La bara di Leoluca Nicolosi avvolta nella bandiera della Flai-Cgil di Palermo |
C’era tutta Corleone oggi pomeriggio nella chiesa di San
Domenico ai funerali di Leoluca Nicolosi, l’operaio forestale morto in un
incidente col suo trattore, mentre tornava dal lavoro. Ma non poteva che essere
così: troppa l’emozione dei corleonesi per la scomparsa di una persona che si
faceva benvolere da tutti. La cerimonia funebre è stata celebrata dal sacerdote
corleonese Luca Leone. Da sempre militante della Cgil, Luca negli ultimi 15
anni era stato capolega della Flai-Cgil di Corleone. E se n’è andato per l’ultimo
viaggio avvolto nella bandiera del suo sindacato, portata appositamente per lui
dal segretario generale della Flai di Palermo, Tonino Russo. Il dirigente
sindacale era presente ai funerali insieme al segretario della Camera del
lavoro di Corleone Dino Paternostro, a Pietro Aldigheri, Piero Galli, Giusi
Pasqua e Linda Rigoglioso. Dopo la cerimonia religiosa, a ricordare
pubblicamente in chiesa Luca Nicolosi, d’accordo con la sua famiglia, è stato
Dino Paternostro.
Questo il suo discorso integrale:
Non ci sembra vero. Il
carissimo Luca Nicolosi non è più con noi. Lo stiamo accompagnando per l’ultimo
viaggio. Siamo ancora sconvolti e addolorati. Siamo stati ieri all'ospedale di
Corleone, poi alla camera mortuaria e, infine, a casa sua, in via Colletti, in
quella casa di cui era giustamente orgoglioso, perché realizzata con sacrifici.
Non abbiamo più parole, non abbiamo più lacrime.
Abbiamo
conosciuto Luca tanti anni fa, alla fine degli anni ’90, alla Cgil, il
sindacato dove ha militato tutta la vita. Lui, operaio forestale, è diventato
capolega della Flai di Corleone. Era un punto di riferimento per tutti gli altri operai, un
punto di riferimento costante per me, durante questi anni in cui ho svolto il ruolo di
segretario della Camera del lavoro di Corleone. Luca lottava per il lavoro
produttivo alla forestale, voleva che la forestale cambiasse e che gli operai
venissero apprezzati per le loro qualità professionali e per il loro impegno. E
fino all’ultimo, fino a venerdì 10 aprile è stato a Palermo, con una
delegazione di operai di Corleone, alla manifestazione indetta unitariamente
dai sindacati per chiedere una svolta nella politica della forestazione in Sicilia.
Luca
s’impegnava insieme a tutta la CGIL per dare dignità e memoria ai caduti del
movimento contadino nella lotta contro la mafia, a cominciare da Placido
Rizzotto, alle cui cerimonie annuali non mancava mai. Fino all’ultima, quella
dello scorso 10 marzo. Era orgoglioso di appartenere all’organizzazione di
Rizzotto, di Bernardino Verro e di tanti altri martiri dell’idea.
Quante
assemblee abbiamo fatto insieme! A quanti scioperi abbiamo partecipato! Li
ricordi, Luca!? Io li ricordo tutti e tu eri al mio fianco insieme ad altri
operai, che a te sembravano sempre pochi. Ne volevi di più perché l’unione fa
la forza. E la forza serve per difendere i diritti dei lavoratori e
conquistarne di altri. Tu, caro Luca, non ti stancavi mai. Sapevi che a noi non
è concesso stancarci, vero? Ciao, Luca. Confesso che ho pianto per te, che abbiamo pianto
e piangiamo per te, per il dolore che ci provoca la tua scomparsa. Piangono per
te tua moglie Enza, i tuoi figli Francesco e Michela, tua sorella, i tuoi
fratelli e i tuoi nipoti che ti amano (me l’hanno scritto!). Piangono per te la
Cgil, i tuoi amici e tutte le persone che ti hanno conosciuto e stimato. Sono
onorato di essere stato un tuo amico e compagno. Credimi, anche tu per me eri,
sei, un amico e un compagno fraterno! Ti voglio bene... Ti ricorderemo sempre.
Saremo vicini ad Enza, Francesco e Michela. Ciao, Luca…
Dino Paternostro
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