La ricerca archeologica in Sicilia si arricchisce di un nuovo significativo
contributo analitico e documentario con la pubblicazione, per le Edizioni di
Storia e Studi Sociali, del saggio di Sebastiano Tusa Sicilia
archeologica (pp. 320, 150 foto in b/n) che focalizza, da una serie di
prospettive, i caratteri dell’isola dal Paleolitico all’Età del bronzo, nei
contesti del Mediterraneo.
Il noto studioso, da anni soprintendente del Mare della Regione Sicilia, fa
precedere l’immersione negli argomenti specifici da tre scritti, in qualche
modo introduttivi: un saggio autobiografico che evidenzia le radici di una
scelta professionale maturata non senza problematiche esistenziali; un testo
sulla storia dell’evoluzione epistemologica del pensiero scientifico inerente
l’identità italica, tanto dibattuta soprattutto nel periodo tra le due guerre,
da un inquadramento storico-filosofico-archeologico sul Mediterraneo; un saggio
su Paolo Orsi, doveroso tributo trattando di preistoria e protostoria
siciliane.
Seguono due saggi sul campo spinoso della religiosità dei popoli primitivi
della Sicilia che ha appassionato e diviso generazioni di studiosi non soltanto
in Sicilia. Argomento talvolta evitato talaltra abusato per spiegare ciò che
l’archeologia didascalica e descrittiva non riesce a comprendere con le armi
della comparazione etno-antropologica. L’autore tratta inoltre dell’insorgenza
agro-pastorale in Sicilia, ossia della transizione tra le società di cacciatori
e raccoglitori e quelle di agricoltori e pastori. Oggetto particolare di
studio, quel paradisiaco angolo di Sicilia che è la costa orientale della
penisola di San Vito lo Capo, dove si trova la gigantesca Grotta dell’Uzzo. Il
lettore incontrerà, ancora, un saggio dedicato a quei microcosmi eccezionali
per lo studio dei molteplici modelli di adattamento dell’uomo agli ambienti
insulari che sono le Eolie e Pantelleria.
Nel saggio conclusivo l’archeologo propone delle spiegazioni sulle reali
radici identitarie del popolo siciliano, pur convinto che il carattere più
distintivo della Sicilia sia quello del sincretismo antropologico, data la
notevole ricchezza di strati, sostrati e parastrati popolazionali che questa
terra di spiccata accoglienza ha nei millenni accumulato, dimostrando di non
essere soltanto un’isola, ma un arcipelago di culture, religioni, popoli e
tradizioni.
Sebastiano Tusa. Laureato in lettere con tesi in paletnologia presso l’Università La
Sapienza di Roma nel 1975. Perfezionato in Archeologia orientale presso La
Sapienza di Roma nel 1985. Idoneo nel 2000 al concorso per professore
ordinario della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di
Cagliari, settore L01Y, Preistoria e protostoria. Docente a contratto di
Paletnologia presso il Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali
dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli dal 2000. Docente a contratto
di Archeologia Subacquea presso il Corso di Laurea in Archeologia Navale
dell’Università degli Studi di Bologna, sede staccata di Trapani, dal 2001 al
2012. Direttore del Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza per i
Beni Culturali e Ambientali di Trapani (2000-2004). Soprintendente del Mare
della Regione Siciliana dal 2004 al 2010 e dal 2012. Soprintendente per i Beni
Culturali e Ambientali di Trapani dal 2010 al 2012. Direttore della rivista
«Sicilia Archeologica». Dal 1972 ha partecipato e/o diretto missioni e ricerche
archeologiche in Italia, Iraq, Iran, Pakistan, e Turchia. È attualmente
direttore delle Missioni Archeologiche in Sicilia, Libia
e Giappone. Ha condotto numerosi scavi archeologici in Sicilia, Lazio e
Campania. Autore di circa 600 opere, tra monografie e saggi scientifici e
divulgativi.
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