L’attività investigativa scaturisce da una serie di
denunce presentate sin dall’agosto 2013 dall’ASP di Palermo, in seguito
all’individuazione di molteplici irregolarità emerse durante le attività di rendicontazione
delle fatture inerenti la fornitura e distribuzione di presidi ed ausili per
incontinenza ed ha consentito di disvelare l’esistenza di un’attività criminale
che da almeno due anni senza soluzione di continuità, si sostanziava nella
produzione di autorizzazioni false, per la fornitura gratuita in regime di
convenzione regionale di presidi ed ausili per incontinenza e prodotti per
celiaci, presentate successivamente per il rimborso della relativa spesa da
parte di tre titolari di farmacie e di un titolare di parafarmacia che ne
ottenevano illeciti profitti.
Nel corso dell’attività di indagine sono
state attivate intercettazioni telefoniche nei confronti dei soggetti che a
vario titolo sono stati ritenuti inseriti nel contesto criminale nonchè intercettazioni
audio video e telematiche anche all’interno di uffici pubblici.
IL
MODUS OPERANDI
Sin dall’inizio si individuava quale fulcro
del sistema un infedele dipendente dell’ASP di Palermo, LI SACCHI Pietro, che,
utilizzando le proprie credenziali, accedeva al sistema informatico dell’ASP ed
alterava i dati relativi ad assistiti per la stampa di autorizzazioni false.
Proprio attraverso l’intercettazione telematica veniva accertato che il
predetto creava illecitamente una serie di autorizzazioni, utilizzando le
generalità di ignari assistiti già presenti nel sistema informatico,
modificando o inventando le patologie sofferte, i medici prescrittori, le date
e quant’altro fosse stato necessario per giustificare la gratuita erogazione dei
presidi ed ausili in linea con le patologie inesistenti, con successivi
rimborsi a carico del’ASP e quindi del bilancio della sanità regionale.
Non
solo. Le autorizzazioni venivano preparate con date retroattive ed a volte
anche a carico di persone decedute.
Il
riscontro con la documentazione sequestrata, costituita da numerose fatture
presentate al rimborso dalle farmacie riepilogative di migliaia di autorizzazioni,
ha permesso di accertare la falsità di almeno diverse centinaia di queste
ultime. Talune fatture risultavano ingiustificate addirittura per circa il 75%
dell’importo totale. In sintesi, l’iter criminoso de quo si sviluppava con un
sistematico e collaudato schema operativo che, attraverso la successione di una
pluralità di reati commessi in concorso dai soggetti a vario titolo coinvolti,
ha permesso la produzione delle autorizzazioni false, con conseguente danno del
servizio sanitario. Il LI SACCHI predisponeva le suddette autorizzazioni facendole
recapitare attraverso il VILLANO Giuseppe ai farmacisti che ne curavano la presentazione
all’ASP attestando ingannevolmente una fornitura mai avvenuta e mai richiesta
dagli ignari intestatari.
Rileva,
al riguardo, precisare che l’abusiva intrusione al sistema informatico posta in
essere per ciascuna operazione di arbitraria utilizzazione dei dati archiviati
relativi ad assistiti e medici, con la contestuale indicazione di patologie
inesistenti, comportava l’immediato depauperamento dei fondi stanziati per le
necessità degli assistiti realmente bisognosi. Di talchè si creavano dei “buchi
finanziari” che l’ASP era costretta a ripianare con specifiche richieste
straordinarie.
Li Sacchi Pietro costituisce quindi il punto di partenza
dell’iter delinquenziale non esitando a falsificare financo la firma dei propri
dirigenti.
LA
FALSA DISTRIBUZIONE
La responsabilità da parte del
farmacista PEPE Giuseppe emerge non solo dal suo coinvolgimento diretto durante
alcuni carichi di forniture filmati nel corso delle indagini ma anche dai dialoghi telefonici
intercorsi con il VILLANO, suo punto di riferimento per la consegna delle
autorizzazioni false.
Il meccanismo criminoso
comprendeva oltre la produzione di false autorizzazioni presso gli uffici
dell’ASP, anche l’apposizione da parte delle farmacie di false firme relative
ad ignari assistiti (talvolta già deceduti) con l’indicazione di documenti di
identità inesistenti e mai rilasciati dall’Anagrafe del Comune di Palermo.
Identico modus operandi
veniva riscontrato in relazione a fatture presentate al rimborso dalle farmacie
di cui sono titolari SIRCHIA Gaetano e GENOVESE Diego.
Un meccanismo analogo è stato inoltre riscontrato anche
nel settore dei prodotti per celiaci in relazione all’attività della
parafarmacia di cui è titolare LOIACONO Andrea, il quale presentava al rimborso
diverse fatture, contenenti numerose fittizie autorizzazioni.
L’attività criminosa ha comportato un danno stimato al
Servizio Sanitario Nazionale in circa 200.000 € sulla base delle fatture già
esaminate e che, in proiezione statistica, potrebbe aggirarsi intorno ad oltre
1 milione di euro alla fine degli accertamenti ancora in corso.
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