domenica, marzo 15, 2015

“Voglio poter scegliere” e “Non voglio essere scelta”

di Caterina Altamore 
Dopo che il “DDL sulla scuola” è stato reso pubblico, rieccoci a lottare ancora gli uni contro gli altri. E, allora, provo a guardarmi attorno e osservo.
- Vedo “docenti precari” che esultano, festanti.
- Vedo docenti precari che, invece, digiunano, perché avvertono imminente il licenziamento o l’assunzione “a condizione che …” (una forma di esplicito ricatto!).
- Vedo docenti che da una graduatoria "ad esaurimento" (vedi significato) vengono posizionati in bella mostra in un “apposito albo”, in attesa di essere scelti.
- Vedo una gran confusione … continuità disattesa, classi numerose, squilibrio di poteri, sperequazione …

Ma che cosa sta succedendo?
a) In base alla Riforma, quest'anno saranno immessi in ruolo 100mila docenti (forse!!!), mentre altri 200mila saranno “esclusi”, "licenziati" in maniera subdola. Qualcuno afferma che si sta migliorando il sistema! Temo di no! Questo “giochetto” sicuramente non gioverà alla scuola, perché, di fatto, non assicurerà quelle “risorse” necessarie. Mi riferisco ai 200mila esclusi: non si tratta di “insegnanti precari in esubero”, perché se lo fossero, qualcuno dovrebbe spiegare come mai da alcuni anni questi insegnanti lavorano nella scuola!!! Ma la Riforma non doveva portare “certezze, sicurezza e stabilità” nella scuola? Infatti, è questione conosciuta da tutti come la scuola necessiti di personale “stabile”, che garantisca la continuità educativo-didattica agli alunni, ed è altrettanto noto il fatto che le scuole, per assicurare “insegnamenti di qualità”, non possono vedere i docenti operare in classi che “scoppiano” per l’eccessivo numero di alunni. Allora qualcosa decisamente non torna. Qualche conto fatica a quadrare. Se, effettivamente, come dice il governo, si procederà alla riduzione degli alunni per classe, come si concilia questo fatto con l’esiguo numero di docenti che saranno “assunti”? Lecito chiedersi quanto vi sia di propaganda e quanto di attinente ai fatti. La verità è che servono urgentemente docenti preparati, stabili, che assicurino la loro presenza nella scuola e che garantiscano agli alunni la continuità educativo-didattica di cui hanno diritto. E allora, non resta che assumere, senza nascondersi dietro a slogan, dietrologie o plateali scuse.
Osservando ancora … non posso non rilevare la questione dei Dirigenti scolastici.
b) I Dirigenti scrivono:
- «Finalmente potrò scegliere docenti senza 104"».
Mentre altri, preoccupati, dicono:
- «Ma avete considerato che riceveremo pressioni esterne non indifferenti, visto che non siamo in Svezia?».
Osservo e vedo … “organico funzionale”, “numero alunni per classe”.
c) Leggendo il documento di riforma del governo non si può non apprezzare il ritorno dell’organico funzionale, sperando che diventi “effettiva strategica risorsa” per la scuola (e non motivo di ulteriori “ristrettezze”). Ma non basta questo per eliminare la classi pollaio! Lo sappiamo bene. Bisogna ridurre il numero massimo di alunni per classe. E' questa la riforma che serve alla scuola? La verità è che è quanto mai indispensabile avere classi numericamente contenute: meno alunni per classe. E perché questo avvenga, esistono due passaggi obbligati:
· Abrogare il DPR 81/2009, che definisce il numero di alunni per classe (riorganizzazione del sistema scuola);
· Introdurre, con una nuova norma, una formazione delle classi rispondente ai bisogni degli alunni (compresi gli alunni con disabilità, per i quali è necessario reintrodurre il “numero massimo” per classe).
Considerazioni:
Quanti timori, quante speranze disattese, quanta amarezza hanno colto chi attendeva, con ansia, una riforma che restituisse dignità alla scuola pubblica statale italiana! Sembra che la scuola, invece, “serva” agli insegnanti e ai dirigenti scolastici. Sembra che la scuola sia abitata da una popolazione di adulti lavoratori. Sembra che gli alunni “non esistano”. E così, ogni orientamento annunciato, dimentico della “funzione” stessa della scuola, si perde in mille questioni, preoccupato di rispondere unicamente a mille e più sollecitazioni avanzate da insegnanti, dirigenti e genitori. Ne esce un disegno “spettrale” su molti punti, che fa ripiombare la scuola in un tempo passato remoto, che blocca la scuola nel suo processo di crescita, che nega l’autonomia e centralizza tutto nelle mani di pochi. Un tempo si chiamava oligarchia. Oggi la spacciano per democrazia. Il mondo della scuola, quello che si "sporca" le mani ogni giorno nelle classi, che si preoccupa degli alunni, di ogni “singolo” alunno, quello che si impegna perché il successo formativo si traduca in una fatto concreto e tangibile per ciascuno, quello che si sforza di creare e costruire una società aperta, equilibrata, solidale, attiva, partecipe … quel mondo oggi si è trovato fra i marosi di un mare in tempesta. Ma non intende stare a guardare!!!! Con coerenza, determinati come sempre, non lasceremo distruggere la scuola pubblica STATALE Non lo faremo!
15 marzo, 2015 


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