Pino Faraone |
Un’operazione
antimafia contro clan palermitani e’ stata portata a termine la notte scorsa
dal nucleo investigativo dei Carabinieri, dalla squadra mobile della Questura
di Palermo e dal Nucleo speciale di Polizia valutaria. In cella, per tentata
estorsione aggravata dal metodo mafioso, e’ finito anche un consigliere del
comune di Palermo. Le misure cautelari, chieste dai pm Teresi,
Luise, Picozzi, Scaletta e Del Bene raggiungono ventisette persone con
le accuse di associazione mafiosa, estorsioni e rapine. In manette finisce
anche un politico, Pino Faraone, consigliere comunale a Palermo del
Megafono, ex assessore provinciale e candidato alle regionali con la lista di Rosario
Crocetta. Avrebbe fatto da intermediario per la messa a posto in un
cantiere dove il cartello di Libero Futuro era soltanto di
facciata.
I
particolari dell’operazione verranno resi noti durante una conferenza stampa
che si terra’ alle 12 nella palazzina M della Procura di
Palermo. Numerose le vittime – dicono gli investigatori – che, superando ‘il
muro dell’omerta’‘, hanno ammesso di essere state costrette a pagare ‘il
pizzo’. Il blitz sarebbe scattato in seguito alle denunce di 14
imprenditori e commercianti che, convocati dagli inquirenti l’estate scorsa,
avrebbero ammesso di pagare il pizzo e avrebbero riconosciuto gli estorsori e
gli uomini del racket. Fra questi c’era anche Faraone, avrebbe
avvicinato un imprenditore che si occupa di forniture elettriche. Altri
esattori del clan di San Lorenzo avrebbero taglieggiato una nota
concessionaria Honda di Palermo, la ditta che si occupa della pulizia allo
stadio e l’ impresa che stava ristrutturando un palazzo per conto della Curia.
L’indagine
e’ il frutto di sviluppi investigativi del primo segmento dell’operazione
“Apocalisse”, che il 23 giugno scorso aveva portato a 95 arresti, con la
scoperta dei capi e degli affiliati dei mandamenti di Tommaso Natale e di San
Lorenzo. Tra i boss arrestati allora, Girolamo Biondino, fratello di
Salvatore, autista di Toto’ Riina, e Vito Galatolo. Quest’ultimo
si era subito pentito e aveva iniziato a collaborare con gli inquirenti. E’ lui
che ha parlato del progetto di attentato contro Nino Di Matteo, uno dei Pm del
processo per la trattativa Stato-mafia.
Pino
Faraone, 69
anni, ex assessore alla Provincia di Palermo – tra il 2008 e il 2010 aveva la
delega ai Beni culturali, polizia provinciale e controlli ambientali – oggi è
consigliere comunale di Palazzo delle Aquile. Eletto nel 2012 nella lista Amo
Palermo con 896 voti, è poi transitato nel gruppo Megafono-Drs. Nello stesso
anno Faraone tentò anche la corsa all’Ars nella lista di Rosario Crocetta. Fu
il primo dei non eletti con 2085 preferenze.
Deputato
all’Ars lo fu per pochi mesi, dal novembre 2001 al gennaio 2002. Subentrato a
Gaspare Vitrano, eletto come lui nella Margherita, che fu accusato di avere
presentato una falsa richiesta di aspettativa dal lavoro per motivi politici
per evitare l’ineleggibilità. Vitrano fu condannato in primo grado e assolto in
appello. E Faraone fu costretto a fare le valigie.
L’Ora
quotidiano, 9 febbraio
2015
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