Un tratto della Palermo-Agrigento |
Palermo 20 marzo 2015 – Firmato il contratto tra la Bolognetta scpa, il
consorzio di imprese di cui è capofila la Cpc, e le aziende del gruppo Ati
Group in amministrazione giudiziaria, che consentirà la partecipazione degli
edili dell’azienda confiscata alla mafia appartenuta a Michele Aiello alla realizzazione
dell’ammodernamento stradale del tratto Bolgnetta-Lercara Friddi. La notizia della sigla del contratto arriva
mentre gli 80 edili delle tre imprese confiscate Ati Group,
Ediltecna e Emar sono in piena mobilitazione proprio per sollecitare
la loro immissione al lavoro in alcuni cantieri già aperti e
l’affidamento di nuovi lavori, secondo un piano concordato tra amministrazione
giudiziaria, Agenzia nazionale per i beni confiscati e Cgil. Un piano che dopo
la firma a gennaio non si è però concretizzato.
L’assemblea cinque giorni fa ha così
proclamato lo stato di agitazione, che dura tuttora: gli operai, con
il trimestre di cassa integrazione in scadenza, sono anche saliti
sulle gru in questi giorni per protestare contro un immobilismo giudicato non
più sostenibile. Il presidio prosegue anche oggi a Villa Santa Teresa.
“Salutiamo proprio per questo la firma del contratto per questo primo
affidamento come un fatto molto positivo. E’ un motivo in più per chiedere che
l’avvio dei lavori avvenga adesso in tempi rapidi, per accelerare
l’inserimento al lavoro di un gruppo di operai edili di
Ati Group – dichiarano Mario Ridulfo, della segreteria Cgil di
Palermo e Franco Macaluso della Fillea Cgil - Dopo l’accordo siglato
con gli amministratori e l’Agenzia, si tratta di un
elemento di novità: è la prima volta che degli operai di un’azienda
confiscata vengono impegnati in una grande opera, come
l’ammodernamento della Palermo-Agrigento. In questo momento in cui le aziende
confiscate alla mafia trovano difficoltà a restare in vita è la
conferma che la strada della legalità intrapresa è quella giusta.
Servono strumenti per ricollocare sul mercato le imprese che rappresentano una
ricchezza, caricandosi quello che viene definito costo della legalità, per
salvare centinaia di posti di lavoro”.
La Cgil e la Fillea hanno chiesto nei giorni scorsi
un incontro con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e aspettano di essere
convocati.
Nessun commento:
Posta un commento