#CasaNostra di
Mario Midulla
…nella mia città (Corleone), il turismo potrebbe
rappresentare il vero volano per la crescita economica di interi settori
(accoglienza, ristorazione, guide, commercio, prodotti agroalimentari) ma varie
problematiche slegano tutto quello che potrebbe far confluire risorse alle
iniziative pronte per il decollo, ma mancanti sempre di qualcosa o qualcuno che
le conduca verso lidi produttivi. Non mancano le associazioni nate con
l’obiettivo ben preciso di sfruttare queste potenzialità, ma la percezione
esterna è quella che manchi quel denominatore comune che indirizzi il tutto ad
un serio ritorno economico. Forse manca
quel deciso intervento pubblico che da sempre caratterizza il nostro
territorio, ma innovazione e sostenibilità non sempre sono le caratteristiche
principali di chi si vuole immettere nel mercato.
Accedere ai fondi europei non è facile senza una seria
progettualità e i singoli che riescono a farlo, esauriscono tale opportunità ai
soli finanziamenti erogati, senza investire in maniera redditizia su strutture
dedicate. A ben vedere, i dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo parlano in maniera chiara: Il
valore dell’industria turistica per l’economia italiana è superiore alla media
mondiale ed europea e registra nell’ultimo dato statistico rilevato, un
contributo al PIL del 9,5%, generando l’8,9% dei posti di lavoro a livello
globale.
Traducendo
questi numeri nella nostra realtà locale, l’impatto economico del turismo potrebbe
riflettersi in maniera rilevante sul mondo del lavoro, con posti direttamente e
indirettamente generati. La nostra è pur sempre una città con un brand
conosciuto in tutto il mondo, ha luoghi, tradizioni e prodotti da far conoscere
al mondo intero, ma non si può improvvisare. Oggi il turismo, per poter generare
lavoro, deve essere visto come una vera e propria attività imprenditoriale.
Bisogna uscire dal proprio guscio, da una visione meramente provinciale e
creare quelle condizioni di comunione di intenti e non di rivalità associative.
Formarsi, valutare le opportunità del mercato, ricercare i collegamenti con
partner di livello nazionale ed internazionale, valorizzare il patrimonio
culturale, partecipare alle opportunità europee che rischiano di restare, per
noi, solo sulla carta.
Prendere
piena confidenza con gli strumenti di
finanziamento per il turismo nei programmi europei fino al 2020 quali il COSME, programma rivolto alle piccole e
medie imprese, HORIZON 2020 programma
per la ricerca e l’innovazione, LIFE
che sostiene il turismo sostenibile, EUROPA CREATIVA per il turismo
culturale, ERASMUS +, EUROPA PER I CITTADINI che finanzia
iniziative di gemellaggi fra comuni europei e così via.
Non
muoversi verso questa direzione in maniera netta aumenterà
il rischio di vedere tante “isole associative” impegnate a guardare il “naso”
delle proprie iniziative, mentre la globalizzazione delle attività farà perdere
di vista gli orizzonti economici su cui lanciarsi con decisione per non perdere
le opportunità occupazionali. E nel nostro piccolo resteremo a litigare sulla
posizione o sui contenuti delle targhe sparse nella città.
Al
binomio “turismo – lavoro” bisogna crederci, non solo sulla carta…a mio parere,
naturalmente…
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