TOBIA:
“IL DDL CONCORRENZA APRE LE PORTE DELLE FARMACIE ALL’INFILTRAZIONE DI CAPITALI
ILLECITI E MAFIOSI. IL
PARLAMENTO PONGA RIMEDIO A QUESTO COLOSSALE ERRORE. PER NOI
FARMACISTI L’UNICA SPERANZA SARA’ DIVENTARE ‘CATENA’ DI NOI STESSI”
Palermo, 24 febbraio 2015 –
“Francamente da questo governo non mi sarei aspettato un simile regalo alla
criminalità. Il ddl Concorrenza, che consente l’ingresso di capitali esterni
nel patrimonio delle farmacie, apre di fatto all’infiltrazione mafiosa le porte
delle tante farmacie indebolite dalla crisi finanziaria, soprattutto in Sicilia
e al Sud, ma anche al Centro e al Nord, dove il radicamento della criminalità
organizzata nell’economia è un fatto evidente”.
Lo sostiene Roberto Tobia, presidente
di Federfarma Palermo-Utifarma, che spiega: “Finora le farmacie hanno potuto
difendersi dall’infiltrazione di interessi illeciti manifestatisi in più forme
- dalle semplici offerte alle fortissime pressioni - opponendo il concetto che
‘la legge non lo consente’. Adesso che il ddl Concorrenza abbatte questo argine
nulla potrà impedire a chi deve riciclare capitali di illecita provenienza di
accaparrarsi le tante farmacie strette dai debiti o sull’orlo del fallimento,
potendo offrire disponibilità immediata di denaro liquido con cui coprire le
esposizioni bancarie e rilanciare le attività. In poche parole – osserva Tobia
– le mafie potranno finalmente mettere le mani anche sulla dispensazione dei
farmaci”.
“Come se non bastasse – aggiunge Tobia
– le ricche catene europee della grande distribuzione, come enunciato dal
governo nel ddl Concorrenza, potranno, senza alcun controllo o limite, rilevare
in serie le farmacie italiane e creare di fatto situazioni di monopolio nella
dispensazione dei farmaci rispondendo solo a logiche di mercato e di profitto
che vanno a scapito dei cittadini e del ruolo sociale e di servizio pubblico
finora garantito dalle farmacie. Nella sola città di Palermo basterebbe poco
per fare andare in tilt l’attuale sistema che assicura professionalità e tutela
della salute”.
“Mi auguro – conclude Roberto Tobia –
che in sede di esame del ddl Concorrenza il governo e il Parlamento insieme possano
porre rimedio a questo clamoroso errore. In alternativa, noi farmacisti dovremo
diventare ‘catena di noi stessi’. Cioè, trovare al nostro interno la forza e la
capacità di aggregarci e di adeguarci alle nuove regole di mercato, perseguendo
economie di scala che ci permettano di continuare a sostenere il sistema,
abbattendo i nostri costi di gestione e ottenendo la fiducia di piccoli e sani
investitori disposti a capitalizzare le nostre attività”.
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