Lo splendido orto botanico di Palermo |
Licenziati
il 10 dicembre scorso, prima della conclusione delle giornate annuali, oggi e
domani sono al lavoro per dimostrare la necessità della loro opera e chiedere
la loro stabilizzazione Palermo
12 gennaio 2015 – Sciopero ma “al contrario” per i 23 giardinieri dell’Orto Botanico, licenziati dall’Università il 10 dicembre scorso. Oggi il
gruppo di lavoratori stagionali è tornato sul posto di lavoro, dopo un’assenza
di un mese, per dare un
segnale della loro presenza alla città e chiedere la stabilizzazione del
rapporto di lavoro, che va avanti in forma precaria, per alcuni da quasi
trent’anni. Il presidio si
è svolto all’interno del giardino e da domani l’azione di protesta si sviluppa
su due fronti: un gazebo esterno per dare informazioni sullo stato di
agitazione e un gruppo che
presidierà i viali interni dell’Orto Botanico con in mano zappette, forbici,
palettine e rastrelli, per
portare avanti operazioni colturali necessarie in questa stagione come la
manutenzioni delle collezioni in vaso, pulizia e travasi.
I giardinieri, il cui compito nel 2014
è stato interrotto in anticipo, alla 127° giornata lavorativa e non più alla
179° giornata come negli anni passati, è
in attesa dell’avviamento al
lavoro. L’anno scorso hanno
cominciato le attività di cura del giardino il 3 marzo: quest’anno si aspetta
ancora di conoscere il capitolo destinato alle attività stagionali.
L’Università dovrebbe contribuire con 101 giornate. Il resto potrebbero
arrivare da Comune e Regione. “Con
il numero delle giornate che ci assegnano, a
luglio metà dei lavoratori ha già finito.
E’ il risultato della mancanza di volontà politica, dopo che sul precariato si
sono costruite carriere. E ora
noi che facciamo? Andiamo a
casa? E’ il colmo, perché qui il
lavoro c’è: ci sono 12 mila specie esistenti, con le nuove collezioni aggiunte ogni
anno. L’Orto è sempre più luogo di fruizione pubblica, si organizzano qui gite,
arrivano scolaresche, si tengono convegni,
mostre, mercati, attività museali – dicono Pietro Schiera e Diego La Mantia,
giardinieri della Flai Cgil - Vogliamo far vedere quanto sia importante il
nostro lavoro: un giardino storico e prezioso come
l’Orto botanico non può fare a meno di cure particolari. Oggi siamo qui non solo per controllare lo
stato di salute delle piante
ma anche per accogliere i turisti. L’Orto è
un patrimonio con 220 anni di storia, un posto di ricerca scientifica, 12
ettari di giardino storico con 5 soli operatori
di ruolo e gli altri da quasi trent’anni a giornate ”.
Il 10 dicembre scorso i 23
giardinieri, subito dopo lo stop, hanno
inscenato una protesta, organizzata dalle sigle sindacali di Flai Cgil e Fai Cisl. Anche oggi si tratta
di un presidio pacifico, per portare avanti dopo anni di lavoro precario,
la rivendicazione di un lavoro stabile. “L’Orto Botanico ha bisogno
di manodopera stabile per tutto l’anno, non può essere affidato a cure
stagionali, che si interrompono all’improvviso – dichiara il segretario della
Flai Cgil Tonino Russo - E’ uno dei giardini storici più grandi e belli
d’Europa, di rilevanza naturalistica e scientifica, dove le piante hanno
bisogno di cure particolari e dove arrivano 50 mila visitatori l’anno. Non
solo, dentro l’Orto si svolgono continuamente
convegni, fiere e migliaia di scolaresche ogni anno arrivano per visitare il
sito e fare le loro ricerche. Continuare con un lavoro stagionale sempre più
ridotto significa consegnare il sito all’abbandono”. E aggiunge Rosi Pennino,
della Flai di Palermo: “Rimarchiamo la necessità che sia posta da tutte le
istituzioni, Università, Regione e Comune, attenzione
sul lavoro straordinario di cui ha bisogno questo bene prezioso e sull’utilità
in pianta stabile dei suoi giardinieri. L’Orto Botanico di Palermo deve poter
restare aperto sempre per contribuire alla produzione di economie per lo sviluppo della
città, allo stesso modo degli altri Orti
Botanici italiani”.
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