Papa Francesco col neo-cardinale F. Montenegro |
Il
neo-cardinale Francesco Montenegro C'è anche l'arcivescovo di Agrigento,
Francesco Montenegro, 69 anni, messinese, fra i prossimi cardinali elettori che
il Papa creerà il prossimo 14 febbraio. Lo ha annunciato Francesco all'Angelus.
Un riconoscimento importante per il presule che Bergoglio volle accanto a sé,
unico vescovo siciliano, nella prima visita del suo pontificato, a Lampedusa,
nel luglio 2013. In Sicilia solo un altro vescovo, Paolo Romeo, alla guida
dell'arcidiocesi di Palermo, indossa la berretta rosso porpora. Non a caso, nei
mesi scorsi era circolato proprio il nome di Francesco Montenegro tra quelli
più accreditati per la successione a Romeo, dimissionario per raggiunti limiti
di età. Molto forti le prese di posizione dell'arcivescovo di Agrigento contro la
mafia. Nel luglio 2012 Montenegro vietò i funerali pubblici di Giuseppe Lo
Mascolo, un boss di Siculiana. L'anatema contro la mafia / Leggi
"L'unico modo per imbavagliare la mafia è fare sul serio, amare e cercare la verità e il bene, rifiutare la mediocrità, i compromessi e il conformismo. Se la mafia c'è è anche colpa nostra", aveva detto Montenegro durante i festeggiamenti in onore di San Calogero, il patrono di Agrigento.
Ma Montenegro è anche un simbolo dell'accoglienza ai migranti, specie a Lampedusa dove tutti lo chiamano "don Franco". "Mi preoccupa e mi fa soffrire - ha tuonato in passato - vedere come non tutti i cristiani abbiano il cuore aperto e mi addolora il fatto che anche tra gli operatori pastorali vi siano quelli che restano indifferenti o reputano il rimpatrio la soluzione al problema dell'immigrazione". Il nuovo porporato è stato presidente della Caritas italiana e oggi, ordinario di Agrigento, è responsabile pastorale anche di Lampedusa.
"La direzione - ha detto - è stato lo stesso Papa Francesco a indicarcela: è la strada dell'accoglienza, lo ha fatto quando ha ricordato l'enorme sofferenza ma anche la grande accoglienza che non è dare un tetto a chi arriva, ma è un'accoglienza di cuore. Papa Francesco - ha sottolineato Montenegro - è venuto a Lampedusa per indicarci la strada da percorrere. Ecco perché è la provvidenza stare qui, al centro del Mediterraneo, ma è anche una grande responsabilità".
Attuale presidente della Fondazione "Migrantes" promossa dalla Cei, il neo-cardinale è nato il 22 maggio 1946 a Messina, dove ha studiato Teologia pastorale all'Ignatianum ed è stato vice parroco in una zona periferica della città, prima di diventare segretario particolare degli arcivescovi Fasola e Cannavò e poi vicario generale con Marra e vescovo ausiliare con La Piana, su nomina di Giovanni Paolo II. Dal maggio 2003, per cinque anni, è stato presidente della Caritas italiana. Nel 2008 Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo metropolita di Agrigento. Nella Cei, dal 2013, è presidente della Commissione episcopale per le migrazioni.
Uomo molto semplice e comunicativo, partecipa come un semplice sacerdote ai campi scuola e alle attività della pastorale giovanile: i ragazzi lo chiamano semplicemente "Franco".
"Esprimo a nome di tutta la diocesi le più cordiali felicitazioni al nostro padre vescovo don Franco per l'alto riconoscimento ricevuto da Papa Francesco, che l'ha nominato cardinale per le sue opere di carità di cui noi tutti siamo testimoni". Così monsignor Melchiorre Vutera, vicario generale della Diocesi di Agrigento, commenta la nomina a cardinale di monsignor Francesco Montenegro da parte di papa Bergoglio.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha voluto ringraziare il Papa "per questo segno di grande attenzione alla Chiesa siciliana e per il giusto riconoscimento ad una sempre grande attenzione verso gli ultimi e in particolare verso i migranti, che sono parte integrante delle nostre comunità".
Tra i primi a congratularsi per il neo cardinale c' è Vittorio Messina, presidente della camera di commercio di agrigento. "Ho avuto modo di conoscere monsignor Montemnegro e di apprezzarlo non solo come pastore illuminato ma come persona attenta alle tematiche sociali e agli ultimi".
La Repubblica-Palermo, 4 gennaio 2015
Nessun commento:
Posta un commento