L’immagine della «regina delle isole», nei resoconti di viaggio del
Settecento, tra classicità e impeti romantici, in un libro di Emanuele Kanceff
appena uscito per le Edizioni di storia e studi sociali
L’illusione di classicità che Goethe ha voluto porre a categoria del suo
viaggio in Italia conosce, nell’esperienza concreta che egli vive tra l’aprile
e il maggio del 1787, visitando la Sicilia, alcuni momenti privilegiati. La
Grecia, o meglio la Magna Grecia, sarà il nuovo Eden capace di dar forma e
vita alle illusioni? Ma nel poeta che percorre la valle dei templi si sente,
come altrove, l’intenzione di non spingersi più in là della fruizione fervida
del reale. Il mito classico che lo pervade non è in realtà così solido da
prestargli nell’immaginazione un quadro di antichità restaurate. È dunque
legittimo che sorgano dubbi sull’esattezza di queste testimonianze che, dopo
trent’anni, Goethe traeva aus der Erinnerung, e più ancora
sull’amplificazione classica che esse vorrebbero suggerirci. Giunto a Palermo
il 2 aprile, Goethe rimane abbagliato dalle luminosità, dalle trasparenze, dai
colori. In questo tripudio, gli appigli alla classicità non sembrano giocare un
ruolo di protagonisti, e si cristallizzano tutti attorno a due moduli
accessori: i reperti classici e l’Odissea.
Il tema della vaporosità e
della trasparenza del paesaggio ritorna come un motivo dominante nel racconto
e, se si dimenticano per un momento le riflessioni a distanza e le conclusioni
che egli volle inserire nel testo, quest’atteggiamento paesaggistico si mostra
molto più consono allo stato d’animo del viaggiatore, una proiezione
significante del suo io creatore più che non lo fosse il fascino classico. Con
il grande poeta tedesco prende forma, attraverso la descrizione della Sicilia,
un modo nuovo di percepire il paesaggio che prelude alla ventata di novità che
sta pervadendo, più o meno visibilmente, il genere del viaggio in Italia.
Sulla base di questa ipotesi critica, percorrendo nei testi la scrittura
del viaggio in Sicilia della seconda metà del Settecento e del primo Ottocento,
si possono tracciare le linee di una nuova immagine della «regina delle isole»
in cui l’attrazione classica lascia a poco a poco il campo alla passione
romantica.
Emanuele Kanceff, L’immagine della Sicilia nei resoconti di
viaggio del Settecento, Scicli, Edizioni di storia e studi sociali, aprile
2015, pp. 100, 25 ill. b/n.
Emanuele Kanceff. Laureato in Lingua e letteratura francese, dagli anni Sessanta ha diretto équipes di
ricerca CNR sul tema del viaggio. Dal 1971 al 2007 ha insegnato la
Storia della civiltà francese all’Università di Torino e dal novembre 1997
la Metodologia della ricerca letteraria e la Cultura del viaggio. Ha
compiuto studi intorno al Libertinage érudit, alla letteratura del
Decadentismo francese, alla letteratura francese del Novecento, alla
letteratura di viaggio in Italia. Membro del Comitato direttivo del Centre d’études
franco-italiennes e direttore italiano della rivista «Cahiers de
Civilisation Alpine» a partire dal 1993. Ha fondato, nel marzo 1978, il
Centro Interuniversitario di Ricerche sul Viaggio in Italia, di cui dirige le riviste
e le collane. È autore di molte centinaia di pubblicazioni. Ha tenuto
corsi e seminari in numerose Università in Italia, Francia, Germania,
Spagna, Stati Uniti, Canada. È stato membro del Consiglio direttivo
dell’I.R.R.S.A.E. della Valle d’Aosta e dal 1988 membro della Consulta del
Ministero degli Esteri italiano e della Cancelleria Federale svizzera. Nel
1998 gli è stata attribuita dal Governo francese l’onorificenza di
Commandeur de l’Ordre des Palmes Académiques.
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