Un momento della protesta |
Una delegazione di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp e Csa, insieme al
coordinamento delle Rsu della ex Provincia regionale di Palermo è stata
ricevuta poco fa dal Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo. Al prefetto
le sigle sindacali hanno consegnato il documento e il volantino sulle
gravissime conseguenze che subiranno le comunità locali a seguito della
soppressione degli Enti. Il prefetto Cannizzo ha assicurato che attiverà le
procedure opportune, trasmettendo alla presidenza del Consiglio dei Ministri i
documenti sindacali. Da stamattina 1200 dipendenti della Provincia di
Palermo, insieme a Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp e ai coordinatori
delle Rsu della Provincia stanno manifestando davanti alla sede della
Prefettura di Palermo.
“No all’eutanasia della Provincia”. “No al dissesto per legge”, dicono i
1200 dipendenti della Provincia di Palermo
(più i 150 delle società
partecipate), che questa mattina, in occasione della manifestazione
indetta a livello regionale presso tutte le sedi delle Prefetture, hanno
manifestato con un sit-in davanti alla sede della Prefettura di via
Cavour, assieme alle segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Fp, Csa e al coordinamento delle Rsu della Provincia regionale di
Palermo.
La seconda iniziativa dopo il presidio degli Enti
locali di giovedì scorso, organizzato dai coordinamenti di tutte le Rsu
siciliane. “Intendiamo richiamare i cittadini sulle gravi conseguenze già
evidenti e su quelle che a breve e a lunga scadenza subiranno le comunità
locali a seguito della soppressione degli Enti. Dopo l’affossamento all’Ars
della legge di riforma delle Province, con l’abrogazione dell’articolo 1, la
nostra preoccupazione principale sono i finanziamenti che stanno venendo
a mancare – hanno protestato questa mattina i dipendenti aderenti a tutte
le sigle sindacali - I prelievi forzosi imposti dalla Legge di stabilità
2015, che sottrarrà alle Province un miliardo solo per quest’anno e una
cifra doppia nei prossimi due anni, e l’inerzia del governo regionale in
merito al decollo della riforma, determineranno il probabile dissesto degli
enti. Non solo la Provincia non sarà in grado di erogare i suoi servizi e nel
caos normativo non saprà più quali servizi svolgere. Ma già adesso edilizia
scolastica, strade provinciali, ambiente e servizi per i disabili sono a
rischio così come presto lo saranno i nostri stipendi”.
Il pericolo, per i dipendenti a tempo determinato e
indeterminato e per il personale che svolge funzioni delegate alle
Province è “di incorrere, se a tempo determinato, in un mancato rinnovo
dei relativi contratti e, se a tempo indeterminato, nella possibilità di
licenziamento. Una situazione drammatica che la delegazione composta
dai segretari territoriali Filippo Romeo, per la Fp Cgil, Salvatore
Badami per la Cisl Fp, Salvatore Sampino della Uil Funzione pubblica e Ettore
Cassarino per Csa hanno illustrato nel corso di un incontro. Le segreterie
territoriali hanno chiesto di operare un richiamo al governo nazionale e
regionale per l’apertura di un tavolo tecnico che tenga
conto della situazione delle 9 ex province siciliane. Al Prefetto di
Palermo è stato consegnato un documento in cui si stigmatizza il
“prelievo forzoso” dello Stato ai nove ex enti, che per Palermo sarà 31.409.964
per il 2015, 45.988.025 per il 2016 e 60.566.086 per il 2017.
“Questo prelievo, unito all’azzeramento dei trasferimenti già
operato, sta determinando una forte penalizzazione dei servizi, che avrà gravi
ripercussioni”, hanno denunciato Romeo, Badami, Sampino, e Cassarino.
Difficoltà per le scuole, che rischiano di chiudere per il mancato pagamento
della spesa per il funzionamento, inagibilità degli edifici causata dalla
mancata manutenzione, impossibilità di promuovere il diritto allo studio. Non
si potrà assicurare il monitoraggio e la tutela del territorio soprattutto in
materia di inquinamento atmosferico; non si potrà assicurare il servizio di
consulenza ai giovani né la promozione e il sostegno alle attività turistiche,
agricole artigianali e imprenditoriali.
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