Dedico questo fiore libero e puro alle madri del Sud Italia che soffrono, in silenzio, il dramma dei figli emigrati di cui nessuno si cura. Buone Feste, con il più fraterno e riverente rispetto. (a.s.)
Le madri del Sud
Le rispuntò una lacrima. “Eh! Cosa vuoi fare Carmè? Ammalarti di
malinconia?
Non sei la sola a essere tormentata da questa mancanza. In paese, nessuno
può dirsi veramente immune da questo malanno.
Tu li hai nel Veneto. Ed io? I miei figli dove si trovano, Carmè? In
Venezuela!
Da quarant’anni che sono alla stranìa e, in tutto questo tempo, li ho
visti tre o quattro volte.
Prego Iddio che me li faccia abbracciare per l’ultima volta, prima di
morire”
“Certo che anche vossia…che strazio al cuore! -riprese
Carmela -Ma mi domando e dico: perché solo noi, le madri della bassa Italia,
non ci possiamo godere i figli e i nipoti?
Dove sta scritto che quelle dell’alta Italia si possono godere i loro, e
i nostri, figli, per giunta forniti di laurea e diploma?
La nostra gioventù rubata. Si rubata senza pagare dazio.
Questi che parlano di “Roma ladrona”, lo sanno quanto ci rubano a noi
del sud per ogni figlio che emigra al nord ?
L’hanno fatto mai il conto di quanto ci costa crescere un figlio?
Giustizia e castigo, Signuri! Ossica…”
Espressione tremenda, specie se pronunciata da una madre ferita.
La stessa che vidi scritta, ripetuta in bella forma, sul selciato di
Plaza de Mayo, a Buenos Aires. Anche laggiù, nel Sud più profondo, è questo
l’urlo delle madri alle quali hanno rubato, e massacrato, i figli!
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