La grotta dove sono stati trovati i graffiti |
La scoperta è opera dei volontari del Gruppo
Archeologico “Valle dello Jato”
ROCCAMENA,
12 febbraio – Scoperti graffiti preistorici in una grotta di Monte Maranfusa:
raffigurerebbero l'atto sessuale e la contabilità. Due fissazioni evidentemente
millenarie. Il ritrovamento, eccezionale quanto casuale, è opera dei volontari
del Gruppo Archeologico “Valle dello Jato”, che sull'autenticità delle
incisioni non hanno alcun dubbio: “La patina presente sui graffiti è la stessa
che si trova sul resto della superficie rocciosa”.
“Insieme al
Gruppo Speleologico Ambientale di Trapani – racconta Alberto Scuderi, vice
direttore nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia –, ci trovavamo in
località Sticca per un censimento delle grotte. Stavamo per entrare in una
cavità in parete, quando la forte pioggia ci ha costretto a cercare riparo
all'interno di un'altra grotta di facile accesso, utilizzata come ovile e già
perlustrata in passato”.
A parlarne erano stati Francesca Spatafora, in un libro su Monte Maranfusa, e Giovanni Mannino nel volume “Guida alla preistoria del Palermitano”.
A parlarne erano stati Francesca Spatafora, in un libro su Monte Maranfusa, e Giovanni Mannino nel volume “Guida alla preistoria del Palermitano”.
Mannino
aveva anche identificato una incisione sulla parete d’ingresso. Ma e'
all'interno della cavità di natura carsica che avviene la nuova scoperta:
“Guardando con una lampada – racconta Scuderi -, ho notato alcune linee incise
in parete, le ho fotografate e la stessa sera ho chiamato Mannino per un
confronto. Ci sono ritornato con più luce ed una macchina fotografica più
potente”. E nella seconda visita, insieme all'archeologo Antonio Alfano e ad altri
appassionati, vengono notati altri tre gruppi di incisioni. Della scoperta
viene a quel punto informato l'archeologo Sebastiano Tusa, uno dei maggiori
esperti di preistoria siciliana, che, dopo aver visitato il sito, spiega:
“Nella grotta si trovano due gruppi di linee incise diverse per natura, per
orientamento e, conseguentemente, per cronologia.
Il primo
gruppo, malgrado il non perfetto stato di conservazione, può identificarsi con
un simbolo maschile contrapposto ad un simbolo femminile. Questo gruppo
-afferma l'archeologo -, per le sue caratteristiche morfologiche e
iconografiche, sarebbe da attribuire al Mesolitico, cioè al periodo iniziale
dell’Olocene, intorno ai 12.000 anni fa”. Nella grotta è presente però anche un
secondo gruppo di incisioni. “Si tratta – dice Tusa - di una decina di segmenti
sovrastanti l’uno all’altro che potrebbero avere avuto una funzione di
promemoria contabile per il gruppo umano che la grotta abitava o frequentava.
Tuttavia potrebbe anche trattarsi di un elemento cosiddetto “alberiforme” con
valore apotropaico”. Entrambe le spiegazioni fanno comunque ipotizzare una loro
datazione tra il Neolitico e la prima Età dei metalli, ovvero tra VII e V
millennio a.C.
Il
ritrovamento è stato comunicato alla sezione archeologica della Sovrintendenza
ai Beni Culturali di Palermo, che su Monte Maranfusa, ha già effettuato diverse
ricerche. La scoperta dovrà adesso essere approfondita. Perché è risaputo che
la Preistoria tiene stretti i suoi segreti.
Monrealenews.it, 12 Febbraio 2015
Nessun commento:
Posta un commento