La Camera di commercio di Palermo |
Roberto Helg si accolla tutto. Non ci sono state altre
estorsioni prima di quella perpetrata a danno del pasticciere dell’aeroporto. E
non c’è nessuno accanto a lui. L’ex presidente della Camera di Commercio di
Palermo si prende per intero la responsabilità della mazzetta, e resta in
galera. Perché, com’è noto, gli inquirenti non sono teneri con chi si tiene per
sé quello che sa.
Il sospetto
che non fosse la prima volta e che agisse con il placet, se non addirittura la complicità,
di qualcuno lo nutrono in tanti. E le sue stesse prime ammissioni, per via del
linguaggio usato, hanno suggerito alla Procura di Palermo di vederci chiaro.
La Gesap,
nel cui consiglio di amministrazione Helg ricopriva la carica di vice
presidente, è sotto i
riflettori. Una indagine interna, ordinata dal presidente, Fabio
Giambrone, ed un’altra, della stessa Procura, che si è arricchita del caso
Helg. Le modalità con le quali l’ex presidente della Camera di Commercio ha
condotto la trattativa giustificano, invero, il sospetto. Non sembra proprio
uno alle prime armi. In più c’è quell’impegno assicurato al pasticciere, in
cambio di centomila euro.
Helg è
sicuro di rispettare l’impegno, non ha dubbi, si preoccupa soltanto di avere una prima tranche di
quattrini prima della delibera da parte del consiglio di amministrazione – la
permanenza del punto vendita allo scalo palermitano – per evitare che la
“vittima” non onori il debito. E c’è, infine, quell’assegno senza data di
cinquantamila euro, in pegno dell’intera somma da pagare a rate, diecimila
euro, con comodo. Il coltello dalla parte del manico lo tiene lui,
all’interlocutore non resta che crederci.
Possibile
che si tratti del primo ed unico episodio estortivo? “Avevo bisogno di soldi, ho la
casa pignorata”, si giustifica Helg, ma gli contestano un emolumento congruo,
per le cariche ricoperte,ottomila euro circa. Non bastavano per fare
fronte ai debiti? Il dissesto era, invero, di proporzioni affatto modeste, è
possibile che non bastassero e servissero operazioni “pronto termine” per
ripianare il debito. Queste urgenze sono sopravvenute suggerendo ad Helg di
abbandonare il proprio campo – garante degli imprenditori e dei commercianti
taglieggiati – a quello dei taglieggiatori? Oppure ha recitato da sempre le due
parti in commedia, da attore consumato.
È stato
pescato con le mani nel sacco in un affare-Gesap. Ma per quasi dieci anni è stato al
vertice della Camera di Commercio, e c’è chi ha fatto i conti, salati, della
sua recente attività: un milione di euro per pubblicizzare l’attività
antiracket, antiusura, antimafia. Un’ingente quantità di risorse pubbliche
consumate per mettere in scena uno dei due ruoli, quello di paladino della
legalità. Come sono stati spesi questi soldi, con quali modalità, e a chi sono
finiti? È un’altra delle domande cui, probabilmente, si vorrà dare una risposta
nei prossimi giorni. Non solo Gesap, insomma. Giusto per capire se le urgenze
di Helg abbiano suggerito altre iniziative.
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