domenica, gennaio 25, 2015

Corleone, Carnevale cos'è, cosa potrebbe essere...

Carnevale a Corleone: 8 marzo 2011
#CasaNostra di Mario Midulla
…nella mia città (Corleone) si inizia a parlare di Carnevale e di tutto quello che lo riguarda, solamente dopo le feste natalizie. Si attende che il “pubblico” si muova e che dia le direttive per lo svolgimento di tutta la manifestazione. Si aspetta il contributo, si coinvolgono le associazioni, ci si muove intorno ad un progetto di massima e si definisce ciò che si deve fare e ciò che si potrebbe realizzare. Una cosa è certa: fino a quando questa manifestazione non verrà vista e trattata come una vera e propria attività economica con possibilità di ricavi (e non solo spese), non potrà mai avere uno sviluppo ed una maturazione definitiva da consentirle di autosostenersi.



In Italia, il Carnevale attrae 5 milioni e mezzo di persone, genera un giro d'affari di circa 200 milioni di euro (da una non troppo datata rilevazione Trademark Italia del 2012). È un formidabile elemento di promozione turistica nel periodo invernale, il cui indotto economico è significativo. Quindi la scelta di lavorare nella direzione della qualità e sostenibilità paga sempre.

Faccio un rapido esempio ricollegandomi ad un carnevale che ha una propria tradizione e che, nonostante la crisi, vive e continua ad alimentarsi e cioè quello di Ivrea: la città ha il doppio degli abitanti di Corleone e l'impatto economico complessivo del Carnevale sull'economia locale è stato stimato in due milioni di euro. A calcolarlo la Fondazione Fitzcarraldo che, su incarico della Camera di Commercio di Torino, ha effettuato la misurazione.

La recente ricerca, oltre ad analizzare la parte economica, ha verificato anche altri parametri, quali il gradimento dell'evento per i cittadini e per i turisti, che sono risultati essere, in ambedue i casi, alti.
I ricercatori hanno, quindi, cercato di capire quanto spende chi partecipa al Carnevale, per verificare la "resa" economica dell'evento. Secondo le estrapolazioni ricavate dalle interviste effettuate, risulta che la domenica del Carnevale gli eporediesi spendano tra bar e ristorazione oltre 250mila euro: pare che turisti ed escursionisti, per pernottamenti, ristorazione, bar e shopping, lascino sul territorio oltre 900mila euro.
La Fondazione Fitzcarraldo ha sommato anche le spese per la realizzazione del Carnevale, come le iscrizioni alle squadre degli aranceri, che da sole realizzano 900mila euro. Si arriva così alla cifra di 2milioni e 250mila euro, che è l'impatto economico della Manifestazione sull'economia eporediese.

Da noi, la manifestazione, svolgendo un ruolo di rilevante aggregazione sociale, con il coinvolgimento dei cittadini nella preparazione dei carri e degli eventi ricreativi, potrebbe finalmente far decollare il primo momento promozionale dell’anno della Città, come probabilmente, nel suo piccolo, lo è stato nel passato. L’Amministrazione, in perfetta sinergia con il comitato organizzatore, dovrebbe avere il coraggio di scommettere sul Carnevale e sulla straordinaria visibilità che è capace di dare al territorio: potrebbe valorizzare l’artigianato locale creando appositi stand, creare un’area del gusto dove far conoscere e vendere i prodotti della gastronomia e della pasticceria tradizionale, tipica del Carnevale, il quale si trasformerebbe in una leva propulsiva in termini turistici e di grande ritorno economico per le attività coinvolte.

Su questo però bisogna lavorare, programmare, verificare, investire ma soprattutto bisogna credere fortemente nella forza trainante dei giovani.
In fondo, in questo periodo, riuscire a coniugare divertimento e ritorno economico, non sarebbe una cattiva idea, ma per farlo bisogna costruire sin dal principio e, ad oggi, non sembra che questa sia la direzione intrapresa…a mio parere, naturalmente…

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