Francesco Paolo Scianni |
I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa sviluppata in prosecuzione delle indagini che hanno recentemente colpito gli esponenti delle famiglie mafiose di Corleone e Palazzo Adriano, denominate convenzionalmente Operazione “Grande Passo”, conclusesi nel settembre del 2014 con la disarticolazione delle strutture criminali, sino ad allora difficilmente permeabili.
Le acquisizioni investigative,
sviluppate attraverso attività tecniche e servizi di osservazione e
pedinamento, ma anche grazie alla collaborazione di vittime di estorsioni,
hanno permesso di ricostruire e delineare ancor meglio l’intero assetto
della famiglia mafiosa di Palazzo Adriano, di quella di Corleone e i rapporti
del citato Mandamento con quelli limitrofi, nel dettaglio con la famiglia
mafiosa di Villafrati.
Nello specifico, grazie alla
ricostruzione di ruoli e compiti degli associati alle varie famiglie mafiose,
la maggior parte dei quali non ancora individuati con la precedente operazione
di servizio, sono stati arrestati:
Pietro Paolo Masaracchia |
-
BADAMI Ciro, detto Franco, appartenente alla famiglia mafiosa di Villafrati,
già tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Grande Mandamento” del 2005
(con la quale si intercettò il complesso circuito che consentiva lo scambio di
comunicazioni e direttive tra l’allora capo dei capi di cosa nostra
Bernardo Provenzano e i rappresentanti delle famiglie mafiose di Bagheria,
Baucina, Belmonte Mezzagno, Casteldaccia, Ciminna, Villabate e Villafrati) per
il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso poiché ritenuto
responsabile di coadiuvare attivamente e costantemente il capo famiglia nella
materiale riscossione di somme di denaro provento di estorsione;
-
SCIANNI Francesco Paolo, uomo di fiducia e fiancheggiatore di DI MARCO
Antonino, già arrestato nell’ambito dell’operazione Grande Passo del 2014 e
utilizzato da questi per mantenere i contatti per la riscossione delle
estorsioni e come anello di congiunzione con la famiglia mafiosa di Villafrati;
-
MASARACCHIA Pietro Paolo, già tratto in arresto nella citata operazione Grande
Passo, attualmente detenuto, capo della famiglia mafiosa di Palazzo Adriano;
-
LO BOSCO Antonino, appartenente alla famiglia mafiosa di Palazzo
Adriano e in contrapposizione con il capo famiglia Masaracchia.
LE
ESTORSIONI
Ciro Badami |
Nel corso delle investigazioni, sono
stati ricostruiti ben 4 nuovi casi di estorsione, ai danni di
imprenditori impegnati nel settore dell’edilizia e del commercio, sia nelle
fasi dell’apertura che della gestione degli esercizi commerciali.
Per la prima volta è stata
constatata la preziosa collaborazione delle vittime che hanno offerto il loro
contributo, abbandonando l’atteggiamento di reticenza che fin ora ha
caratterizzato gli imprenditori e gli esercenti operanti nel territorio di
Corleone.
Il muro di omertà degli imprenditori
e dei commercianti ha ceduto di fronte all’operato repressivo svolto negli
ultimi tempi e alla professionalità dimostrata da magistrati e investigatori, i
quali hanno saputo rassicurare ed infondere fiducia nelle vittime. Queste
ultime hanno così deciso di raccontare senza alcun riserbo il meccanismo di
pagamento del “pizzo”.
Le indagini hanno messo in luce un
singolare radicamento delle competenze a esigere il “pizzo”: l’imprenditore o
il commerciante è chiamato a versare le somme estorte sia alle famiglie mafiose
presente nel proprio paese di origine sia a quelle operative nelle aree ove
l’attività economica si svolge.
Antonino Lo Bosco |
Altro elemento di novità per l’area
in questione emerso con l’odierna indagine: mentre con l’operazione Grande
Passo è stato possibile documentare come le vittime privilegiate degli
associati a cosa nostra fossero quegli imprenditori impegnati
nell’esecuzione di appalti pubblici, ora è stato appurato come il metodo
estorsivo possa essere applicato anche ai singoli esercizi commerciali o per
l’esecuzione di lavori di edilizia privata.
Ed ancora, altro imprenditore è
stato costretto a pagare per due volte il pizzo relativo allo stesso lavoro
rispettivamente a due esponenti della famiglia mafiosa di Palazzo Adriano in
contrapposizione tra loro.
In conclusione, quella che è emersa
dalle indagini è la fotografia di una mafia che nonostante le varie operazioni
di polizia riesce sempre a riorganizzare le proprie fila, individuando nuovi
affiliati.
Ancora una volta è stato accertato
come uno dei principali canali di sostentamento delle consorterie mafiose è
rappresentato dal provento delle estorsioni, commesse ora anche nei confronti
di attività economiche di privati. Questa pressante azione estorsiva, peraltro,
si è ripercossa sullo sviluppo economico delle comunità dell’entroterra
palermitano, tenuto conto che spesso gli imprenditori hanno dovuto rinunciare
persino alla prosecuzione delle loro intraprese aziendali, con la chiusura
delle attività, soffocati dall’imposizione del “pizzo”.
È evidente come i rilevanti
risultati conseguiti, proprio poiché contestualizzati in un’area fortemente
destabilizzata dalla criminalità organizzata e per la vastissima diffusione del
fenomeno delle estorsioni, non potrà che infondere ulteriormente fiducia
nell’operato della Magistratura e dei Carabinieri, contribuendo quindi a far
cadere quel muro di omertà che è elemento essenziale per la riuscita degli
intenti criminali.
BADAMI Ciro, nato a Villafrati il 29.04.1946, ivi residente
SCIANNI Francesco Paolo, nato a Corleone il 30.01.1951, ivi residente.
MASARACCHIA
Pietro Paolo, nato a
Palazzo Adriano il 15.03.1950, detenuto.
LO BOSCO
Antonino, nato a Palazzo Adriano il
01.10.1930, ivi residente.
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