giovedì, febbraio 12, 2015

Sulla proposta del sindaco di Roma delle zone a "luci rosse"

di NINO ROCCA
Il traffico degli esseri umani si manifesta in diversi modi. C’è il traffico dei minori, c’è il traffico degli organi, c’è il traffico degli immigrati attraverso le carrette del mare o attraverso altri mezzi non meno pericolosi per la vita dei trafficati; c’è, tra queste modalità, la prostituzione. La prostituzione è forse la modalità più insidiosa, perché spesso, sotto le mentite spoglie della scelta libera - e in Italia anche legittima - del commercio del proprio corpo, cela una realtà drammaticamente più complessa e problematica. A uno sguardo superficiale, l’atteggiamento delle ragazze che in abiti succinti adescano i clienti per strada può essere scambiato per un altro atteggiamento: quello spregiudicato di chi vuole accedere a facili guadagni.
Ma cosa si cela dietro questo scenario fin troppo scontato? Chi c’è dietro le ragazzine che ammiccanti invitano i maschietti a comprare un po’ di sesso? Dietro le ragazze, spesso straniere, provenienti dai paesi dell’est o dalla Nigeria, c’è una organizzazione criminale i cui profitti sono di diverse decine di milioni l’anno. Dietro questo apparente libero commercio, spregiudicato e accattivante, c’è l’industria del sesso, di cui le ragazze - spesso minorenni - sono le operaie schiavizzate per pagare il “debito” che le tiene prigioniere ai loro aguzzini. Un debito che varia fra i 50.000 e i 100.000 euro.

Rispetto a questo mercato, esploso negli ultimi 15 anni in tutta Europa, l’esercizio della prostituzione individuale è quasi del tutto inesistente. L’idea che sottende la legislazione italiana riguardo alla libertà e legittimità della prostituzione intesa come libera scelta della prostituta nel mercato del sesso, è una astrazione accademica giuridica, praticamente inesistente. Come ha dimostrato Riccardo Iacona a “Presa diretta”, in ogni forma di prostituzione, dalle ragazzine fino alle escort di alto bordo, queste donne sono inserite in una rete di sfruttatori che finiscono per schiavizzarle sempre di più. Uscire dal giro della prostituzione, uscire dal giro della prolifica industria del sesso, è molto difficile e rischioso, e comporta inevitabilmente il pagamento di un prezzo altissimo in termini di sfruttamento fisico, psichico ed economico. E allora quando il Comune di Roma, per iniziativa del sindaco, vuole legittimare la libera prostituzione nelle zone a luci rosse,  finisce senza volerlo per traghettare l’esercizio dello sfruttamento della  prostituzione - e in molti casi della tratta - nell’ambito di attività lecite, legali e  legittime. È un tranello in cui sono caduti molti legislatori nelle grandi città europee, con le ben note zone a luci rosse.

Perciò questo non è un problema di carattere morale: non si tratta di essere o non essere favorevoli all’esercizio della propria libertà individuale riguardo al proprio corpo; si tratta bensì di legittimare o meno un traffico di esseri umani che produce ricchezza ad organizzazioni criminali attraverso la schiavizzazione delle ragazze nell’industria del sesso.
Nino Rocca
del Coordinamento anti-tratta “Favour e Loveth”

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