L'intervento di Stefania Crogi |
Palermo, 11
nov- Dalla terra possono venire lavoro per le giovani generazioni e una spinta
forte allo sviluppo. E’ con questo convincimento che la Flai Cgil Sicilia ha
elaborato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’affidamento delle
terre demaniali e private inutilizzate o sottoutilizzate a cooperative
sociali e a piccoli produttori agricoli. “L’obiettivo –ha detto il segretario
generale della Flai regionale, Salvatore Tripi, nel corso di un dibattito- è
favorire l’occupazione giovanile e il reinserimento di soggetti svantaggiati,
promuovendo un modello produttivo basato sulla qualità della filiera corta”.
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Ma
è anche “contenere il degrado ambientale-si legge nelle finalità del ddl
-salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologi, limitare gli incendi,
favorire un assetto ottimale del territorio”. Sul testo partirà da oggi la
raccolta di firme. Apprezzamento per l’iniziativa è venuto dall’
assessore regionale all’agricoltura, Nino Caleca, intervenuto all’incontro. “E
una proposta che sottoporrò al dibattito politico – ha detto- ma che faccio
mia. Il mio obiettivo- ha aggiunto- è portare nelle campagne la generazione
digitale. Faremo un piano complessivo- ha sottolineato Caleca- che immagino di
chiamare riforma agraria 2.0”. “Siamo fiduciosi – ha sostenuto la segretaria
generale nazionale della Flai, Stefania Crogi- che la nuova formazione di
governo possa dare ascolto al sindacato che propone qualcosa di concreto per il
rilancio del territorio e dell’occupazione”. Con la legge di stabilità dello
scorso dicembre la regione siciliana ha costituito l’Albo Banca della terra in
Sicilia, “una novità -ha detto Tripi- che rischia di arenarsi”. Un ruolo
importante , per il sindacato, ha in questo contesto l’assessorato
all’agricoltura, anche per quanto riguarda l’attuazione della spesa del nuovo
Psr 2014/2012 che ammonta a due miliardi. Il ddl proposto dalla Flai Sicilia si
articola in otto titoli, prevede che si parta dall’inventario
dell’esistente e che ci siano poi bandi degli enti locali per gli
affidamenti dei terreni che resterebbero comunque di proprietà pubblica o
privata. “ L’idea- ha rilevato Tripi- è di attuare il recupero di beni
materiali, ma anche di valori culturali e identità territoriali e della
legalità, realizzando percorsi nuovi di agricoltura rurale, sostenibile,
sociale, sostenuta dalle comunità locali”. L’iniziativa lanciata oggi in
Sicilia- ha affermato Crogi- fa parte della nostra campagna per dare centralità
al lavoro con le caratteristiche della legalità e della trasparenza”. Crogi ha
ricordato l’impegno a tutto campo del suo sindacato che passa anche attraverso
le iniziative per il riutilizzo produttivo dei beni confiscati alla mafia,
obiettivo per il quale il sindacato ha lanciato la campagna di “Io
riattivo il lavoro”. La segretaria della Flai ha anche sottolineato quanto il
Jobs act penalizzi i lavoratori che il suo sindacato rappresenta con misure, ad
esempio, come la liberalizzazione dei voucher, contro le quali Flai,Fai e Uil
terranno il 29 novembre, a Roma, una manifestazione unitaria. Il dibattito
della Flai Sicilia, è stato organizzato nel giorno del ricordo dei lavoratori e
dei sindacalisti uccisi dalla mafia tra il 1893 e il 1966 per avere lottato per
la riforma agraria e per i diritti e la dignità dei braccianti. “Si è voluto
così sottolineare- ha rilevato il segretario generale della Cgil Sicilia,
Michele Pagliaro- il filo che collega le battaglie di ieri per i diritti e il
lavoro con quelle di oggi e la necessità di mantenere viva la memoria
dell’iniziativa e del sacrificio di chi ha consentito di raggiungere importanti
mete ”. Proprio per mantenere viva la memoria, la Flai Cgil nazionale e l’Osservatorio
“Placido Rizzotto” hanno annunciato il lancio di un progetto di ricerca storica
sui caduti del movimento contadino nella lotta contro la mafia dal 1893 al
1966, che sarà affidato ad un pool di studiosi, tra cui il segretario della
Camera del lavoro di Corleone, Dino Paternostro.GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA
11 11 2014
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