Al via a Corleone un progetto per insegnare a 11 migranti
a coltivare legumi, distribuirli sul mercato e a essere competitivi. D. r. a.
g. o. (developement resources agricultural growth organic), questo il nome del
progetto sostenuto da Fondazione con il sud, è già partito. Nella prima fase
sono stati ristrutturati due immobili confiscati alla mafia, sede nei prossimi
sei mesi dei corsi di formazione rivolti ai migranti, ospiti dei centri Sprar.
I beni sono stati affidati alla cooperativa "Lavoro e non solo" e
all'associazione "I girasoli" che si occuperanno anche dei corsi. I
migranti apprenderanno tutti i processi necessari per la coltivazione, la
confezione e l'immissione nei circuiti commerciali dei legumi prodotti nelle
terre confiscate di Corleone. Per loro anche corsi di italiano e informatica.
"Il progetto - dice Calogero Parisi, presidente della
cooperativa "Lavoro e non solo" - vuole essere un esempio di buone
prassi per quanto concerne il riuso sociale dei beni confiscati. Favorire,
infatti, lo sviluppo di nuove professionalità in settori trainanti, quali
l'agricoltura sostenibile e il turismo sociale, significa contribuire
concretamente alla rinascita del nostro territorio". Dopo i sei mesi di
corso teorico, per i migranti inizierà l'esperienza sul campo. Un anno per
imparare un mestiere e provare poi a mettersi in proprio con un progetto
autosostenibile. Durante il periodo di formazione i migranti saranno ospitati
in un ostello di Corleone. "I migranti stessi - dicono i formatori del
progetto - alla fine del percorso potranno creare una loro cooperativa e
provare così a essere indipendenti
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