Carnevale a Corleone: 8 marzo 2011 |
…nella mia città (Corleone) si inizia a parlare di Carnevale e di tutto quello che lo riguarda, solamente dopo le feste natalizie. Si attende che il “pubblico” si muova e che dia le direttive per lo svolgimento di tutta la manifestazione. Si aspetta il contributo, si coinvolgono le associazioni, ci si muove intorno ad un progetto di massima e si definisce ciò che si deve fare e ciò che si potrebbe realizzare. Una cosa è certa: fino a quando questa manifestazione non verrà vista e trattata come una vera e propria attività economica con possibilità di ricavi (e non solo spese), non potrà mai avere uno sviluppo ed una maturazione definitiva da consentirle di autosostenersi.
In Italia, il Carnevale attrae 5 milioni e
mezzo di persone, genera un giro d'affari di circa 200 milioni di euro (da una
non troppo datata rilevazione Trademark Italia del 2012). È un formidabile elemento di
promozione turistica nel periodo invernale, il cui indotto economico è
significativo. Quindi la scelta di lavorare nella direzione della qualità e
sostenibilità paga sempre.
Faccio un rapido esempio ricollegandomi ad un
carnevale che ha una propria tradizione e che, nonostante la crisi, vive e
continua ad alimentarsi e cioè quello di Ivrea: la città ha il doppio degli
abitanti di Corleone e l'impatto economico complessivo del Carnevale
sull'economia locale è stato stimato in due milioni di euro. A calcolarlo la Fondazione Fitzcarraldo che, su incarico
della Camera di Commercio di Torino, ha effettuato la misurazione.
La recente ricerca, oltre ad analizzare la
parte economica, ha verificato anche altri parametri, quali il gradimento
dell'evento per i cittadini e per i turisti, che sono risultati essere, in
ambedue i casi, alti.
I ricercatori hanno, quindi, cercato di
capire quanto spende chi partecipa al Carnevale, per verificare la
"resa" economica dell'evento. Secondo le estrapolazioni ricavate
dalle interviste effettuate, risulta che la domenica del Carnevale gli
eporediesi spendano tra bar e ristorazione oltre 250mila euro: pare che turisti
ed escursionisti, per pernottamenti, ristorazione, bar e shopping, lascino sul
territorio oltre 900mila euro.
La Fondazione
Fitzcarraldo ha sommato anche le spese per la realizzazione del Carnevale,
come le iscrizioni alle squadre degli aranceri, che da sole realizzano 900mila
euro. Si arriva così alla cifra di 2milioni e 250mila euro, che è l'impatto
economico della Manifestazione sull'economia eporediese.
Da noi, la manifestazione, svolgendo un ruolo
di rilevante aggregazione sociale, con il coinvolgimento dei cittadini nella
preparazione dei carri e degli eventi ricreativi, potrebbe finalmente far
decollare il primo momento promozionale dell’anno della Città, come probabilmente,
nel suo piccolo, lo è stato nel passato. L’Amministrazione, in perfetta
sinergia con il comitato organizzatore, dovrebbe avere il coraggio di
scommettere sul Carnevale e sulla straordinaria visibilità che è capace di dare
al territorio: potrebbe valorizzare l’artigianato locale creando appositi stand,
creare un’area del gusto dove far conoscere e vendere i prodotti della
gastronomia e della pasticceria tradizionale, tipica del Carnevale, il quale si
trasformerebbe in una leva propulsiva in termini turistici e di grande ritorno
economico per le attività coinvolte.
Su questo però bisogna lavorare, programmare,
verificare, investire ma soprattutto bisogna credere fortemente nella forza trainante
dei giovani.
In fondo, in questo periodo, riuscire a coniugare
divertimento e ritorno economico, non sarebbe una cattiva idea, ma per farlo
bisogna costruire sin dal principio e, ad oggi, non sembra che questa sia la
direzione intrapresa…a mio parere, naturalmente…
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