa qualità del Paese
unito: il fatto che la trattativa su Ansaldo Breda si sia conclusa senza lo
stabilimento di Palermo è il segno che le grandi imprese nazionali non hanno in
mente una dimensione nazionale unitaria – ha detto la Camusso - Da questo
punto di vista è aperto il tema di Fincantieri e del futuro del Cantiere Navale
di Palermo. C’è una responsabilità di Fincantieri ma c’è una responsabilità della
Regione perché come abbiamo visto per Termini Imerese, tra gli annunci, le
promesse e la traduzione concreta passa un tempo infinito nel quale
i lavoratori, al massimo, riescono a ricorrere agli ammortizzatori
sociali ma non hanno prospettive”.
A
distanza di un anno dal congresso della Cgil, la crisi continua. E anche nelle
parole del segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, trapelano
considerazioni amare. “La ripresa è solo nella propaganda dei
politici. E’ stato smantellato lo stato sociale e anche le scelte per curare
l’economia malata sono fallite. In questi anni – aggiunge Pagliaro – si è
scelto di fare pagare la crisi ai più deboli. Il governo si era impegnato a
colpire evasione fiscale, corruzione, a mettere in campo le riforme. Anche la spending
review si è fermata davanti ai poteri forti. Credo sia opportuno riflettere su
come siamo fatti noi e come è fatto il mondo che vogliamo rappresentare. Sono
queste le domande alle quali dobbiamo dare una risposta. Oggi non stiamo
celebrando un altro congresso ma stiamo parlando di noi stessi. Prima di dire
che la conferenza di organizzazione è una occasione mancata, come ha detto
qualcuno qui dentro, proviamoci. Proviamo a sviluppare le nostre idee sui
luoghi di lavoro, proviamo a trasmettere fiducia e inclusione identitaria,
proviamo a rendere protagonisti i lavoratori, innoviamoci, diamo ai lavoratori
obiettivi e protagonismo”.
In
mattinata la segretaria della Cgil Susanna Camusso è stata in visita al
Giardino della memoria di Ciculli, fondato da Unci e Anm, per rendere omaggio
alle vittime della mafia. Memoria di Ciaculli a Palermo dove ha reso
omaggio alle vittime della mafia. La Camusso ha sostato davanti agli alberi e
dedicati ai sindacalisti Placido Rizzotto, Nicolò Azoti, Giuseppe Rumore e si è
soffermata anche davanti a quelli che ricordano i giudici Falcone e Borsellino,
il presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella e le vittime della
strage di Portella delle Ginestre. Ad accogliere Susanna Camusso c'erano il
vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales, ed il presidente della
sezione distrettuale dell'Associazione magistrati, il giudice Matteo Frasca.
“E' un luogo straordinario - ha detto Susanna Camusso, che era accompagnata dal
segretario della Cgil palermitana Enzo Campo e dal segretario Cgil Sicilia
Michele Pagliaro - Questo Giardino è un luogo che tutti gli italiani
dovrebbero conoscere. Apprezzo questa iniziativa di cronisti e magistrati
che stanno svolgendo un'attività importante sul versante della legalità. Cronisti
e magistrati hanno avviato l'esercizio della memoria collettiva di tutte le
vittime della mafia e questa è opera meritoria in un Paese dove,
purtroppo, è facile dimenticare. Accetto l'invito dei cronisti, e sarò
qui al Giardino di Ciaculli il prossimo 16 maggio per ricordare Salvatore
Carnevale”.
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