Piero Capizzi, sindaco di Monreale |
di Luigi Gullo
Senza giri di parole, il sindaco di Monreale si è lanciato in una lunga
arringa dinanzi a consiglieri e dipendenti ATO
Monreale, 4
febbraio – L’affollatissimo consiglio comunale tenutosi ieri pomeriggio
nell’aula Biagio Giordano è stata l’occasione per il primo cittadino di
Monreale per fare una disamina dei
mali che hanno portato la società Alto Belice Ambiente S.p.A. al fallimento. La seduta
straordinaria era stata convocata dal Presidente del consiglio comunale,
Giuseppe Di Verde, ma era stata anche richiesta il 30 gennaio da nove
consiglieri dell’opposizione (VEDI ARTICOLO).
Dinanzi ad una quarantina di dipendenti della società, presenti per ascoltare
direttamente dall’amministrazione quali soluzioni si stessero concretizzando
per giungere a salvare il loro posto di lavoro, Capizzi, oltre a chiarire il
percorso da seguire in questi giorni (VEDI ARTICOLO),
senza alcun indugio ha voluto chiarire quali responsabilità hanno condotto la
società al fallimento.
Senza giri di
parole si è rivolto direttamente alla nutrita rappresentanza di dipendenti: “Non potete dire che la politica vi ha portato
nel fosso, perché è la stessa politica che vi ha permesso di entrare nella
società”.
Quindi, ha cominciato con una lunga requisitoria sulle responsabilità che hanno condotto la società al
fallimento, a causa di un’esposizione debitoria, conteggiata al 24 novembre, di
76 milioni di euro a fronte di crediti per 49 milioni. Un passivo di circa 27 milioni di euro che
ha convinto il giudice fallimentare a rigettare la richiesta di esercizio
provvisorio. ”Qualcuno dovrà spiegare
dove sono finiti questi 27 milioni”, ha tuonato Capizzi.
Capizzi ha
ricordato come successivamente alla nascita della società, avvenuta nel 2003,
con le prime assunzioni e il transito di diversi dipendenti comunali, si sia
assistito all’assunzione per chiamata
diretta, su delibera del CDA, di 140 unità. “Oggi c’è un organico di 276
dipendenti, di cui 38 con profili amministrativi”.
Secondo il
primo cittadino le responsabilità andrebbero ricercate anche tra i funzionari
della società: ”Dal 2009 l’ABA non
approva un bilancio né un rendiconto. Come può un sindaco presentarsi ai
cittadini per la tassa sui rifiuti senza sapere quanto costava il servizio
effettivamente?”
Invitato in
qualità di Presidente della SRR e presente in aula l’ex sindaco di Monreale,
l’avv. Filippo Di Matteo, che, su sollecitazione di Capizzi, ha dichiarato di
avere a suo tempo fatto delle denunce in Procura laddove aveva sospettato degli
illeciti.
“Da quando
mi sono insediato – ha continuato il primo cittadino arringando l’aula - ho
cercato di capire i meccanismi dell’ATO, quelli veri. Ho chiesto alla società
di capire quale personale lavora per Monreale. A fronte di quali servizi mi
vengono richieste fatture da saldare. Nessuno mai mi ha saputo rispondere. Né il rag. Taormina né il dott.
Pellerito”.
Capizzi fa nomi e cognomi e, non nascondendo di vedere del marcio nella gestione della società,
ha ricordato come anche l’assessore regionale Contrafatto (che è anche
magistrato, ndr) avesse dichiarato pochi giorni fa che sarebbe partita
un’indagine della magistratura per appurare eventuali responsabilità
amministrative. “Poi, casualmente, presso la sede della società si è verificato
un furto di computer e di documenti”.
Sventolando documenti in aula, il
sindaco ha gridato allo scandalo, avendo appurato che ben 99 dipendenti della società su 276
avevano ottenuto un avanzamento di livello spropositato: da 4° a 7°, da 1° a 5°.
Queste promozioni avrebbero fatto lievitare i costi aziendali: “La
responsabilità è dell’amministrazione dell’azienda”.
www.filodirettomonreale.it
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