La prima pagina del Giornale "L'Ora" dell'ottobre 1958, dopo l'attentato a colpi di bomba della mafia |
Corleone
18 dicembre 2014 - complesso monumentale Sant’Agostino
Il
giornale L’Ora è stato un quotidiano che ha segnato un periodo storico estremamente importante
per i lettori della città di Palermo e della sua provincia. Le
pagine scritte dal quotidiano L’Ora rappresentano un punto fermo nella storia
recente di questo Paese. Una storia non solo giornalistica ma anche – o forse
soprattutto – civile. Perché l’Ora è stato il quotidiano capace d’inchiodare
sulle sue pagine quella parola dalle cinque lettere, la parola mafia. Fondato
in piena Belle Epoque dalla famiglia Florio industriali desiderosi di misurarsi
con le grande aziende del nord Italia, l’Ora fa trasparire subito un respiro
europeo, caratterizzato dalle collaborazioni con il parigino Le Matin, il Times
di Londra e il New York Sun.
Agli
inizi del secolo scorso, è stato diretto da illustri firme del giornalismo
italiano ed è stato una palestra per molti giovani cronisti che, grazie
all’esperienza fatta al L’Ora sono diventati autorevoli giornalisti.
A
dirigerlo nel 1954 è arrivato Vittorio Nisticò, calabrese visionario, che
trasforma il giornale in una fucina continua di cronisti di razza: Mario
Farinella, Felice Chilanti, Mario Genco, Alberto Stabile, Giuliana Saladino,
Kris Mancuso, Etrio Fidora, Francesco La Licata, Antonio Calabrò, Vincenzo
Vasile, Franco Nicastro, Bianca Stancanelli, Sandra Rizza, Giuseppe Lo Bianco,
sono solo alcuni dei ragazzi che ogni giorno affollano le stanze gonfie di fumo
del palazzotto a tre piani tra piazza Ungheria e piazzetta Napoli.
Poi
ci sono le firme che animano le pagine culturali: da Leonardo Sciascia a Renato
Guttuso, da Salvatore Quasimodo a Michele Perriera e Salvo Licata, arrivando
fino ad Andrea Camilleri che sull’Ora pubblicò “La Barca”, uno dei suoi primi
racconti.
Camilleri ricorda che L'Ora era l'unico quotidiano ad
avere una "terza pagina" dedicata alla cultura degna di questo nome.
Negli
anni sessanta
e settanta
il giornale seppe gestire un incessante attività critico-culturale che culminò
nelle battaglie civili ingaggiate dai suoi giornalisti, nonostante le minacce e
gli attentati della mafia
che giunse ad assassinare tre suoi cronisti: Cosimo
Cristina, Giovanni Spampinato e Mauro De
Mauro, quest'ultimo scomparso misteriosamente mentre stava lavorando
ad un'indagine sul caso Mattei.
L’Ora
è stato un giornale che tra mille sfumature ha reso giustizia alle vittime di
Cosa Nostra collegando ad ogni crimine il nome di un carnefice. Scorrere le
prime pagine del mitico quotidiano palermitano è come snocciolare il paradigma
della recente storia italiana: la banda Giuliano, Portella della Ginestra, la
mattanza di Cosa Nostra, gli omicidi di politici e magistrati. In
Cosa Nostra però la mattanza è continua e la marea di cadaveri disseminati
sull’asfalto palermitano tra fine anni ’70 e inizi anni ’80 non si placa:
“Quanti ni murieru, quanti n’ammazzaru: L’Ora, morti e feriti” è il ritornello
utilizzato dagli strilloni che vendono il giornale per strada. “La morte fa
100” è un celebre titolo di prima pagina, e i due zeri sono rappresentati dalla
doppia canna di un fucile
Antimafia
pura ecco cos’era il giornale L’Ora in quegli anni ed ecco cos’è oggi Corleone una comunità che
vuole scrollarsi di dosso un pesante lascito e rinascere nella più completa
legalità.
Ecco
perché è giusto legare alla città di
Corleone il “Premio di Giornalismo
Giornale L’Ora”.
Nessun commento:
Posta un commento